Parma, Teatro Regio: “La cambiale di matrimonio”

Parma, Teatro Regio, Stagione Lirica 2014
“LA CAMBIALE DI MATRIMONIO”
Farsa comica in un atto su libretto di Gaetano Rossi
Musica di Gioachino Rossini
Tobia Mill MARCO GRANATA
Fanny NAO YOKOMAE
Edoardo Milfort LORENZO CALTAGIRONE
Slook FUMITOSHI MIYAMOTO
Norton ANDREA PELLEGRINI
Clarina FEDERICA CACCIATORE
Orchestra del Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma
Direttore Francesco Cilluffo
Regia Andrea Cigni
Scene Dario Gessati
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Fiammetta Baldiserri
Interpreti della Scuola di Canto del Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma, coordinati da Lelio Capilupi, Donatella Saccardi
Produzione realizzata in collaborazione con Conservatorio di Musica “A. Boito”, Liceo Artistico Statale “Paolo Toschi”, Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “Primo Levi” di Parma
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma in coproduzione con Fondazione iTeatri di Reggio Emilia
Parma, 23 febbraio 2014
Secondo appuntamento con la Stagione Lirica del Teatro Regio di Parma, La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini ha riscosso un caloroso successo di pubblico. Una produzione “giovane” (questa davvero “giovanissima”) che ha visto la sinergia del Conservatorio di Musica Arrigo Boito, del Liceo Artistico Paolo Toschi, dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Primo Levi di Parma. Già dall’ingresso in sala, si avvertono muggiti e rumori di campanacci mentre sulla scena si staglia un velo calato che riporta l’effige degli Allevamenti Mill: durante la sinfonia, parte una singolare gara per assegnare un premio alla miglior vacca da latte. La cambiale rossiniana, nell’ottica del regista Andrea Cigni, viene posposta in delle tipiche corti emiliane che all’inizio del secolo scorso rappresentavano la più comune e diffusa forma di vita lavorativa e sociale nelle zone tra Parma, Reggio Emilia e Cremona. Quindi, niente di strano se Edoardo si presenta al nuovo datore di lavoro… con un insaccato come presente. La regia è scorrevole e divertente, arricchita dall’utilizzo di controscene che si incasellano perfettamente nel disegno generale. Tutto sembra puntare all’eccesso, così come Tobia Bill sembra pensare unilateralmente in un’ottica di guadagno: è enorme il mappamondo sul quale Tobia cerca di localizzare la posizione del socio in affari, come enormi sono le pareti mobili di casa Mill – unici elementi a costituire la scenografia. Molto curate le interrelazioni fra i personaggi così come le caratterizzazioni degli stessi che vanno da un Edoardo un po’ impacciato e una Fanny civettuola ma entrambi forti dei propri sentimenti, fino alle raffigurazioni dei due servitori, un petulante e ruffiano Norton ed una Clarina ‘vecchia zitella’ ma amorevole. Davvero belli per fogge e tagli i costumi di Valeria Donata Bettella, benché i colori molto tenui e la patina con cui vengono indossati (insieme all’onnipresente prato) sembrino voler occhieggiare più al mondo anglosassone – o ad una raffigurazione oleografica di mondo anglosassone –  che alla campagna emiliana. Per fortuna ci pensano le forme di Parmigiano Reggiano sparse di volta in volta un po’ ovunque a riportare il tutto nella giusta ottica. Il finale che chiarisce gli equivoci e i dissapori viene gestito come un omaggio al Rinaldo di Pier Luigi Pizzi del 1985 dove i celebri cavalli vengono sostituiti dalle vacche da latte: giustamente, in una visione registica così emiliana e pragmatica, l’omaggio non poteva essere più azzeccato e gestito meglio.
Tutti gli interpreti coinvolti in questa produzione sono afferenti alla Scuola di Canto del Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma e coordinati da Lelio Capilupi e Donatella Saccardi. Ora, vuoi per la scelta del titolo – che, una volta tanto, non ha visto giovani voci impegnate in improbabili titoli verdiani – vuoi perché il cast sia stato effettivamente scelto con cura, tutto è andato bene. Insomma, la “formula giovane” questa volta ha colpito nel segno. Nao Yokomae svetta per la voce limpida e ben proiettata, sicura e squillante nel registro acuto: è anche brava attrice, simpatica e disinvolta sulla scena, aiutata anche dalla figura a conferire a Fanny la giusta dose di “viperino”. La coloratura non è forse brillante ma se non altro ha il pregio di mantenersi sufficientemente fluida. Bene anche Marco Granata nei panni di Tobia Bill, dotato di voce e temperamento di buona teatralità; meno accattivante quanto a teatralità e dizione lo Slook di Fumitoshi Miyamoto che ha comunque fornito un’apprezzabile prova vocale. Il tenore Lorenzo Caltagirone, nei panni dell’amoroso Edoardo, si impone in forza di un’emissione pulita e del bel timbro schietto. Bravo tanto in scena quanto vocalmente l’irresistibile Norton di Andrea Pellegrini; voce un po’ petulante e spoggiata quella di Federica Cacciatore, comunque puntuale Clarina. Francesco Cilluffo, subentrato “in corsa” alla produzione, ha saputo benissimo tenere le briglia di questa Cambiale, sempre con tocco leggero e con chiara visione di buca e palco. Bene anche la prova dell’Orchestra del Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma. Per il suo debutto parmigiano, quindi, la Cambiale è stata girata… nel verso giusto. La recita domenicale non ha registrato il tutto esaurito ma il pubblico ha dimostrato di gradire molto con sentiti apprezzamenti a tutta la compagnia.  Foto Roberto Ricci – Teatro Regio di Parma