Riccardo Minasi e “Il Complesso Barocco” alla IUC

Roma, Aula Magna dell’Università La Sapienza, Stagione Concertistica IUC
Riccardo Minasi e il Complesso Barocco
Violino solista e diettore Riccardo Minasi
Strumentisti  de Il Complesso Barocco
Wolfgang Amadeus Mozart: Divertimento in re magg. K136,   Serenata Notturna in re magg. K 239
Franz Joseph Haydn: Concerto in sol magg. per violino e orchestra Hob. XVII: 2, Concerto in fa magg. per violino, cembalo e archi Hob. XVIII: 6
Roma, 6 dicembre 2011
 Lo scorso martedì sera la IUC ha accolto nella Capitale uno degli ensemble più rinomati per l’esecuzione, rigorosamente filologica, del repertorio barocco e classico. Fondato nel 1979 da Alan Curtis, il Complesso Barocco non sembra portare sulle sue spalle più di trent’anni di attività. L’organico si presenta, infatti, ricco di giovani talenti specializzati nella prassi esecutiva dell’epoca e guidato da Riccardo Minasi, musicista raffinato e virtuoso violinista che ha iniziato la sua carriera dedicandosi all’interpretazione dei suoni del Barocco e del periodo Classico per approdare recentemente allo studio del Belcanto; all’anno scorso risale la collaborazione in triplice veste, come direttore d’orchestra assistente, primo violino e curatore dell’edizione critica della Norma di Bellini con Cecilia Bartoli e il Balthasar Neumann Ensemble di Thomas Hengelbrock.
Il programma proposto dal Complesso Barocco è un vero e proprio tuffo nell’Austria del Settecento. Ma qui l’eleganza dei pizzi e merletti sono tutt’altro che sinonimo di parrucche ormai impolverate: ogni battuta è una cornucopia di colori che tiene incollati alla poltrona. Alla musica, poi, si unisce il piacere di cogliere in ogni singolo gesto di Minasi la risposta pronta e reattiva del Complesso Barocco nel confezionare sinuosi e brillanti fraseggi.
Il direttore dà prova di naturale agilità in particolare nella cadenza del primo movimento nel concerto per violino e orchestra di Haydn, e di sofisticata ricercatezza che emerge soprattutto nel dialogo serrato con il clavicembalo (concerto in fa maggiore per violino, cembalo e archi Hob. XVIII: 6), sfiorato più che suonato dal russo Maxim Emelyanychev, giovanissimo (vent’anni) ma musicista completo nella sua maturità interpretativa.
Cuore della serata, la Serenata Notturna k 239 di W. A. Mozart, eseguita con il quartetto solistico disposto sul palcoscenico in disparte rispetto al resto dell’ensemble secondo l’indicazione in partitura del genio salisburghese; visione il cui significato è insito nell’essenza della struttura compositiva che, secondo la spiegazione suggeritami a parte dallo stesso Minasi, “è una dicotomia fra il salotto aristocratico del quartetto solista e la festa di paese rappresentata dall’orchestra corredata di timpani”. Il bis un commovente corale di Bach, l’ultimo dettato a Carl Philipp Emanuel dal padre sul letto di morte.