“Senza trucco!”… Jake Heggie

Jake Heggie è un compositore americano, autore di famose opere contemporanee quali Moby-Dick e Dead Man Walking. Ha composto anche più di 250 canzoni, così come concerti, musica da camera, lavori per coro e orchestra. Le sue opere — la maggior parte delle quali ha creato con i rinomati scrittori Terrence McNally e Gene Scheer — sono state messe in scena in cinque continenti. Sin dalla sua prima a San Francisco nel 2000, Dead Man Walking è stata rappresentata più di  200 volte in tuto il mondo. 
Moby-Dick
 verrà trasmessa in tv il 1 novembre prossimo e debutterà nella East Coast premiere a febbraio 2014 grazie al Washington National Opera al Kennedy Center di Washington, DC. Fra i suoi progetti imminenti ricordiamo Great Scott (libretto e storia di McNally) per la stagione 2015/16 del Dallas Opera, oltre a lavori commissionati da Houston Grand Opera, Pacific Chorale, Pittsburgh Symphony e il Ravinia Festival. Il suo ultimo album, here/after (PentaTone Classics) è una raccolta di più di due ore di canzoni recenti e musica da camera. Maggiori informazioni sul sito personale dell’artista.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
La lealtà.
E il tuo peggior difetto?

L’insicurezza.
Segno zodiacale?
Ariete (ascendente Leone).
Sei superstizioso?
Giusto un pizzico…
Che rapporto hai con la spiritualità?
Sono una persona spirituale, si, ma rifuggo dalle religioni dogmatiche.
Hai mai sofferto d’invidia?
Oh, certo.
Chi e perché? 
Ogni volta che ascolto un grande cantante che si esibisce, mi meraviglio della capacità di comunicare e di essere empaticu in questo modo che ha del miracoloso. Invidio loro questo gran dono: cavalcare un’onda sonora fino a condurla – quella stessa vibrazione – dritta al cuore degli altri. Davvero. È miracoloso. E mi colpisce ogni volta.
Cosa volevi fare da grande?
Il compositore e il pianista.

La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Mi sono stati di grande supporto (sono stato fortunato).
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Sono legati al momento in cui ho preso pienamente coscienza della mia identità e in cui mi sono sentito amato.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Il mio matrimonio con Curt Branom nel 2008.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Non essere riuscito a dire addio al mio miglior amico d’infanzia – è morto a 34 anni di AIDS  e ci eravamo persi di vista.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Troppi amici e parenti scomparsi troppo giovani o troppo presto – che vorrei tutti riabbracciare e con cui vorrei condividere la mia vita.
Di che cosa hai paura?
Di far male a chi amo.
Hai un sogno ricorrente?
Si – e ogni volta che mi sveglio resto basito nel constatare che sono sufficientemente fortunato da viverlo.
Puoi dirci qual’è  il sogno che stai vivendo?
Il sogno che sto vivendo? Sono sposato con la persona che amo e abbiamo una bella casa nella mia città preferita, circondato da grandi amici, godo di buona salute – e come se tutto ciò non bastasse, il mio lavoro consiste nel collaborare con scrittori per comporre musica per grandi cantanti e magnifici teatri d’opera. QUESTO si che è un sogno che si è avverato! E ne sono grato ogni singolo giorno della mia vita.
Che importanza dai al denaro?
È molto importante a questo mondo perché rappresenta una possibilità di libertà (ahimé) – ma non è la cosa più importante perché può scomparire da un momento all’altro.
In cosa sei più spendaccione?
Feste con amici.
Collezioni qualche oggetto?
No, colleziono ricordi.
Quali sono le tue letture preferite?
Mi piacciono le belle storie – perciò romanzi e fiction storica.
Qual è il tuo profumo preferito?
NESSUNO! Mi fanno starnutire.
Città preferita?
San Francisco.
Colore preferito?
Color foglia di tè (o si dice colore tè blu?).

Fiore preferito?
Sarebbe una bella lotta fra lillà, iris e rosa!
Il cantante o i cantanti preferiti?
Tutti quelli con cui lavoro o per cui scrivo!
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
Un album di sonate di Beethoven suonate da Arthur Rubinstein.
Qual è il film che hai amato di più?
Col passare del tempo, mi convinco sempre di più che sia «Stregata dalla luna».
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
L’estate – le giornate sono più lunghe ed ha sempre significato per me libertà totale. Posso mettermi i pantaloncini e i sandali – sentire l’aria – e penso alle vacanze!
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Continuo ad essere in contatto col 21esimo secolo grazie ad lacuni cari amici molto tecnlogici – per cui, al momento, sembra che non riesca a fare a meno del mio iPhone! Ma continuo a comporre al piano e a scrivere tutto a mano – TUTTO (incluse intere partiture orchestrali). Poi le mando al mio copista che le passa in formato digitale.
Che rapporto hai con la televisione?
Non un gran rapporto. Guardo due programmi regolarmente: The Daily Show con Jon Stewart e PBS News Hour.
Che rapporto hai con la politica?
Molto teso. Vivo la politica in maniera molto personale – e mi sento profondamente frustrato a causa dell’ipocrisia, stupidità, vacuità e paura che sono parte integrante del sistema politico – principalmente grazie alla copertura mediatica televisiva che avviene ventiquattr’ore su ventiquattro, in maniera speculativa e distruttiva.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
SI. La salute e l’istruzione infantile – specie in caso di bambini che entrano in contatto col mondo dell’arte da piccolissimi: dar loro la possibilità di cantare, battere le mani, recitare, muoversi, socializzare e sviluppare il pensiero astratto attraverso la musica e il movimento.
Sei  l’autore di Dead Man Walking, qual è la tua posizione nei confronti della pena di morte?
Sono assolutamente contro la pena di morte. Una volta che un assassino viene condannato ed incarcerato e la popolazione è fuori pericolo, quale vantaggio ne trae la gente dalla sua esecuzione? Sono profondamente convinto che ciò non ci faccia onore e che in fin dai conti non rapperesenti la soluzione di nulla. Inoltre neghiamo a quella persona la possibilità di lavorare e forse far del bene al mondo.
Come ti  fa sentire il pensiero che in alcuni stati degli USA la pena di morte è ancora in vigore?
Mi fa sentire che c’è ancora molto lavoro da fare per incrementare la consapevolezza su questo argomento. Credo che molta gente ci pensi solo in astratto e non si fermi davvero a rifletterci su. La pena di morte viene applicata in maniera molto casuale e iniqua e tantissimi errori vengono commessi dal sistema legale. Persone innocenti hanno passato decenni nel braccio della morte ed alcune sono state uccise ingiustamente. Non esiste un sistema perfetto e un’esecuzione è qualcosa di irreversibile.

Giorno o notte?
Giorno.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Essere in pari col lavoro e passeggiare sulla spiaggia con Curt.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Svegliarmi alle 8 di mattina circa dopo nove ore di sonno (si parla di giornata ideale, giusto?), passare un paio d’ore spensierate a casa, poi andare in palestra per un’ora, e poi recarmi nel mio studio per comporre fino alle 17, poi portare il cane a passeggio, cenare con amici, dopo un film o proprio niente… e poi a dormire dalle 11. Sarebbe il Paradiso!
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?

Il mio studio, dove compongo.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
I suoni della vita che si svolge attorno a me – la gente che parla e cammina, il vento fra gli alberi, i cani che abbaiano, l’oceano in lontananza…
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
L’ESSERE A CASA.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Mi piacerebbe, un giorno, girare l’Asia.
Chi o cosa ti imbarazza?

Quando brucio una battuta… il che avviene sempre.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Un pò troppo buono. Ho un debole per la cioccolata fondente.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Molta frutta fresca e verdure, a volte del pesce, a volte del pollo, raramente carne rossa.
Qual è il tuo piatto preferito?
La Pasta della Casa al North Beach Restaurant di San Francisco.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio? 
Nei fast food… il solo odore mi fa rivoltare lo stomaco.
La musica è stata una vocazione?
Si.
A chi non ti conoscesse, cosa faresti ascoltare?
Il coro di apertura della Passione secondo  Matteo di Bach.
Perché Bach e non una delle tue composizioni? 
Ho suggerito la Passione di San Matteo perché credo che sia la miglior musica mai composta. Ogni volta prende vita ed è piena di umanità, mistero e innumerevoli sorprese. Ci rende persone migliori. Alimenta le speranze circa le possibilità che sono in noi e che ci attendono al di fuori. Gli uomini hanno raggiunto grandi traguardi e continueranno a lottare per raggiungerne altri.  Le mie composizioni? Per quanto riguarda l’opera, penso sarebbe Moby-Dick, e per quanto riguarda le canzoni sceglierei il mio ciclo Camille Claudel: Into the Fire. Rappresentano dei cambiamenti importanti e dei passi in avanti nel mio percorso… e penso che siano forti e che abbiano un messaggio importante.
Come segui l’evoluzione della tua carriera?
Mi concentro sul alvoro da fare e mi fido delle orecchie benevole dei miei amici e dei miei cari che mi tengono aggiornato.  Se ti fosse data l’opportunità di scegliere una storia per un’opera, quale sceglieresti?Oh, ma mi è successo già diverse volte! Dead Man Walking, Moby Dick ed altre due che saranno annunciate a breve. Ho molte idee che vorrei sperimentare – ma devono rimanere segrete. Non si parla dei bambini non ancora nati.  Cosa significa essere un compositore d’opera nel 21esimo secolo?
È un privilegio raro, speciale e precario perché l’opera non è più un  genere artistico molto in voga. È un miracolo ogni volta. È meraviglioso avere l’opportunità di dedicarsi ad un lavoro significativo in un teatro – fare un lavoro di squadra con dei colleghi meravigliosi per costruire insieme qualcosa di vibrante e, si spera, profondo, commovente, divertente, piacevole che si di ispirazione per il pubblico. Ho capito quanto sia raro che il lavoro di un compositore venga rappresentato e accolto mentre questi è in vita e sono ben consapevole che tutto può scomparire in un lampo – per questo cerco di rimanere coi piedi per terra, concentrato e di essere grato ogni giorno.
Parlando di ispirazione, cosa viene prima: la musica o le parole?
La storia. Se quella va bene, allora i versi possono venir fuori. Nel mio caso, ho bisogno che il libretto sia quasi definitivo per poter cominciare a comporre –  ma è la storia che dà inizio all’ispirazione musicale.
Hai mai modellato un’opera sulle caratteristiche vocali di un cantante che doveva interpretarla?
Certo che si! Io scrivo un ruolo – ma poi devo adattarlo come un vestito al cantante.
Comporre per un cantante specifico può rappresentare una limitazione in qualche modo, col passare del tempo? Hai mai rettificato un ruolo per diversi cantanti?
Non è limitante, finché sono io a scrivere il ruolo – e se il ruolo è ben scritto, è meraviglioso vedere come lo interpreteranno altri cantanti che sono giusti per esso. Mi è capitato spesso di creare versioni alternative di canzoni o ruoli per cantanti diversi.
Quale opera, presente o passata, ti piacerebbe aver composto?
Peter Grimes, seguita a breve distanza da Così Fan Tutte.
Come definiresti il tuo stile compositivo?
Lirico e drammatico.
Per cosa ti piacerebbe essere ricordato?
Per il mio cuore.