Adolphe Adam: “Le postillon de lonjumeau” (1836)

Opera comique in tre atti su libretto di Adolphe de Leuven e Léon-Lévy Brunswick. Michael Spyes (Chapelou/Saint-Phar), Florie Valiquette (Madeleine/Madame de Latour), Franck Leguérinel (Marqies de Crocy), Laurent Kubla (Biju/Alcindor), Michel Fau (Rose), Yannis Ezziadi (Louis XV), Julien Clément (Bourdon). Coro Accentus/ Opéra de Rouen Normandie, Orchestre de l’Opéra de Rouen Normandie, Sébastien Rouland  (direttore), Michel Fau (regia), Emmanuel Charles (scene), Christian Lacroix (costumi), Jöel Fabing (Luci). Registrazione: Opéra Comique Paris, 5-7 aprile 2019. 1 DVD NAXOS
L’immaginario collettivo ha conservato praticamente una sola aria della produzione operistica di Adam “Mes amis, écutez l’histoire” tratta da “Le postillon de Lonjumeau” imprescindibile banco di prova per tutti i tenori acuti del passato e del presente. È però un peccato che così poco si esegua questa partitura, caposaldo dell’opéra-comique del  XIX secolo.
Le postillon de Lonjumeau”, andato in scena per la prima volta nel 1836 e ripreso per oltre cinquecento volte entro la fine del secolo, è  poi stato travolto dal nuovo clima di austerità successivo alla guerra franco-prussiano e dal cambio radicale di gusto portato avanti dalle prime avanguardie a cavallo del secolo. Ora però è giunto il tempo di guardare a quel repertorio con il giusto distacco e con il rigore che l’affermarsi della prassi filologica ormai prevede. Su questi cardini si è impostata la ripresa dell’opera presso la stessa Opéra Comique nel 2019 ora disponibile in DVD per l’etichetta Naxos.
Ascoltare “Le postillon de Lonjumeau” è un’autentica delizia. Due ore di musica brillantissima, piena di vitalità, colori, brillantezza, una breve fuga dalla realtà di cui tutti abbiamo più che mai bisogno. Guidata con gusto e leggerezza da Sébastien Rouland l’Orchestre de l’opéra de Rouen Normandie si mostra perfettamente a suo agio con questo repertorio, il suono brillante e setoso, di un’eleganza fresca e raffinata che si sposa come un guanto a questo tipo di scrittura.
L’opera vive però soprattutto sulle voci e in primis quella del protagonista. Le avventure del postiglione Chapelou notato per la bella voce dal marchese de Corcy, responsabile per i teatri di Luigi XV, e trasformato in un divo dell’Opéra con il nome di Saint-Phar che finirà per risposare – senza riconoscerla – Madelaine, l’ostessa già sposata al paese natio nel frattempo divenuta nobile e ricca, richiedono un protagonista di qualità eccezionale. Impossibile oggi immaginare interprete migliore di Michael Spyres. La parte scritta per Jean-Baptiste Chollet alterna la necessità di un settore medio-grave ricco e corposo (Chollet era  un tenore baritonale con acuti facilissimi) alla più assoluta naturalezza fino ad acuti proibitivi. Spyres dispone entrambe di entrambe le cose. La voce ha una robustezza e una ricchezza impensabili per un tenore leggero unita a una tecnica perfetta che gli permette di affrontare la tessitura del personaggio con un’impostazione mista, petto-testa,  stilisticamente perfetta per questo repertorio. Il re acuto della ronde e il mi naturale sopracuto di “À la noblesse, je m’allie”  sono perfettamente eseguiti ma hanno quel “sentore di antico “che li rende ancor più affascinanti.
Spyres alle qualità vocali unisce raffinatezza, sensibilità unite al gusto, la leggerezza, l’ironia di questa partitura. La dizione francese è pressoché perfetta e la lunga militanza belcantista gli permetto ad esempio di rendere nel miglior modo possibile il gioco parodistico di “Assis ou pied d’un hêtre” con il suo occhieggiare a Rossini nel testo e alla tragedie lyrique neoclassica nella musica. Il carattere guascone di Chapelou si adatta alla perfezione al temperamento di Spyres che si identifica con il personaggio come meglio non si potrebbe.
Molto brava al suo fianco Florie Valiquette nei non facili panni di Madeleine/Madame de Latour. Soprano leggero sicuro e squillante, le si perdona qualche asprezza in acuto, ma la coloratura è facile (“Il faut que je punisse un ingrat”), impeccabile musicalmente.
Frank Leguérinel è forse timbricamente un po’ anonimo, ma semplicemente perfetto nel rendere la vuota prosopopea del Marquis de Corcy. Ottimo attore e bella voce di basso-baritono Laurent Kubla interpreta Biju l’amico d’infanzia di Chapelou fatto assumere da questi come corista all’Opéra, a cui Adam affida un’appassionata rivendicazione dei diritti del coro spesso trascurato dai compositori. Il regista Michel Fau si concede di interpretare en travesti la parte di Rose, l’amica di Madeleine, con riuscitissimo effetto comico.
La regia del già citato Michel Fau ambienta la vicenda in un Settecento coloratissimo, caricandone i tratti comici senza stravolgerne contesto e ambientazione. Le scene ricordano i libri tridimensionali per l’infanzia, coloratissimi fondali dominati da elementi decorativi e floreali – o dalla grande torta nuziale su cui compaiono Chapelou e Madeleine nel primo atto – da cui si staccano tridimensionalmente alcuni elementi come la carrozza del postiglione.
I costumi, coloratissimi, non privi di sfarzo, hanno lo stesso gusto e si rifanno alla moda Luigi XV reinterpretandola con un gusto quasi da cartone animato, quindi ironico (vedi quelli da cantante di Chapelou e Biju che parodiano con gusto e intelligenza le fogge e gli stereotipi del tardo barocco francese). La recitazione è spigliata, divertente, godibilissima. Uno spettacolo da conoscere, un DVD che non può mancare nella raccolta di un appassionato.