Arvo Pärt (1935): “Stabat Mater” – Gloriae Dei Cantores

Peace upon you, Jerusalem; L’abbè Agathon; Salve Regina; Magnificat; Nunc dimittis; Stabat Mater. Gloriae Dei Cantores. Rachel McKendree, Amanda Ortolani (soprani), Alexander Pugsley (baritono), James E. Jordan (organo) Richard K. Pugsley (direttore). Registrazione: Chiesa della trasfigurazione, Orleans, settembre 2018, maggio e settembre 2019. T. Time: 69′ 02″ 1 CD GDC recordings

“La più alta virtù della musica, per me, risiede al di fuori del suo puro suono. Il particolare timbro di uno strumento è parte della musica, ma non è l’elemento più importante. Se lo fosse, mi sarei arreso all’essenza della musica. La musica esiste per se stessa… due, tre note… l’essenza deve essere lì, indipendente dagli strumenti”.
Quest’affermazione di Arvo Pärt riassume in modo significativo la poetica musicale del compositore estone il quale, attraverso un’originale ricerca espressiva e compositiva che si è sviluppata in varie fasi, caratterizzate dall’adesione a tecniche e linguaggi totalmente diversi come la dodecafonia o la musica rinascimentale o il Canto Gregoriano, è arrivato alla creazione di uno stile nuovo da lui chiamato Tintinnabuli. Dopo aver frequentato il Conservatorio di Tallin, Pärt iniziò a comporre effettivamente nel 1958 accostandosi negli anni Sessanta alla dodecafonia che costituì una breve parentesi e che si concluse negli anni Settanta quando il compositore si chiuse in una forma di silenzio volontario per dedicarsi allo studio del canto gregoriano e della musica rinascimentale. Negli stessi anni il compositore maturò la sua conversione dal Luteranesimo alla chiesa ortodossa russa e nel 1976 applicò per la prima volta nella composizione Für Alina il nuovo stile da lui ideato che egli chiamò tintinnabulare dal latino tintinnabulum che significa campana; esso si basa su due voci delle quali, una tintinnabulare è caratterizzata dall’arpeggio della triade, i cui suoni vengono trattati dal compositore come se evocassero delle campane, mentre la seconda si muove diatonicamente. Questo stile, influenzato dalle esperienze mistiche di Pärt e dai canti religiosi, non è soltanto un’espressione musicale, ma coinvolge anche la sua visione della vita e il suo atteggiamento nei confronti dell’esistenza, come si evince da quanto da lui stesso affermato:
“La tintinnabulazione è un’area a attorno a cui mi aggiro a volte quando cerco risposte – nella mia vita, nella mia musica, nel mio lavoro. Nelle mie ore buie, ho la certezza che tutto ciò che si trova al di fuori di questa cosa non abbia significato. La complessità e le molte sfaccettature sole mi confondono e devo cercare l’unità: cos’è questa cosa e come faccio a trovare la via per raggiungerla? Le tracce di questa cosa perfetta appaiono in molte forme e tutto ciò che non è importante svanisce. La tintinnabulazione è così… Le tre note di una triade sono come campane ed è per questo che la chiamo tintinnabulazione.”
Negli ultimi vent’anni Pärt, divenuto una figura di riferimento nel panorama musicale mondiale, ha ottenuto diversi riconoscimenti come i prestigioso premio Ratzinger conferitogli nel 2017.
Compositore contemporaneo tra i più eseguiti a livello mondiale, oggi Pärt è protagonista di un Cd pubblicato dall’etichetta GDC recordings nel quale è proposta la sua produzione corale a partire da Peace upon you, Jerusalem, che, realizzato per coro femminile a cappella con la presenza di due soprani solisti, è una testimonianza della profonda fede del compositore estone attento ai valori espressivi del testo, costituito da un estratto del salmo 122 nella versione della Nuova Bibbia di Gerusalemme. Il testo del secondo brano, L’abbè Agathon, che si avvale di un organico costituito da viole, violoncelli, coro femminile, soprano e baritono, è, invece, tratto da una leggenda, nella quale l’eponimo protagonista, andato in città per vendere degli oggetti, è messo alla prova da un lebbroso che si rivelerà essere un angelo e che gli chiederà di utilizzare il ricavato della vendita degli oggetti per acquistargli delle cose. Musicalmente è un lavoro di grande fascino nel quale il racconto è affidato al coro femminile, mentre un baritono e un soprano sostengono rispettivamente le parti dell’Abbè e del lebbroso. Il profondo sentimento religioso di Pärt trova la sua espressione più intensa negli altri brani del Cd: la Salve Regina, composta nel 2001/2 in occasione del 1150° anniversario della fondazione dell’Abbazia di Essen; il suggestivo Magnificat, che si configura come una perfetta sintesi di scrittura tonale e tecnica tintinnabulare; il Nunc dimittis, dove è rievocato l’incontro di Simeone con il Bambin Gesù nel tempio, realizzato maestosamente da Pärt con una triade di do diesis minore, e infine, lo Stabat Mater che, composto per un coro di soprani, contralti e tenori e un organico strumentale formato da violini, viole e violoncelli, su commissione della Fondazione Berg nel centesimo anniversario della nascita del compositore, è un lavoro particolarmente intenso dal punto di vista emotivo grazie anche alla combinazione di una scrittura particolarmente lenta con la tecnica tintinnabulare.
Ad eseguire questi brani sono i Gloriae Dei Cantores, gruppo fondato nel 1988 ad Orleans nel Massachusetts, che, sotto la direzione di Richard K. Pugsley, interpreta questi lavori, con grande magistero tecnico (omogeneità, attenzione alle dinamiche, al fraseggio), ma soprattutto con grande partecipazione creando delle atmosfere di puro incanto,  che toccano veramente toccare il cuore e l’animo di chi ascolta trasportandolo in un’alta e profonda dimensione spirituale. In questo contesto di alto livello, spiccano ancor più  le qualità tecnico-vocali, la sensibilità interpretativa dei solisti, dai luminosi soprani Rachel McKendree e Amanda Ortolani, al bel timbro baritonale di  Alexander Pugsley. In bell’evidenza anche James E. Jordan all’organo.