Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli: “Peter Pan” e l’isola che c’è

Napoli, Teatrino di Corte di Palazzo Reale
“PETER PAN”
Balletto in un atto e tre quadri
Liberamente tratto dall’opera di James Matthew Barrie
Sceneggiatura, Coreografia e Regia Anna Razzi
Musiche originali Gaetano Panariello
Peter Pan ANDREA DE FELICE
Campanellino FABIANA NILLI
Wendy LINDA PICCOLO
Gianni SALVATORE MARIGLIANO
Michele GIONATHAN NANNI
Capitan Uncino LUIGI CRISPINO
Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli
Scene Pasqualino Marino
Costumi Giusi Giustino
Luci Mario D’angiò
15 gennaio 2015 ore 10.00

In scena al Teatrino di Corte di Palazzo Reale di Napoli la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo con una delle produzioni originali firmate da Anna Razzi e dedicate alla fantasia. Cinque giorni (di cui tre con doppia recita) per ospitare famiglie e scuole, dalle materne alle secondarie inferiori, e far assaporare la magia del balletto ai più piccoli, aprendo il mondo della danza alla collettività.
Balletto in una atto e tre quadri, il Peter Pan di Anna Razzi è coinvolgente e sapientemente costruito, nonostante la difficoltà dovuta alla «trasposizione coreografica di un testo di prosa molto articolato e complesso, ricco di scene e di ambientazioni, nonché di episodi fantastici e surreali», a detta della stessa Direttrice. Ma la volontà di portare a compimento l’idea è stata più forte. I tagli operati hanno privilegiato le scene d’azione e i momenti salienti: il risultato è una piacevole vicenda chiaramente leggibile e ben proporzionata nell’uso di danza e pantomima, di elementi tradizionali e moderni che si avvicendano senza mai stancare.
La fuga di Wendy Gianni e Michele nell’isola che non c’è, al seguito dell’eterno ragazzo, sembra un rifugio nella fantasia dalla solitudine della sera, quando i genitori si allontanano dopo averli messi amorevolmente a letto. Molto bella la prima scena, in cui Peter e Campanellino sono “prigionieri” all’esterno della finestra appannata e cercano di entrare: perché spesso la fantasia è prigioniera della realtà che è proprio fuori da quella finestra. Il volo li porterà lontano e questo è uno dei temi musicali principali. La musica originale di Gaetano Panariello (registrazione dell’orchestra sinfonica del Teatro di San Carlo guidata dal Maestro Maurizio Agostini) porta per mano, insieme alla danza, lo spettatore in un susseguirsi di ritmi e sonorità “parlanti” e caratterizzanti, con tanto di omaggio al musical nella seconda parte del balletto, in cui – come descrive il compositore ‒ «si susseguono sinuosi movimenti delle Sirene e degli uccelli esotici, i trilli di una Campanellino a suo agio tra le altre fatine, le discole trovate dei Bambini sperduti, i travolgenti ritmi caraibici dei Pirati, i riti d’assieme degli Indiani, le movenze comiche di un goffo Coccodrillo reso più leggero da in inaspettato swing». Il tutto “decorato” dalle scene di Pasqualino Marino e dai bellissimi costumi di Giusi Giustino.
Bravi gli allievi della Scuola di Ballo, con un Peter Pan sicuro e convincente, interpretato nella recita da noi seguita da Andrea De Felice, mentre i pesanti abiti di Capitan Uncino non hanno potuto nascondere le lunghe e belle linee di Luigi Crispino. Graziosa Campanellino è stata Fabiana Nilli, mentre gli altri protagonisti sono stati interpretati con professionalità da Linda Piccolo (Wendy), Salvatore Marigliano (Gianni), Gionathan Nanni (Michele).
Applausi fragorosi hanno confermato il gradimento da parte del pubblico, decretando il successo di questo Peter Pan.Un’iniziativa, quella dell’apertura del teatro ai più piccoli, molto importante. La rumorosa folla di ragazzini si è immediatamente immersa nel silenzio per seguire il balletto. Meglio sarebbe stato se non avessero avuto – come purtroppo fanno anche gli adulti nei Lirici italiani, basti pensare a quanto successo ultimamente alla Scala ‒ il cellulare tra le mani, un po’ per chattare, un po’ per filmare e fotografare. E questo perché un video non racchiude un’emozione e i più giovani dovrebbero imparare (dagli adulti?) che un’impressione visiva diretta e quindi di grande qualità si imprime nella mente per sempre, suscitando quelle emozioni che il filtro della tecnologia non può imitare. Ma, con tutta probabilità, sarà più facile farlo comprendere con altri spettacoli di questo genere, così che gli stessi bimbi potranno insegnarlo ai grandi. Se il Peter Pan che è in ognuno di noi farà capolino di tanto in tanto. Foto Francesco Squeglia