Teatro delle Muse di Ancona: “Falstaff”

Teatro delle Muse “Franco Corelli” – Stagione d’Opera 2015
“FALSTAFF”
Commedia lirica in tre atti. Libretto di Arrigo Boito
Musica di Giuseppe Verdi
Sir John Falstaff  KIRIL MANOLOV
Ford  FEDERICO LONGHI
Fenton  GIOVANNI SEBASTIANO SALA
Dottor Cajus  GIORGIO TRUCCO
Bardolfo  MATTEO FALCIER
Pistola  GRAZIANO DALLAVALLE
Mrs. Alice Ford  ELEONORA BURATTO
Nannetta  DAMIANA MIZZI
Mrs. Quickly  ISABEL DE PAOLI
Mrs. Meg Page  ANNA MALAVASI
FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Vincenzo Bellini
Direttore Nicola Paszkowski
Maestro del Coro Carlo Morganti
Regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti
Costumi Alessandro Lai
Luci Vincent Longuemare
In coproduzione con Ravenna Festival, Teatro Alighieri di Ravenna
Ancona, 23 ottobre 2015

La stagione lirica del Teatro delle Muse “Franco Corelli” di Ancona prosegue con il secondo ed ultimo titolo in cartellone: il Falstaff di Giuseppe Verdi. La messinscena è nota perché in circolazione già dal 2013, quando fece il suo debutto al Teatro Alighieri di Ravenna; non ci troviamo in verità di fronte ad uno spettacolo che si possa definire “memorabile”, ma va detto che ha saputo a suo modo catturare l’esiguo pubblico in sala se non altro grazie alle videoproiezioni a fondo scena, tanto care al pubblico anconetano che ormai da diverse stagioni è abituato a questo “innovativo” modo di fare opera e che sembrano essere sempre misteriosamente gradite: sic est! Chiaramente la tecnologia aiuta a ricreare atmosfere e movimenti interessanti se non fosse per il loro eccessivo utilizzo che fa perdere molto spesso la poesia dell’intero ingranaggio scenico, rendendolo noioso, statico ed alle volte referenziale. Anche registicamente Cristina Mazzavillani Muti non brilla per innovazione. La sua è una regia assolutamente di maniera, con improvvisi schizofrenici ammiccamenti, ballettini e mimi impegnati sempre a sbracciarsi avanti e indietro; il pubblico sorride, tuttavia si spererebbe che la musica ed il libretto siano ancora capaci di suscitare ilarità e riflessione senza dover ricorrere di continuo a simili trovate sceniche. A poco servono le luci di Vincent Longuemare che per altro tendono a far emergere i banali costumi di Alessandro Lai. Dal punto di vista musicale, risulta assolutamente dignitosa la direzione di Nicola Paszkowski alla guida di una diligente Orchestra Filarmonica Marchigiana. Nonostante sia stato sempre attento alla partitura, il maestro è stato talvolta manchevole di leggerezza e movimento: certe sonorità infatti sono sembrate poco elastiche, mentre altre sono state dirette con eccessivo fervore sonoro e con dinamiche alquanto monolitiche. Non possiamo dire che  Kiril Manolov (Sir John Falstaff) non possegga il physique du role del protagonista verdiano, laddove il cantante ha dimostrato impegno ed ha fraseggiato con intelligenza. La voce è ricca di colori, ora graffiante ora sardonica, e con un ottimo controllo di tutta la gamma dinamica. Peccato che qua e là, alcuni momenti di stanchezza abbiano creato delle zone d’ombra in una prova nell’insieme veramente notevole. Eleonora Buratto (Alice Ford) è stata una bravissima interprete ed il pubblico l’ha saputa premiare con particolari e sentiti appalusi. Il soprano possiede una voce lirica ben impostata ed impeccabile per emissione ed intonazione nei passaggi più impervi, anche se alle volte sembra essere non ancora del tutto a fuoco quanto ad intensità e reale comunicativa. Scenicamente irreprensibile. Federico Longhi (Ford) ha una vocalità sfogata ed esuberante. La voce è di grande volume e sempre ben proiettata, senza alcuna incertezza durante l’intera serata ed apparendo sempre sicuro scenicamente e realmente coinvolgente. Interessante la coppia Fenton (Giovanni Sebastiano Sala) e Nannetta (Damiana Mizzi): il primo di bellissima vocalità, solare, musicale, mentre la seconda di convincente intensità e sicurezza, e di timbro cristallino. Adeguate Isabel De Paoli (Quickly) ed Anna Malavasi (Meg). La compagnia di canto era completata da un imbarazzante Dottor Cajus (Giorgio Trucco), da un noioso Bardolfo (Matteo Falcier) e da un poco presente Pistola (Graziano Dallavalle). Discreta la prestazione del Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” apparso un po’ sottotono, ma sempre funzionale ed attento.