Teatro Carlo Felice di Genova:”Il Barbiere di Siviglia” (cast alternativo)

Genova, Teatro Carlo Felice – Stagione Lirica 2013/2014
“IL BARBIERE DI SIVIGLIA”
Melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
Il Conte d’Almaviva MATTEO MACCHIONI
Don Bartolo CLAUDIO  OTTINO
Rosina SOFIA KOBERIDZE
Figaro ROBERTO MAIETTA
Don Basilio CHRISTIAN FARAVELLI
Berta MARGHERITA ROTONDI
Fiorello/un ufficiale DAVIDE MURA
Ambrogio LUCA ALBERTI
Orchestra e coro del Teatro Carlo Felice
Direttore Alvise Casellati
Maestro del coro Pablo Assante
Maestro al fortepiano Sirio Restani
Maestro del coro Pablo Assante
Regia Filippo Crivelli
Scene Emanuele Luzzati
Costumi Santuzza Calì
Movimenti mimici Giovanni Di Cicco
Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli
Genova, 21 giugno 2014       

Grande combinazione di regia, scenografie e cast per ” il Barbiere di Siviglia” andato in scena al teatro Carlo Felice il 21 giugno. Per questa data Alvise Casellati, direttore dell’EOS, è subentrato aFrancesco Cilluffo alla guida dell’orchestra, trovando un buon equilibrio con le voci. Importante anche il contributo di Sirio Restani al fortepiano. Filippo Crivelli ha optato per una regia classica, abbinata ai costumi di Santuzza Calì ed alle scene luminose di Emanuele Luzzati. Per l’occasione. Inoltre, allo storico scenografo è dedicata nel primo foyer del teatro la mostra “Luzzati colora Rossini” che consente di ammirare la geniale interazione del grande artista genovese con l’opera rossiniana. L’insieme ha permesso ad un affiatatissimo cast di esprimersi al meglio. Claudio Ottino è un Don Bartolo collaudato. Scenicamente ben costruito concede anche molti momenti di ilarità nelle pause. La sua vocalità è perfetta per la parte ed associa la buona musicalità ad un’agilità pulita e ad una perfetta dizione. L’ingresso di Don Basilio scatena la risata generale: Christian Faravelli è perfettamente a suo agio e rende bene la comicità del personaggio. Sul piano vocale è parso forse un po’ meno in forma rispetto ad altre sue esibizioni, ma ha ampiamente compensato con una grande verve scenica. L’abilità nel buffopermette a Davide Mura di rendere un Fiorello e l’Ufficiale brillante e dinamici e di riempire, di conseguenza, la scena. La presenza scenica e la precisione musicali sono notevoli e consentonodi far risaltare due personaggi che, pur essendo di contorno, non dovrebbero scomparire come succede in tanti allestimenti. I ragazzi dell’EOS hanno dato prova di una sensibile maturazione rispetto all’avvio di stagione. Sofia Koberidze,si fa notare per la sua agilità sgranata e per un colore molto morbido. Scenicamente la sua Rosina è ben studiata: posata come da libretto, mostra dei momenti in cui si nota tutta la “vipera” e la furbizia del personaggio. Margherita Rotondi è una Berta più giovane del solito ma convincente e divertente. Roberto Maietta ha fatto un notevole passo avanti dall’inizio della stagione ma dal punto di vista vocale è ancora un po’ giovane per il ruolo di Figaro. Non ha infatti il colore brunito e la pastosità che il ruolo richiederebbe, ma il materiale è interessante ed è musicalmente preciso e preparato. Il pubblico del Carlo Felice aveva già avuto modo di apprezzare le abilità vocali e sceniche di Matteo Macchioni che, anche questa volta, non si smentisce. Colore omogeneo, facilità negli acuti, voce che arriva senza difficoltà in fondo alla sala unita ad una naturale verve comica rendono un Conte D’Almaviva ben definito; signorile ed elegante nel primo atto, divertentissimo quando interpreta Don Alonso. L’intero cast è stato scelto con evidente attenzione: le voci stanno bene tra loro ed i pezzi di insieme acquistano corpo e colore senza una voce predominate; prova anche della cura con la quale sono stati scelti gli interpreti. Merita una menzione speciale l’Ambrogio di Luca Alberti che completa la scena con le sue interpretazioni esilaranti e mai eccessive. Molto buona la prova del coro preparato da Pablo Assante. Il risultato è un finale di stagione brillante, che lascia ben sperare per la prossima. Foto Marcello Orselli