Torre del Lago:”La Bohème”

Fondazione Festival Pucciniano – 57° Festival  Puccini 2011
“LA BOHÈME
Scene liriche in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa
e Luigi Illica, dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini
Rodolfo
LEONARDO CAIMI
Schaunard ROBERTO ACCURSO
Benoît FEDERICO LONGHI
Mimì DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI
Marcello MARZIO GIOSSI
Colline CHOI SEUNG PIL
Alcindoro FRANCO BOSCOLO
Musetta ALIDA BERTI
Parpignol CLAUDIO MINARDI
Coro e Orchestra del Festival Puccini
Coro delle voci bianche del Festival Puccini
Direttore Mauro Roveri
Regia Maurizio Di Mattia
Scene Maurizio Varamo
Costumi Anna Biagiotti
Torre del Lago, 27 agosto 2011

Unica nuova produzione della 57° edizione del Festival Puccini 57° è una tradizionalissima Bohème affidata alla regia di Maurizio di Mattia con scene di Maurizio Varamo.
Il palcoscenico è racchiuso nell’ingombrante cornice di una sezione di base della Tour Eiffel al cui interno si trovano arredi sono un po’ confusi.
Fra i costumi un po’ sbiaditi di Anna Biagiotti si distingue l’abito fiammeggiante e sexy pensato per il quadro trionfale di Musetta che rimane il dettaglio più accattivante di un secondo quadro che pecca in staticità, con le masse tendenzialmente immobili e schiacciate in avanti. Il movimento viene recuperato solo sul finale con l’arrivo della banda militare dagli spalti dell’anfiteatro in mezzo ad un pubblico divertito e sorpreso. Unica altra trovata registica è una sorta di inversione fra le professioni  di Rodolfo e Marcello che nel duetto dell’ultimo quadro – tenuto dal direttore Mauro Roveri su dei tempi quasi sospesi -si scambiano per gioco “i ferri del mestiere” . L’opera va avanti nel solco della convenzione e lo spettacolo funziona soprattutto grazie alla presenza del soprano Donata D’Annunzio Lombardi e del tenore Leonardo Caimi attorno ai quali aleggia tutta la magia di una coppia giovane, ricca di fascino e talento.
Donata D’Annunzio Lombardi è una Mimì graziosissima, femminile e anche un po’ coquette. Il timbro è argentino e ricchissimo di armonici che non si disperdono minimamente nel vasto spazio all’aperto facendo risultare la voce magnificamente a fuoco. Leonardo Caimi ha una phisyque du rôle da perfetto bohèmien data la notevole somiglianza con Amedeo Modigliani. Il suo canto è molto espressivo e con una certa tendenza a compiacersi in lunghe corone.  La voce è ampia, brunita e di bella facilità con perfetta dizione. Potrebbe solo avere maggior fiducia in sé sugli acuti che talvolta attacca prudentemente a mezza voce.
Molto corretta e di bella presenza la Musetta di Alida Berti che tuttavia non aggiunge niente di personale allo stereotipo del personaggio, se non il pronunciare la frase “Pittore da bottega” in tono canzonatorio anziché stizzito. Efficace il Marcello di Marzio Giossi nonostante qualche acuto non completamente a fuoco. Choi Seung Pil è un Colline giovane e di piacevole presenza scenica, canta la sua la sua “Vecchia zimarra” con bel legato e pronuncia perfetta. Buono lo Schaunard di Roberto Accursi. Federico Longhi è un Benoit con voce presente e non fintamente decrepito come d’abitudine, il suo personaggio si avvicina quasi al sagrestano della Tosca. Sul podio Mauro Roveri tiene insieme la compagine con energia. Il gesto, contenuto nel primo atto si è sciolto col progredire dell’opera, dimostrando una notevole capacità di sostenere tempi anche dilatatissimi senza lasciar cadere l’azione. In buona forma l’Orchestra del Festival Puccini con begli assoli dell’arpa. Peccato che sul finale dell’opera imperversasse in lontananza il suono martellante di una discoteca…ma questo insieme alle zanzare fa parte dell’atmosfera delle serate versiliesi…