Umberto Giordano 150 (1867 – 1948): “Regina Diaz” (1894)

Buona accoglienza ebbe la seconda opera di Giordano, Regina Diaz in due atti su testo di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, rappresentata per la prima volta il 5 marzo 1894 al teatro Mercadante di Napoli con Carlo Buti (Ferrante Diaz), Concetta Bordalba (Regina Diaz), Giovanni Apostolu (Mario Sanseverino) e Ludovico Contini (Fra Benedetto) sotto la direzione di Rodolfo Ferrari. Rocco Pagliara su «Il mattino» del 6 marzo 1894 scrisse:
“Il pubblico napoletano che fu così aspro e ostile alla Mala vita, prima opera di Umberto Giordano, ha concesso invece liete accoglienze a questa Regina Diaz, con la quale il giovane musicista ha fatto la sua seconda prova. Quasi tutti i pezzi sono stati applauditi calorosamente, qualcuno anche con insistenza richiedente la replica, e il Giordano è stato chiamato moltissime volte al proscenio”.
L’azione si svolge a Napoli intorno al 1700.
Atto primo. Il conte Mario Sanseverino sta organizzando un complotto per liberare Napoli dai dominatori spagnoli, ma è anche innamorato di Regina, moglie del governatore spagnolo Ferrante Diaz. La congiura fallisce e Ferrante impedisce l’arresto di Mario ricordando l’antica amicizia che lo legava a suo padre.
Atto secondo. Mario, che ha progettato di rapire Regina e di fuggire con lei, si reca nella casa della donna giungendovi mentre Ferrante intende ucciderla avendo scoperto la sua infedeltà leggendo alcune carte che Mario aveva affidato a Fra Benedetto. Proprio grazie all’intervento del frate Regina si salva, ma il governatore sfida a duello Mario uccidendolo. Poi egli costringe la moglie a rinchiudersi in un convento per tutta la vita.