Verona, Il Settembre dell’Accademia:Baltic Youth Philharmonic Orchestra

Verona, Teatro Filarmonico, Il Settembre dell’Accademia 2014, XXIII Edizione
Baltic Youth Philharmonic Orchestra
Direttore Kristjan Järvi
Pianoforte Jan Lisiecki
Modest Petrovič Musorgskij: Una notte sul Monte Calvo (vers. originale 1867)
Edvard Grieg: Concerto per pianoforte e orchestra in La minore Op. 16
Jean Sibelius: “Karelia” (Suite) Op. 11
Gediminas Gelgotas: “Never Ignore the Cosmic Ocean”
Imants Kalniņš: Sinfonia n. 4 “Rock Symphony” (I mov.)
Verona, 29 Settembre 2014

Kristjan JarviA dir poco travolgente è stato l’impatto della Baltic Youth Philharmonic Orchestra – compagine che riunisce i migliori talenti provenienti da tutto il nord europa – la quale si è resa partecipe di una performance che non ha certamente mancato di stupire gli spettatori del Teatro Filarmonico di Verona.
Guidati dal loro direttore stabile nonché ideatore e fondatore Kristjan Järvi, – “figlio di” che dimostra di avere talento da vendere e una vena innovativa (nel gesto, nelle scelte artistiche, nel look…) decisamente fuori dall’ordinario – la giovane orchestra ha proposto un programma eclettico e di raro (talvolta rarissimo) ascolta fin dall’iniziale Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij, proposta nella versione originale del 1867. Conosciuta al grande pubblico nella versione riorchestrata da Rimsky-Korsakov nel 1886, il poema sinfonico si fa descrizione di un demoniaco sabba di streghe, interpretato con il giusto piglio da Järvi ed in grandissima sintonia con tutte le sezioni orchestrali. Segue il Concerto per pianoforte e orchestra in La minore Op. 16 di Edvard Grieg, che vede il debutto a Verona del pianista canadese Jan Lisiecki. Classe 1995, il giovanissimo interprete ha subito fugato il principale dubbio che ci si porrebbe di fronte a un interprete di quest’età affrontando il celebre inizio in “medias res” della composizione con maturità musicale impressionante. Inutile analizzare il grado di perfezione nella tecnica e nel Jan Lisieckicontrollo del suono, quanto più interessante è invece soffermarsi sulla comunicatività di un artista che ha saputo mantenere l’intera platea con gli occhi sgranati per tutta la durata del concerto. Musicalità sincera senza fronzoli o manierismi, ora autoritaria ora dolcissima ed intima, hanno reso l’interpretazione di Lisiecki catalizzante e coinvolgente sotto ogni punto di vista grazie anche a un’assistenza encomiabile da parte di Järvi, abile nel gestire i piani sonori delle sezioni in virtù della massima libertà espressiva del solista. Ripetuto tripudio di applausi per il biondissimo Jan, che risponde con due bis -i preludi 15 e 16 di Chopin- riuscuotendo altre meritate ovazioni.
La seconda parte del programma lascia spazio all’eclettismo di Kristjan Järvi e alla musica di area baltica, presentando la Suite Karelia di Jean Sibelius, un lavoro giovanile che vuole descrivere storia e folklore di una regione a cui il compositore era legato profondamente, poi Never Ignore the Cosmic Ocean del contemporaneo Gediminas Gelgotas (commissione della BYP), ed infine il primo movimento della particolarissima Rock Symphony di Imants Kalniņš.
Prima dell’esecuzione della composizione di Gelgotas, Järvi ne ha spiegato le contaminazioni provenienti dai più disparati mondi musicali diffusi nell’area baltica, al fine forse di preparare l’uditorio alla piega che da quel momento in poi la serata avrebbe preso: musicisti fuori scena e itineranti, parole declamate, sussurrate e cantate simultaneamente alla musica hanno prodotto un risultato originale, godibile e coinvolgente cui il pubblico veronese ha risposto con grande entusiasmo. In chiusura, il primo movimento della Rock Symphony di Kalniņš (grande crescendo rapsodico basato su un unico tema, la cui struttura ricorda quella del Bolero di Ravel) ha trascinato definitivamente gli ascoltatori nella frenesia della geniale commistione tra il linguaggio rock e i mezzi espressivi dell’orchestra sinfonica. Profluvio di applausi, urla e ovazioni hanno scatenato una vera e propria ondata di fuori programma culminata con il ballo frenetico dei giovani componenti dell’orchestra, che sulle note di una danza dal sapore latino hanno eccezionalmente trasformato il palco del teatro in una vera e propria discoteca.  La risposta del pubblico veronese all’ecclettismo della Baltic Youth Philharmonic, che si è fatto stimolo culturale e riflessione sull’attualizzazione ed apertura del mondo musicale accademico alle contaminazioni con la “nuova” musica, è stata entusiastica: all’uscita del teatro i sorrisi e la concitazione di chi ha avuto un bellissima sorpresa. Foto principale Brenzoni