Vincenzo Bellini (1801-1835): “I Puritani” (1835)

Melodramma in tre atti su libretto di Carlo Pepoli. Esecuzione secondo l’edizione critica di Fabrizio Della Seta. Mariola Cantarero (Elvira); John Osborn (Lord Arturo Talbo); Scott Hendricks (Sir Riccardo Forth); Riccardo Zanellato (Sir Giorgio Walton); Fredrika Brillembourg (Enrichetta di Francia); Daniel Borowski (Lord Gualtiero Walton); Gregorio Gonzalez (Sir Bruno Robertson). Coro dell’Opera Olandese, Orchestra Filarmonica Olandese. Giuliano Carella (direttore), Martin Wright (Maestro del Coro), Francisco Negrin (regia), Es Devlin (scene), Louis Désiré (costumi), Bruno Poet (luci). Registrazione: Amsterdam, Muziektheater, febbraio 2009. T.Time: 173′. Non sottotitolato in italiano. Extra: interviste e dietro le quinte dello spettacolo. 1 DVD Opus Arte OA1091
Alla non certo ricco videografia dell’ultima opera belliniana, si aggiunge questa edizione olandese pubblicata da Opus Arte che, purtroppo,  presenta più ombre che luci, a partire dall’allestimento esageratamente claustrofobico (scene di Es Devlin, con costumi non stilisticamente chiari di Louis Désiré) voluto dal regista Francisco Negrin che affronta la di per sé poco chiara vicenda con molte idee realizzate talvolta in modo schizzofrenico o comunque confuse. Di veramente chiaro abbiamo qui il proseguire dello stato di follia di Elvira dopo che Arturo viene ferito a morte da Riccardo e di conseguenza il finale dell’opera la vede, nel buio della scena, cantare (con Arturo) la cabaletta”Ah! Sento, o mio bell’angelo”. L’esecuzione a due voci del brano finale fa parte dell’edizione critica (eseguita nel gennaio 2009 al Comunale di Bologna) di Fabrizio Della Seta che introduce nell’atto primo, il terzettino Arturo- Riccardo-Enrichetta,  “Se il destino a te m’invola” (atto 1), nel terzo,  l’andantino nella parte centrale del duetto con Elvira  “Da quel dì che ti mirai” (non eseguito a Bologna) e la già citata cabaletta “Ah! Sento, o mio bell’angelo!”. Parte musicale sicuramente più chiara e strutturata affidata alla concertazione di Giuliano Carella, forse non personalissima, ma di certo adeguata alle ragioni del canto e capace di gestire una compagnia di canto dagli esiti alterni. Qui spicca l’Arturo di John Osborn, cantante (ma anche ottimo attore) che riesce a restituirci l’arduo ruolo del protagonista maschile con la brillantezza del suo registro acuto unito a una adeguata proprietà stilistica. Lo stesso non accade con l’Elvira del soprano spagnolo Mariola Cantarero che riesce a gestire pienamente solo il lato lirico-melanconico del personaggio, in quanto quello virtuosistico la vede piuttosto debole: tutte le puntature in acuto suonano poi forzate e stridule. Ancora a scendere il baritono Scott Hendricks. A un’ottima presenza scenica e attoriale non corrisponde una traduzione vocale in stile belcantistico. Al contrario, Hendricks non ne conosce nemmeno le regole basilari: fatica a legare, incespica poi malamente nelle agilità delle cabaletta (eseguita senza “da capo”, ma sarebbe stato solo un ulteriore tormento per le orecchie). Per fortuna la qualità risale con il basso Riccardo Zanellato che ci offre un Giorgio Walton adeguato per linea di canto, nobiltà di accenti e morbidezza. Sul piano della correttezza le prove degli altri interpreti: Fredrika Brillembourg (Enrichetta di Francia); Daniel Borowski (Lord Gualtiero Walton); Gregorio Gonzalez (Sir Bruno Robertson). Ottima prova per i complessi dell’Opera Olandese.
Nel video vi proponiamo il finale dell’opera secondo la visione registica di Negrin