Balletto Civile al Teatro Camploy di Verona

Verona, Teatro Camploy, L’altro teatro, sezione danza, 2016
Balletto Civile
RUGGITO””
Ideazione Michela Lucenti, Maurizio Camilli
Interpreti Maurizio Camilli, Ambra Chiarello, Mirko Lo Piccolo, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Giulia Spattini
Verona, 5 febbraio 2016

Balletto Civile apre il cartellone danza del Teatro Camploy che vedrà ospitate altre quattro compagnie, fino all’8 aprile. Molto bello il teatro, ricavato su una struttura già iscritta nei catasti napoleonici dell’Ottocento; davvero affascinante il contrasto di luce e ombra, tra le pareti e i soffitti che sembrano acquarellati e il bianco lucido dei marmi. Grande palco che affaccia su di un’ampia e irta gradinata e una platea che sa offrire posto a persone con limitata abilità motoria. Un luogo ideale per mettersi comodi e lasciarsi cadere dentro a una storia, quella della vita.
In quello che dovrebbe essere un Centro Commerciale, sei personaggi cercano se stessi auto ponendosi delle domande e cercando delle probabili risposte. C’è una direttrice del personale, che non sa come espiare la colpa di aver dovuto licenziare qualcuno; una donna della pulizie completamente assorta nel suo ciclico lavoro, affatto attento alla clientela, per questo in collera col mondo e un addetto alla ristorazione che declama ciò che è in grado di offrire in un perfetto inglese. E ci sono degli avventori: uno gigolò alle prese telefoniche con chi gli chiede il possesso di attributi necessari per sostenere un improbabile provino per film a luci rosse e una donna in nero che si contorce e grida di indicarle dove sono i mattoncini del lego, forse per ricostruire a colori quella che è stata la sua felice esistenza.
Tra di loro un grande clown, la metafora degli equilibrismi sulla fune della vita, sia dei dipendenti del Centro Commerciale, sia dei suoi avventori, l’unica, sola e statica espressione del viso che siamo capaci di mantenere, malgrado le diverse occasioni di relazione interpersonale. Nel Ruggito della compagnia residente al Teatro Due di Parma, come nel precedente In-erme, c’è la lotta del singolo contro il peso dei brutti ricordi o delle inadeguatezze, l’espressione dell’alienazione sociale del vivere tutti insieme vite separate.
Infatti il Centro Commerciale è il “Non-lieux”, il nonluogo nominato da Marc Augé nel suo studio sull’antropologia della surmodernità. Si tratta di uno spazio in cui una moltitudine di individualità si incrocia senza entrare in relazione e in cui vive il desiderio frenetico di ognuno di trovare giovamento e cambiamento nella propria vita. Il grande centro degli acquisti è altamente rappresentativo dalla precarietà assoluta intesa come provvisorietà, quella tipica del transito da passaggio veloce, fortemente individualistico e solitario. A differenza dell’assunto di Augé, questi performers che cantano, recitano e ballano, non sembrano persone di passaggio ma abitanti del nonluogo. Quei microfoni ai bordi del quadrato scenico sono le loro postazioni; sono le abitazioni delle loro identità.
Azzeccate, infine, soprattutto per le liriche, le scelte musicali: una featuring di Shirley Bassey per i Propellerhead nel tecno-pop “The history repeating” (1998) e “I can be a frog” dei The flaming lips, che è il leitmotiv del Ruggito dove i sei ballerini mimano gli animali di cui si declama il verso e si balla tutti insieme come fosse la parata finale di 8 ½ , il circo della vita: il teatro del mondo.