Nino Rota (1911- 1979): “Works for Harp”

A 40 anni dalla morte del compositore
Concerto per arpa e orchestra (Allegro moderato, Andante, Allegro); Sonata per flauto e arpa (Allegro molto moderato, Andante sostenuto, Allegro festoso); Sarabanda e toccata; “Il Padrino” (suite), “Assassinio sul Nilo”; “La dolce vita”, “Romeo e Giulietta” (tema d’amore); “La bisbetica domata”. Arrangiamenti per arpa e orchestra di Daniel Capelletti. Arrangiamenti dei soli dell’arpa del Padrino e di Romeo e Giulietta di Anneleen Lenaerts.Anneleen Lenaerts (arpa). Emmanuel Pahud (flauto), Brussels Philharmonic. Adrien Perruchon (direttore). Registrazione; 9-11 maggio 2018 a Flagey, Brussels (Concerto per arpa e orchestra, Il Padrino, Assassinio sul Nilo, La dolce vita, Romeo e Giulietta, La bisbetica domata), 24 settembre 2018 al Teldex Studio di Berlino (Sonata per flauto e arpa), 20 ottobre 2018 al Teldex Studio di Berlino (Sarabanda e Toccata). T. Time: 63′ 1 Cd Warner Classics 9029551471

Noto soprattutto per le sue colonne sonore di film, Nino Rota (Milano 1911 – Roma, 1979) si dedicò a tutti i generi musicali con lo stesso impegno, componendo circa 150 lavori, e con quelle straordinarie doti musicali, che alla precocissima età di 8 anni, dopo un solo anno di studio di solfeggio, gli avevano consentito di riempire quaderni di musica con abbozzi di sinfonie e oratori. Alla manifestazione precoce del suo genio musicale contribuì certo il fatto che egli nacque in una famiglia di musicisti; la madre, eccellente pianista, era figlia di Giovanni Rinaldi, compositore ormai quasi del tutto sconosciuto, che insieme ad altri musicisti, alla fine dell’Ottocento, aveva cercato di contrastare l’egemonia del melodramma in Italia, rivalutando la musica strumentale. Pur essendo stato allievo di Pizzetti, di Casella e grande ammiratore di Stravinskij, che conobbe personalmente, Nino Rota fu un compositore originale nel panorama musicale del Novecento; egli, convinto che la musica debba essere una forma di espressione immediata e ingenua, si tenne lontano dalle tecniche musicali novecentesche senza mai polemizzare con chi le propugnava e rimase fedele ad una concezione musicale ancora ottocentesca basata sul primato della melodia e su una struttura tonale semplice aliena da complicati giri armonici. Questo suo ritorno alla musica dell’Ottocento costituisce l’aspetto artistico di un animo semplice e sincero, di cui è testimonianza un aneddoto raccontato dal regista Sergej Bondarchuk il quale, ricordando la sua collaborazione con Rota per il film Waterloo, affermò:

“Quando ho visto la partitura della colonna sonora, mi sono subito voluto informare, come sempre, delle necessità tecniche del Maestro. Allora ho chiesto a Rota: «Quanti tromboni le servono?». E lui: «Tre sono più che sufficienti». «Appena tre?», gli ho ribattuto: «certi compositori me ne chiedono cento, centocinquanta…». E lui, di rimando: «Tre o cento… fa lo stesso»”.
Questa semplicità, che si rispecchia anche nella sua poetica musicale caratterizzata da strutture simmetriche, è evidente in tutta la sua produzione compresa quella destinata a fare da supporto all’immagine. A questa semplicità si unisce una spontaneità particolarmente evidente nella produzione di colonne sonore, ma anche in questi suoi lavori originali con l’arpa solista: il Concerto per arpa e orchestra d’archi del 1947, la Sonata per flauto e arpa del 1937 e la Sarabanda e Toccata del 1945, nei quali, insieme ad echi di musica barocca, traspare anche la sua esperienza di compositore peer il cinema. Alla sua produzione originale per arpa, ma anche ad alcuni interessanti arrangiamenti per arpa e orchestra d’archi, realizzati da Daniel Capelletti e per quanto riguarda gli episodi solistici dell’arpa da Anneleen Lenaerts, di sue colonne sonore, è dedicato un ricco e originale Cd pubblicato di recente dalla Warner Calssics.
Protagonista è l’arpista Anneleen Lenaerts che interpreta con grande finezza sia i lavori originali per arpa, sia gli arrangiamenti. Suggestivo è il suo “duetto” con il flautista Emmanuel Pahud nei tre tempi della Sonata per flauto e arpa e perfetto l’amalgama con la Brussels Philharmonic ben diretta da Adrien Perruchon, la cui concertazione si segnala per l’adeguatezza dei tempi e per la bellezza delle sonorità evidente negli episodi lirici. Belli, inoltre, negli arrangiamenti del Padrino  e di Romeo e Giulietta i florilegi dell’arpa di cui è autrice la Lenaerts. Questo Cd è, in defintiva, un prodotto di indubbio interesse che consente di conoscere una parte della produzione di Rota meno nota, quella originale per arpa, e di gustare con nuove vesti timbriche alcuni suoi lavori molto più famosi.