Stéphane Fournial: grandi ambizioni per la “nuova” Scuola di Ballo del San Carlo di Napoli

Determinato e pratico, gentile ed efficace: questi gli aggettivi che definiscono Stéphane Fournial, neo-direttore della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli, “La prima d’Italia e la più antica d’Europa” – come recita la nuova formula di presentazione istituzionale, voluta dallo stesso Fournial. Una definizione apparentemente nota che contiene in sé il disegno ambizioso di proiettare la Scuola napoletana nell’Empireo delle Accademie più prestigiose del mondo, attraverso un percorso di ridefinizione e riformulazione dell’assetto generale secondo gli standard internazionali più efficaci. Una vera rivoluzione che, in appena tre settimane di reggenza, ha già idee da vendere e, soprattutto, da applicare con l’aiuto degli addetti ai lavori e non. Non staremo qui a elencare le numerose e importanti esperienze della sua carriera (si veda il file in allegato e questo video di presentazione), per concentrarci invece sulla riorganizzazione della Scuola di Ballo.
Direttore, ci parli delle sue linee propositive.
Felice di poter essere al Teatro di San Carlo in veste dirigenziale, sono dalle otto del mattino al tavolo di lavoro (e non solo propriamente “al tavolo”…) per dar corpo alla riorganizzazione che prelude alla messa in pratica della mia linea di pensiero. La difficoltà principale, in questa fase, è che non c’è molto personale specializzato che possa aiutarmi dal punto di vista burocratico e/o concreto nelle cose d’ufficio, che sono davvero tante. Ho iniziato a interessarmi contemporaneamente a diversi aspetti, tutti importanti per la gestione di una Scuola come questa.
Da cosa è partito?
Dalla definizione dell’Istituzione stessa: “Scuola di Ballo più antica d’Europa” mi sembrava un po’ polveroso e forse anche restrittivo. Non ci dormivo la notte. L’antichità è una prerogativa importante perché sottolinea una lunga tradizione e sedimentazione dei saperi; il fatto stesso che a Napoli si sia pensata la prima scuola di Ballo annessa a un Ente lirico è un fatto assai importante. Ma “prima”, per me, non deve continuare a essere un aggettivo usato solo da un punto di vista cronologico, quanto soprattutto qualitativo. Una proiezione nel futuro di un primato storico verso un primato di qualità. Per partire, intendo dare subito più risalto allo spazio dedicato alla Scuola sul sito ufficiale del Teatro, in maniera che sia maggiormente visibile e il lettore interessato possa trovare anche notizie importanti come l’elenco completo di tutti i diplomati della Scuola, dalla fondazione ad oggi, così da risolvere anche alcuni problemi di “attribuzione” di titoli. A buon intenditor poche parole.
Sulla parte propriamente didattica cosa può già dirci?
L’ordinamento degli studi attuale non permette, con tutti gli sforzi possibili, di plasmare professionisti di altissimo livello. Le ore di studio sono troppo poche, perché i ragazzi la mattina seguono un corso di studi regolare, oltre ai problemi legati all’utilizzo delle aule. Questo è un punto molto importante perché, se così dovesse continuare la situazione, non vedo futuro per questa Istituzione. Una Scuola di Ballo annessa a un Ente lirico trova ragione di vita (e di finanziamento) solo nell’altissima qualità dei suoi prodotti. Gli sforzi di allievi e famiglie potranno essere con certezza ripagarti da un impiego artistico gratificante e spendibile ovunque solo proiettandoci in quest’ottica.
Si presenta, dunque, la necessità di un riassetto radicale dell’ordinamento scolastico. Come pensa di agire in merito?
Sono alla ricerca di Scuole secondarie di secondo grado (ad esempio uno stesso Liceo coreutico) che possa concordare una partnership con il Teatro per una sorta di Scuola serale, come si fa già da tempo all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, oppure, sul modello dell’Opéra di Parigi, si potrebbe provvedere all’invio di docenti a Teatro per dare un preparazione dignitosa ai ragazzi, che consenta loro di conseguire la maturità. Ci vuole solo un po’ di buona volontà, ma questo permetterebbe un notevole innalzamento del livello. Sono inoltre alla ricerca di convitti che possano ospitare gli allievi residenti in altre regioni, perché la provenienza, al momento, è il grande limite della Scuola.
Senza dubbio un rinnovamento di questo genere permetterebbe anche un’istruzione migliore, perché spesso i ragazzi non riescono a mantenere il ritmo delle scuole “normali” e perdono terreno. Sullo studio della danza propriamente detta, invece?
Il clima poco disciplinato della gioventù e le lacune tecniche che la situazione sopra descritta –  mancanza di tempo e aule  ̶  hanno provocato, hanno portato a una situazione che va ricostruita con mentalità imprenditoriale. Vorrei dunque aprire un nuovo bando di selezione per l’ammissione alla Scuola di Ballo, perché si possano avere più candidati tra i quali scegliere, in maniera da non gravare finanziariamente in caso di “scrematura”. Sono poi alla ricerca di nuovi spazi per la danza, e l’architettura dei dintorni ne riserverebbe di splendidi…
La situazione attuale fa seguito ad anni molto bui, che il venticinquennio Razzi ha provveduto a sollevare. Ora, partendo da questa base, si deve andare avanti per migliorare ancora di più e progettare un disegno ambizioso. Dove pensa di intervenire ancora in questa fase iniziale?
Come ho già detto, dall’aumento delle ore di studio dedicate alla Tecnica classica, dallo studio ragionato del Repertorio classico e della tecnica di Passo a Due non inteso come la riproduzione di un duetto, ma come lo studio della tecnica dei rispettivi ruoli. Sono riuscito a dividere alcune lezioni femminili da quelle maschili, mi sono trovato a dover insegnare finanche alla propedeutica per esigenze transitorie di carattere pratico, ma, di certo, chi dirige non può dedicare troppo tempo all’insegnamento. Ho momentaneamente sospeso (sottolineo momentaneamente) l’importantissimo studio della danza di carattere, in attesa di sistemarne l’insegnamento in maniera specifica e intendo aprire lo studio della danza moderna a un percorso che sia davvero funzionale allo sviluppo dell’allievo, utilizzando stili diversi a seconda della fascia di età. La preparazione atletica va gestita in maniera diversa e più incisiva, oltre a tante altre cose come lo spettacolo di fine anno e il repertorio della Scuola, che svilupperò più avanti in maniera precisa. Le giornate di lavoro sono interminabili perché la responsabilità di un Direttore è grande. Bisogna costruire il futuro.
Come non essere d’accordo? Il nostro focus su alcuni dei punti fondamentali della nuova organizzazione della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo non può che aprire la strada a nuove interessanti prospettive, per cui seguiremo il percorso del nuovo Direttore con grande interesse. Napoli merita di tornare capitale della cultura e, per la Danza, questo percorso è già stato avviato. Potrà continuare e raggiungere traguardi di eccellenza assoluta, se rappresentata da persone decise e nutrite di buona volontà, oltre che di grande competenza ed esperienza, come Stéphane Fournial.  (Foto Francesco Squeglia

 

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