Pesaro, Rossini Opera Festival 2007: “La gazza ladra”

Pesaro, Adriatic Arena, Rossini Opera Festival 2007
LA GAZZA LADRA”
Melodramma in due atti di Giovanni Gherardini
Musica diGioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini in collaborazione con Casa Ricordi a cura di Alberto Zedda
Fabrizio PAOLO BORDOGNA
Lucia KLEOPATRA PAPATHEOLOGOU
Giannetto DMITRI KORCHAK
Ninetta MARIOLA CANTARERO
Fernando ALEX ESPOSITO
Gottardo, il podestà MICHELE PERTUSI
Pippo MANUELA CUSTER
Isacco STEFAN CIFOLELLI
Antonio COSIMO PANOZZO
Giorgio VITTORIO PRATO
Ernesto/Il pretore MATTEO FERRARA
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e Coro da Camera di Praga
Direttore Lü Ja
Maestro del Coro Lubomir Matl
Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Progetto luci Mark Truebridge
Pesaro, 13 agosto 2007
“La gazza ladra” fu l’opera che nel 1980 inaugurò il Rossini Opera Festival in un’edizione diretta dal compianto Gianandrea Gavazzeni. Fu riproposta con altro allestimento ed interpreti nel 1989, e pubblicata in cd dalla Sony, pertanto quella odierna del 2007 è la terza edizione e il terzo allestimento che viene presentato a Pesaro. E’ un’opera semiseria passata alla storia più per la celebre sinfonia che per la partitura in se, questo probabilmente perché i vari personaggi hanno sì arie raffinate e belle ma sicuramente non memorabili, inoltre lo spartito è molto lungo e la vicenda alquanto complicata. La stessa classificazione di opera in bilico tra il grottesco, il giocoso e il tagico la rende anomala nella produzione di Rossini che optava nettamente per stili più chiari. La vicenda di per sé comica:un gazza ruba una posata ma del furto viene accusata Ninetta, si inserisce l’aspetto drammatico, o addirittura grottesco, la protagonista vien condannata a morte per il reato. La partitura è da sempre considerata ai margini della produzione rossiniana, apprezzabile e godibile ma non immortale come per altri titoli, errore: l’opera è godibilissima e i ruoli molto incalzanti, semmai un po’ lunga per raccontare una vicenda  abbastanza fragile, anche se molto articolata. Il successo che è stato tributato a questa edizione di Pesaro spetta in primis al bellissimo allestimento curato alla da regia di Damiano Michieletto con le scene di Paolo Fantin. Trovare una formula non classica per allestire quest’opera non è stato facile, ma l’estro e l’inventiva del regista hanno portato a una soluzione geniale: nell’ouverture la protagonista è una bambina che gioca con dei cilindri, passando dalla veglia la sonno, la scena si fa reale mentre una gazza ruba gli oggetti. Il sogno della bambina non è più un gioco ma un dramma perche accusata di furto, i cilindri diventano sempre più grandi, a sembrare prima dei cannoni, poi le sbarre della prigione, dove la presenza dell’acqua rende ancora tutto più instabile, ma al momento della fucilazione, tutto si risolve trovando il vero colpevole, e il sogno della bimba viene interrotto nel momento più tragico, era solo un sogno, e la bimba ritorna felice passato l’incubo. Una straordinaria prova di grande teatro musicale, inventiva scenica, brillante e divertente, cui si devono aggiungere i lineari e moderni , ma sempre raffinati costumi di Carla Teti. Il Maestro Lu Ja, in ottima forma, ci ha regalato una delle sue prove più incisive a capo dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, con una lettura con leggera, ricca di spirito, garbo e altrettanta presa teatrale enfatizzando momenti tragici forse oltremisura, ma di sicuro effetto. Complessivamente buono il cast  vocale a partire dalla Ninetta di Mariola Cantarero buona cantante, brava cesellatrice e raffinata virtuosa ha sicuramente accentuato l’aspetto patetico del personaggio, ma con stile. Dmitry Korchak è  un tenore pregevole ma con delle limitazioni nel settore acuto, ma musicale ed appassionato. Ottima prestazione quella di Michele Pertusi con voce pastosa, tornita ed accenti eloquenti, semmai è la coloratura ad apparire scialba ma del resto è da sempre un suo tallone d’Achille. Il migliore del cast è stato un Alex Esposito di straordinaria bravura scenica e di ammirevole qualità vocale, che con un autorevolissimo fraseggio e una padronanza assoluta dei registri si è esibito da grande cantante. Belle prove anche quelle di Manuela Custer, indiavolato e spontaneo Pippo, di Paolo Bordogna austero ed equilibrato e di Kleopatra Papathelogou mezzosoprano dal timbro accattivante che speriamo di risentire in futuro in parti più impegnative. Buona la prova del coro e al termine un caldo, vibrante e meritato successo.