“Senza trucco”….Sumi Jo

Artisticamente nata sotto il segno di Herbert Von Karajan che ne ha decretato il successo internazionale. Il soprano che affronta il canto siderale, ultraterreno, della Regina della notte del Flauto Magico di Mozart per poi scendere alla dolorosa passionalità della Violetta di Traviata.
Gentile Sumi, mi posso ritenere proprio fortunato! Riesco a “catturarti” in uno dei tuoi momenti di passaggio in Italia…!
Infatti, anche se sto già per partire!
Destinazione?
Los Angeles. Vado a cantare la Regina della Notte nel “Flauto Magico” e poi, dagli States vado in Malesia per un concerto.
La regina della notte è uno dei tuoi ruoli di maggior successo!
Si, certo. L’ho cantato molte volte anche se non troppe. Ho voluto seguire il consiglio che mi ha dato Il M°Karajan. Mi raccomandava di non cantare troppo questo ruolo. In effetti è un personaggio che ti può creare una notevole tensione psicologica. Ti giochi tutto in due arie, in teatro poi mi è anche capitato di avere o, dei costumi bellissimi, ma pesantissimi e ingombranti o addirittura di cantare anche appesa per aria. A Los Angeles sarà un “Flauto” in versione da concerto, quindi una situazione favorevolissima.
Certo. L’incontro con Karajan ha rappresentato un momento importantissimo per la tua carriera…
Fondamentale, direi..
Come arrivasti a lui?
Molto semplicemente.Avevo vinto dei concorsi internazionali e mi trovavo in Italia. Cantavo “Rigoletto” a Trieste, qualcuno molto vicino all’entourage di Karajan mi sentì e venni così invitata a sostenere un’audizione per il Maestro.
E da quella audizione ha avuto inizio la tua carriera internazionale. Cosa ricordi di lui?
Era anziano e malato, infatti sarebbe morto di lì a poco. Era minato nel fisico, ma lucidissimo. Ricordo la profondità dei suoi occhi azzurri che non ti perdevano mai di vista. Nel 1989, l’anno della sua morte, provavamo il “Ballo in maschera”. Sul lavoro era esigentissimo, maniacale nella cura dei dettagli. Non appena si smetteva con le prove era affabile anche se appariva sempre austero.
Nei tuoi confronti com’era?
Era curiosissimo! Voleva sapere tutto della mia vita privata. Lui stesso però si confidava a me. Ad esempio mi parlava dei suoi non facili rapporti con le figlie.
E tu?
Io lo ascoltavo. Ero poco più di una ragazzina e come tale forse un po’ sconsiderata, così mentre tutti, Placido Domingo e Leo Nucci, compresi, si avvicinavano a lui con grande deferenza, io lo vedevo un po’ come un “nonno” e avevo anche degli slanci fisici nei suoi confronti, come accarezzargli i capelli bianchi.
Quali altri consigli ti ha dato Karajan?
Mi raccomandava sempre di lasciare la “Sumi Jo soprano” in teatro, di abituarmi a dividere nettamente la professione dalla vita privata. Confesso che, se sono riuscita a seguire il consiglio di Karajan riguardo la regina della notte, faccio molta fatica a lasciare il lavoro fuori dalla mia vita.
Immagino non sia una cosa facile. A proposito della tua carriera. Da quel Ballo in maschera del 1990 che ti ha proiettato nello “star-system” internazionale a oggi, come si è evoluta la tua carriera in rapporto alla tua vocalità?
Certo il successo è stato travolgente, ma non credo di essermi fatta travolgere. Di carattere amerei il rischio, ma non credo di essere mai stata una sconsiderata nella scelta del repertorio. Sono un soprano “leggero” e come tale so quali sono pregi e limiti della mia vocalità. Recentemente ho cantato per la prima volta La fille du regiment e mi sono trovata benissimo in questo ruolo, sotto ogni punto di vista.In ottobre canterò la mia prima Traviata.
Violetta Valery, sicuramente un ruolo importante per la tua vocalità…
Ne sono cosciente e per questa ragione ho cercato le condizioni il più possibile ideali per questo mio esordio. Solo due recite, un teatro dalle dimensioni ridotte come è quello di Toulon e un direttore ben esperto di opera, come è Giuliano Carella, che conosce bene la mia voce. Mi metto alla prova, vedo come va. Se funziona, bene, altrimenti non sarà una tragedia e non si comprometterà di certo la mia carriera!
Di sicuro! A proposito della tua attuale carriera, ho visto che nel tuo carnet di impegni ci sono molti concerti…
Sì, vero. Sai benissimo che almeno nel recital si è più liberi di cantare quello che più ami e puoi anche “sperimentare” musica che non hai mai cantato prima.
Certo. Ho avuto modo di ascoltare un tuo recital registrato allo Chatelet di Parigi nel 2006. Devo dire che non sei certo una cantante che gioca al risparmio! Hai cantato arie da opere di Vivaldi, Handel per arrivare alla famosa “Ah! Vous dirai-je mamam” di Adam e, per bis la scena di Violetta del primo atto!
Sì, vero. Nei concerti ci sono certamente molti dei miei “cavalli di battaglia” e comunque, come ti dicevo prima, per mezzo dei concerti mi sono accostata alle opere di Handel e Vivaldi.
Mettiamo un po’ da parte la musica e parliamo un po’ di te. Iniziamo dal tuo nome: Sumi Jo. In italiano lo si può tradurre in…?
Il mio è un nome composto. Su, lo si può tradurre a “Eccellente”, Mi in “Bellezza” e Jo “Sacro”.
Un nome dal significato importante! Veniamo al tuo carattere. Prima hai detto che ami il rischio, ma allo stesso tempo sei ben attenta nelle tue azioni, soprattutto nel lavoro. Cosa possiamo aggiungere?
Credo di avere una personalità abbastanza complessa, un insieme di testardaggine, precisione, riservatezza. Amo la solitudine, ma anche il piacere di dedicarmi agli amici. Ci sono molte sfumature nel mio carattere, ma credo sia così per tutti! Si cambia e i fattori esterni spesso ci condizionano.
Qual è il tuo segno zodiacale?
Sono dello Scorpione.
Sei superstiziosa ?
Solo un po’. Ho un mio rito scaramantico: in albergo, prima di andare in teatro mi metto a lavare la biancheria, in particolare… le mutandine!
Tre aggettivi per il tuo amore ideale
Passionale, ironico e ci aggiungerei un bel corpo…anche se non è tanto un… “aggettivo”.
Lo hai trovato?
La vita affettiva è sempre una cosa piuttosto complessa soprattutto per chi fa una professione come la mia. Già quando venni in Italia per studiare, il fidanzato che avevo in Corea, mi lasciò perché non accettava che facessi la cantante. Adesso ti posso dire che hoa imparato ad accontentarmi.
Cosa volevi fare da grande?
La ballerina classica, da sempre amo la danza e quando posso non perdo l’occasione per andare a vedere qualche bel balletto. Giusto qualche sera fa sono andata a Caracalla a vedere “Il lago dei cigni”, rimangono sempre affascinata! Avrei anche voluto fare la veterinaria perché amo moltissimo gli animali.
Hai mai gridato vendetta?
Mi sono presa qualche piccola rivalsa non appena ne ha avuto l’opportunità. Diciamo che sono una persona che non dimentica se ho avuto dei torti.
Il libro che ti ha segnato?
Sono moltissimi libri che amo e che ho amato. Ultimamente sono molto attratta da da testi che parlano di aspetti legati alla vita, o meglio alla filosofia del vivere. Ho letto “Your best life now” di Joel Osteen e “Life Lessons” di Elisabeth Kuebler-Ross. Sono dei volumi che insegnano o ad apprezzare il nostro quotidiano sotto ogni aspetto. Tra I romanzi ho anche letto un libro di grande successo negli Stati Uniti “Belcanto” di Ann Patchett.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Mia madre mi ha fatto crescere con latte e…Maria Callas!
Quindi la musica è stata una vocazione?
Direi proprio di sì, una vocazione naturale.
La delusione più grande?
Non ho avuto grandi delusioni, almeno sul piano professionale. Mi è capitato che qualche regista storcesse il naso o addirittura si mostrasse decisamente ostile ad avere una Gilda o una Lucia dai tratti orientali. Ci rimani male, ma è anche comprensibile, dal loro punto di vista. Le delusioni più grosse sono quelle che ti arrivano dalla vita, dai sentimenti, dalle amicizie.
Che importanza dai al denaro?
Guadagno bene, non mi lamento, credo comunque di essere una persona generosa.
Raccontami un tuo sogno ricorrente?
Sono angosciata dal maltrattamento degli animali. Per me è quasi un incubo! Vengo da un paese, la Corea dove, la miseria, ma anche una brutta tradizione, ha fatto si che ancora oggi si mangino i cani. Sogno e mi batto perché questa bruttissima usanza venga eliminata una volta per tutte !
Di che cosa hai paura?
Sono una fatalista e come tale non penso alla paura.
A te, chi o cosa ti imbarazza?
Ti sembrerà assurdo, ma tanto posso essere quasi egocentrica sulla scena, tanto sono schiva nella vita. Mi imbarazzo molto se mi sento osservata.
La situazione più rilassante?
Giocare con i miei cani e andare alle terme.
Materia scolastica preferita?
l’inglese. Ho sempre amato imparare le lingue straniere.
Città preferita?
Credo di essere una cittadina del mondo e di avere la capacità di integrarmi molto facilmente nei luoghi dove mi trovo. Vorrei vivere alle Hawaii, poi a Sydney, trasferirmi a Parigi per un weekend d’amore e poi un mese a New York. Adesso andrò a Los Angeles entrando subito nella logica di quella città e in quello che ti offre:prima di tutto Disneyworld! Qui ci passerò almeno una giornata!
Colore preferito?
il viola.
Fiore preferito?
Le rose rosse e blu.
Vacanza ideale?
Prima di tutto starmene a casa mia, poi c’è un luogo magnifico, Bali, che ti a Bali,un luogo magnifico che trasmette una grande serenità rigeneratrice.
Giorno o notte?
Sicuramente la notte.
Il film più amato?
“Tutti insieme appassionatamente” con Julie Andrews, tra i classici. Tra le pellicole che ho visto recentemente direi “Il velo dipinto” con Naomi Watts e Edward Norton. Mi è piaciuto moltissimo! Lo consiglio!
La stagione dell’anno?
Sicuramente l’ estate.
Il tuo rapporto con il cibo?
amo molto mangiare ma allo stesso tempo presto molta attenzione a quello che metto nel piatto. Al mattino decido il menù della giornata cercando di variare il più possibile senza perdere di vista l’apporto calorico.
Piatto preferito?
Gli spaghetti alle vongole e la pizza Margherita.
Vino rosso o bianco?
il vino bianco e visto che, quando sono in Italia,abito a Frascati non posso non apprezzare l’ottimo bianco di queste zone.
Il cantante preferito?
Juan Diego Florez, Placido Domingo e Natalie Dessay. Con lei ho registrato “Le contes d’Hoffmann” l’edizione nella quale cantavo il ruolo, per me “anomalo” di Giulietta.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa le faresti ascoltare?
Forse l’aria di Zerbinetta nella versione originale che ho inciso con la direzione di Kent Nagano e che proponeva la prima versione dell'”Ariadne auf Naxos” di Strauss.
Personalmente trovo molto bello anche quel tuo recital intitolato “Carnaval”…
Sì, hai ragione. E’ stato il mio primo recital. Contiene brani molto belli d’altra parte non poteva essere altrimenti, vista la presenza di Richard Bonynge, uno specialista nel repertorio francese dell’800.Ricordo che Joan Sutherland mi disse di avere ascoltato due volte di seguito quel disco e di essere stata molto contenta che Richard mi avesse fatto cantare quella musica. Inutile dire che sono stata onorata da queste parole.
Ricordi il primo disco acquistato?
Sicuramente dei dischi di musica pop, in particolare Barbara Streisand. Mi piace cantare la musica leggera, ho anche inciso dei dischi con temi da films e musicals. Il primo disco di classica che ho comperato è stata la Sinfonia nr.5 di Mahler diretta da Karajan.
Il tuo rapporto con la televisione?
E’ una presenza. Spesso è accesa e ti fa compagnia e di conseguenza guardo di tutto, compresi i reality show.     
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Tengo tutti alla larga, soprattutto i tenori sono quasi sempre degli ansiosi!
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Le gomme da masticare, rilassano la mandibola, il ginseng e la macchina fotografica. Mi piace scattare delle foto dietro le quinte.   A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Ho 44 anni e credo di mantenermi ancora piuttosto bene ancora bene!
Direi proprio! Pensi mai alla morte e come vorresti morire?
Non ci penso proprio. Potendo scegliere direi nel sonno.
Stato d’animo attuale?
Indaffarata e comunque un po’ triste: ogni volta che parto mi dispiace lasciare i miei cani.
Il tuo motto?
Non voglio fare la pubblicità a un operatore di telefonia…ma credo che la frase “Life i now”, sia molto appropriata al mio senso della vita! Veramente va vissuta adesso, attimo dopo attimo!

Il soprano SUMI JO è nata a Seul, ha iniziato gli studi vocali in Corea per poi completarli in Italia presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Ha vinto innumerevoli concorsi internazionali a Seoul, Barcellona e Verona.Subito dopo il diploma, viene invitata da Herbert von Karajan al Festival di Salisburgo per interpretare Barbarina ne Le Nozze di Figaro e Oscar in Un ballo in maschera . In seguito ha modo di calcare i palcoscenici dei alcuni tra i maggiori teatri al mondo, fra i quali, il Teatro alla Scala di Milano in Fetone di Pomelli, all’Opera di Roma come Zerbinetta e Constance nei Dialogues des Carmélites e al Covent Garden di Londra come Olympia in Les contes d’Hoffmann, nonchè il Metropolitan di New York, Staatsoper di Monaco di Baviera, Teatro San Carlo di Napoli, Wiener Staatsoper, Los Angeles Opera e Opèra di Parigi.Dal 1995 include nel suo repertorio ruoli maggiormente drammatici come Lucia di Lammermoor e Gilda nel Rigoletto. Attiva anche in campo concertistico, annovera nel suo repertorio il Requiem e la Messa in Do minore di Mozart e Carmina Burana di Carl Orff. Nel corso della sua carriera ha collaborato co con direttori d’orchestra come John Elliot Gardiner, Sir Neville Marriner, Kent Nagano, Sir Georg Solti, Zubin Metha, Lorin Maazel e Seiji Ozawa. La sua ricca discografia comprende tre incisioni di Die Zauberflöte, Les contes d’Hoffmann per la direzione di Kent Nagano (Erato), Die Frau ohne Schatten con Sir Georg Solti (London/Decca; incisione vincitrice del Grammy), Un Ballo in maschera con Herbert von Karajan (Deutsche Grammophon), nonché svariati recitals.