Da Bellini a Offenbach, nei cd “Opera Rara”

Vincenzo Bellini (1801-1835) – “La Straniera” – Melodramma in due atti, libretto di Felice Romani. Geoffrey Mitchell Choir, London Philharmonic Orchestra, David Parry (direzione), Patrizia Ciofi (Alaide), Mark Stone (Valdeburgo), Dario Schmunck (Arturo), Enkelejda Shkosa (Isoletta), Graeme Broadbent (Il Priore), Roland Wood (Il signore di Montolino), Ald Hall (Osburgo). Registrazione: Henry Wood Hall, Londra, ottobre / novembre 2007. 2 CD Opera Rara ORC 38
La casa discografica inglese “Opera rara” è sicuramente una delle più prestigiose e note a tutti i melomani, soprattutto a quelli, come il sottoscritto, appassionato del melodramma dell’800′. Non mi è certo sfuggita l’ultima uscita in ordine di tempo “La Straniera” di Vincenzo Bellini un titolo che di certo non vanta un’ampia discografia: dei “live” e un’unica edizione, diciamo “ufficiale” con la Aliberti, edita da “Ricordi” ,fuori catalogo da tempo. L’incisione “Opera rara” colma questo vuoto cojn questa registrazione realizzata a Londra nel 2007.  Il ruolo della protagonista è affidata alla “nostra” Patrizia Ciofi, unica italiana del cast. Sappiamo che lo strumento vocale del soprano toscano non è “straordinario” e qui sicuramente i limiti emergono, soprattutto in personaggio come quello di Alaide che prevalica la reale natura della cantante. La Ciofi, coglie il lato malinconico, dolente di questa figura belliniana, ma appare una lettura a senso unico. Vengono a mancare gli slanci drammatici, quelli più marcatamente “di forza”, semplicemente perchè il peso specifico della sua voce non lo consente. Basta ascoltare la scena finale dell’opera a partire dal recitativo “Sono all’ara” e ce ne rendiamo conto. Senza scomodare inutili paragoni, basterebbe ascoltare, l’incisione fatta a suo tempo di questo finale, da Raina Kabaivanska, di certo una cantante “belliniana” per capire quello che manca alla Ciofi, che ci offre un’ Alaide  più vicina alla Giulietta dei “Capuleti”. Il resto del cast vede Enkelejda Skhosa nel ruolo dell’antagonista “Isoletta”, forse dal timbro un po’ “cupo” per la parte si mostra  vocalmente corretta, ma come interprete alquanto “generica”. Il tenore Dario Schmunk è un Arturo convicente, la voce non è bella, ma l’inteprete riusce  cogliere la personalità complessa  e tormentata di questo personaggio, un sorta di “unico” nella produzione belliniana e al quale, per altro il compositore non ha affidato  nemmeno un’aria. Il baritono Mark Stone, al contrario è un Valdeburgo debole. La voce è timbricamente troppo “chiara” e tecnicamente non particolarmente agguerrita, vista la palese difficoltà nel sostenere la linea di canto bellinina ( vedi ad es. “Meco tu vieni o misera”, atto secondo, sc.IV ). Tra i ruoli secondari Roland Wood (Montolino), Graeme Broadbent (Il Priore), spicca per sgradevolezza Aled Hall (Osburgo) . David Parry a capo della “London Philharmonic Orchestra”, ci propone la partitura nella sua integrità, dirige con convinzione, dominando la scrittura belliniana in ogni suo aspetto , con dei bellissimi momenti di pittura sonora, come ad esempio nell’introduzione alla scena VI dell’atto primo, confermandosi un vero specialista del repertorio ottocentesco italiano.
Facciamo un passo indietro, lasciamo Bellini per passare al Donizetti dell’ “Imelda de’ Lambertazzi” pubblicata nell’estate 2008.
Gaetano Donizetti (1797-1848) – “Imelda de’ Lambertazzi” – Melodramma tragico in due atti, libretto di Andrea Leone Tottola. Geoffrey Mitchell Choir, Orchestra of the Age of Enlightenment, Mark Elder (direzione), Frank Lopardo (Orlando), Nicole Cabell (Imelda), Massimo Giordano (Lamberto), James Westman (Bonifacio), Brindley Sherratt (Ubaldo). Registrazione: Henry Wood Hall, Londra, febbraio /marzo 2007. 2 CD Opera Rara ORC 36
L’opera, datata 1830, propone la tragica storia d’amore di Imelda e Bonifacio, una sorta di Giulietta e Romeo nella Bologna del  Già presente sul mercato discografico in una edizione “Nuova Era” del 1989, questa partitura interessante, senza pagine travolgenti, nell’edizione “Opera Rara” si avvale di un cast di buon livello. L’emergente soprano Nicole Cabell si trova ad affrontare un ruolo che in realtà le sta piuttosto strettino. La tessitura di Imelda è piuttosto centrale toccando zone non agevolissime alla cantante che, comunque ne esce in modo complessivamente onorevole ( Leyla Gencer sarebbe stata un’Imelda ideale, per fare un esempio del temperamento che servirebbe a questo ruolo). Si potrebbe fare lo stesso discorso per il baritono James Westman nell’anomalo, per allora, ruolo di “amoroso”. Voce non particolarmente bella, ne di grande spessore quella di Westman, anche a lui fa difetto il temperamento drammatico del personaggio. I due cattivi, Orlando e Lamberto, rispettivamente padre e fratello di Imelda,  sono affidati a due tenori, rispettivamente Frank Lopardo e Massimo Giordano. Stentoreo il primo, mentre Giordano domina il personaggio del crudele Lamberto con un fraseggio incisivo e slancio vocale. Mark Elder dirige con impeto, anche se talvolta appare un po’ “sopra le righe”. Dall’opera italiana a quella francese con la riproposta de “La cour de Célimène” opéra-comique targata 1855 di Ambroise Thomas.
La Cour de CélimèneAmbroise Thomas (1811-1896) – “La Cour de Célimène” – Opéra Comique in due atti, libretto di Joseph-Bernard Rosier. Geoffrey Mitchell Choir, Philharmonia Orchestra, Andrew Litton (direzione), Laura Claycomb (La Comtesse), Joan Rodgers (La Baronne), Alastair Miles (de Baupré), Sébastien Droy (de Mérac), Nicole Tibbels (Bretonne). Registrazione: Abbey Roads Studios, Londra, luglio 2007. 2 CD Opera Rara ORC 37
La vicenda è  basata su una alquanto fragile storia della frivola Comtessa  soprannominata “Célimène” e dei suoi spasimanti: Le Commandeur de Beaupré, Le Chevalier de Mérac. Scontato il lieto fine con la scelta dello sposo. La musica di Thomas, godibilissima, con temi di danza, arie accattivanti ( in particolare quella della Contessa nell’atto II), belle scene d’insieme, scivola via senza lasciare il segno, quindi a mio parere non si grida certo al miracolo! Cast vocale apprezzabile, dominato dallo “charme” virtuosistico di Laura Claycomb ( La Comtesse), seguono Alastair Miles (Le Commandeur), Sebastien Droy (Le Chevalier), Joan Rodger (La Baronne), Nicole Tibbels (Bretonne). La concertazione di Andrew Litton valorizza in pieno la partitura di Thomas.
Entre Nous – Celebrating Offenbach –
Excerpts from the forgotten operas. Geoffrey Mitchell Choir, LondonEntre Nous Philharmonic Orchestra, David Parry (direzione), Laura Claycomb, Yvonne Kenny, Elizabeth Vidal, Cassandre Berthon (soprani), Jennifer Larmore, Diana Montague, Alexandra Sherman (mezzosoprani), Loic Félix, Colin Lee, Mark Le Brocq, Mark Wilde (tenori) André Cognet, Mark Stone (baritoni), Alastair Miles (basso). Registrazione: Henry Wood Hall, Londra, settembre 2006
. 2 CD Opera Rara ORR 243
Concludo parlando di un altro cofanetto “Entre Nous” Celebrating Offenbach dedicato a brani tratti dalla vasta produzione di operette del “Mozart dei Champs-Elysées”, come lo aveva soprannominato Rossini. Da Le voyage  dans la lune a Geneviève de Brabant , Les Braconniers, Le Pont de soupirs e molti altri titoli, si può gustare la “verve” musicale e la spiccata ironia di questo compositore. Lungo l’elenco degli interpreti nel quale spiaccano i nomi di Jennifer Larmore, Yvonne Kenny, Elizabeth Vidal, Diana Montague,Laura Claycomb, Colin Lee,(tenori) Alastair Miles tra gli “abituée” delle produzioni “Opera Rara”. La “London Philharmonic Orchestra” è diretta  con il giusto brio, da  David Parry.  Tutte le produzioni discografiche di questa etichetta sono contrassegnate da un’elegante veste grafica,  con libretti ricchi di notizie, ovviamente in inglese.