Milano, Teatro alla Scala: torna “Aida”

 Teatro Alla Scala – Stagione  d’Opera e  Balletto 2008/2009
“AIDA”
Opera in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni
Musica di Giuseppe Verdi
Il Re CARLO  CIGNI
Amneris ANNA  SMIRNOVA
Aida  MARIA JOSE’ SIRI
Radames WALTER  FRACCARO
Ramfis  GIORGIO  GIUSEPPINI
Amonasro JUAN  PONS
Messaggero KI HYUN KIM
Sacerdotessa SAE KYNGH RIM
Primi ballerini: Sabrina Brazzo, Andrea Volpintesta
Ballerina solista: Flavia Vallone
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri
Direttore Daniel Barenboim
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Maurizio Millenotti
Coreografia  Vladimir Vassiliev
Produzione Teatro alla Scala 2006.    
Milano,22 giugno 2009
L’ultimo spettacolo alla Scala prima della pausa estiva ha visto la ripresa di “Aida” nella produzione che ha inaugurato la Stagione 2006/07. Non è l’ultimo spettacolo estivo, perchè a luglio ci sarà “Eugen Onegin” con i complessi del Teatro Bolshoi di Mosca. L’interesse primario di questa produzione era la presenza di Daniel Barenboim sul podio, attesa che in parte è andata delusa.  Ma prima voglio porre una domanda. L’ Aida come abbiamo appena detto è stata presentata nel recente allestimento di Zeffirelli. In una prossima  tournée in Israele invece,  verrà portato quello del 1963 sempre con la regia di Zeffirelli ma con le scene e i costumi di Lila de Nobili e un altro cast.  Non si poteva anche noi rivedere quello storico allestimento invece di questo, del tutto anonimo e banale nei contenuti registici , con soluzioni stereotipate, logore e abusate ?
In cartellone erano previsiti i nomi di Norma Fantini e  Manon Fuebell, misteriosamente sparite, per fare posto a una “new entry” Maria José Siri. Dotata di una voce prettamente lirica, la Siri ha però mostrato limiti di volume che va a pesare soprattutto nelle situazioni più marcatamente drammatiche. Le si riconosce una seria professionalità e un’onesta preparazione, ma non è certo l’Aida ideale. Dei cantanti del 2006 restava Walter Fraccaro, che allora fu un sostituto all’ultimo minuto del contestato Roberto Alagna. Dire che oggi meglio di Fraccaro non ci sia nulla sul piano internazionale mi pare azzardato, semmai è  gistificabile con le limitate disponibilità economice del teatro, il che non assolve il cantante da una genericità sia musicale sia interpretativa disarmante, a scapito di fraseggio, accenti, vigore, e tutto quello che comporta questo difficile ruolo . Fraccaro canta sistematicamente in modo stentoreo, è immaginabile il senso di noia che provoca a lungo andare, per arrivare a un finale dell’opera dove le  forzature e la  tecnica approssimativa sono al loro apice. Anna Smirnova avrebbe una voce di per se interessante di bel timbro,  qualità  vanificate da  una tecnica elementare: il passaggio è difficile e artificioso, i suoni intubati ed ingolati in basso, striduli e gridati in altro, cui va aggiunto un gusto interpretativo decisamente personale, oserei dire grottesco. Juan Pons giunto ormai al tramonto di un’importante carriera, non può che fare quel poco che una voce ormai  sfibrata gli può permettere.  Gli altri due bassi non vanno oltre una “routine” di provincia anni ’60, tolto qualche momento di Giuseppini. Ottimi invece i due interventi della sacerdotessa e del messaggero, pur nei loro brevi interventi. Resta infine Daniel Barenboim, il quale pur nella sua somma classe di musicista, delude.  A sua favore vanno sicuramente una ricerca del suono, e in parte una dinamica variopinta ma di netta impostazione “tedesca” che applicata ad un opera come Aida non convince.  Credo che Aida e Verdi in genere, non siano nelle corde del direttore argentino, sia per cultura  che per concezione, visti gli altissimi risultati ottenuti in altri repertori.  Qui mancavano del tutto i colori che la partitura esprime, il gioco e l’enfasi di alcune sezioni drammatiche, come ad esempio i due duetti di Aida nel terzo atto, così come nella scena del trionfo. Spesso Barenboim partiva bene, ma poi, inspiegabilmente , si adagiava in ritmi e sonorità standardizzate.  In sostanza è mancato il linguaggio del melodramma italiano! Alla prima  rappresentazione, pare ci siano stati sonori e forti dissensi, anche se qualcun altro diceva si trattesse di isolate contestazioni.  Alla presente recita, non ho registrato nessun dissenso, ma la dice lunga che un’opera come Aida scivoli via  praticamente senza applausi al termine di arie, duetti e concertati. Al termine. solo tre chiamate al proscenio, applausi di cortesia. Dunque siamo ben lontani da un successo! Mi sia consentito dire che è  inaccettabile  inserire due intervalli nella rappresentazione!.