Stanislaw Moniusko (1819-1972):”Paria”

Opera in un Prologo e Tre Atti, libretto di Jan Checinski . Leskek Skrla (Dzares), Janusz Lewandowski (Akebar), Katarzyna Holysz (Neala), Tomasz Kuk (Idamor), Andrzej Lampert (Ratef).  Coro e Orchestra Opery na Zamku di Stettino. Direttore, Warcislaw Kunc. 2 cd DUX, 2009. (note e libretto anche in italiano) Prima registrazione integrale.
Stanislaw Moniuszko, accanto a Chopin e Szymanowski, è certamente il compositore di maggior spicco della storia della musica polacca. Fondamentale il suo contributo per lo sviluppo dell’opera nazionale. Il suo primo lavoro importante Halka del 1848, ancora oggi frequentemente rappresentata, si pone come punto di passaggio verso un linguaggio che, pur legato ai più romantici clichés d’opera, adopera un linguaggio che è chiaramante polacco, senza attingere alla musica folkloristica. Le opere successive ebbero minore fortuna, in particolare questo lavoro, Paria, andato in scena a Varsavia l’11 dicembre 1869, che si fermò a sole 6 repliche, per poi cadere nell’oblio pressochè totale.  Il fatto gettò nello sconforto il compositore che, per il resto della sua vita, continuò a chiedersi il perchè di questo insuccesso.  L’opera,  ambientata in India, narra le vicende del giovane Idamar, che da reietto paria, è diventato un grande guerriero e ora  sta per sposare Neala, la donna amata, figlia  di Akebar, gran sacerdote dei Bramini.  Il sogno è bene presto destinato ad infrangersi, quando Idamar ritrova il padre, Dzares che porta così alla scoperta delle sue umili origini. Proprio mentre si stanno per celebrare la nozze il giovane condottiero viene  ucciso dallo spietato Akebar. Neala, disperata e  divenuta lei stessa una reietta, si allontana con il padre dell’amato.  Un soggetto “esotico” che ispira a Moniuszko una musica che, pur mostrando ancora forti legami con la tradizione operistica occidentale ( in particolare quella del teatro francese), nell’uso di numeri chiusi: arie, duetti, concertati, balletti, si mostra ispirata, accattivante,  bella nella linea melodica e teatralmente efficace. L’esecuzione presentata in questa edizione è di buon livello: valida la compagnia di canto, senza punte di eccellenza. I complessi strumentali e  corali del Festival del Castello di Stettino, dove l’opera è stata registrata nel 2008,  trovano in  Warcislaw Kunc, un eccellente direttore.