Fondazione Arena di Verona – 88° Festival 2010, Franco Zeffirelli e l’Arena
“CARMEN”
Opera in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée.
Musica di Georges Bizet
Carmen ANITA RACHVELISHVILI
Micaela SILVIA DELLA BENETTA
Frasquita CARLA DI CENSO
Mercedes CRISTINA MELIS
Don José MARCELO ALVAREZ
Escamillo MARK S.DOSS
Dancairo FABIO PREVIATI
Remendado LUCA CASALIN
Zuniga MANRICO SIGNORINI
Morales GIORGIO FERRETTI
Primi ballerini ospiti, LUCIA REAL, JOSE’ PORCEL, ROSA ZARAGOZA
Orchestra, Coro, Corpo di ballo e tecnici dell’Arena di Verona
Maestro del Coro, Giovanni Andreoli
Balletto spagnolo “El Camborio”, Lucia Real
Coro di voci bianche A.L.I.VE,
diretto da Paolo Facincani
Direttore Julian Kovatchev
Regia e scene, Franco Zeffirelli
costumi, Anna Anni, ripresi da Maria Filippi
Coreografia, El Camborio, ripresa da Lucia Real.
Verona, 15 luglio 2010
Dal 1995, anno in cui con Carmen Franco Zeffirelli si presentava al pubblico areniano, ad oggi, 2010, stagione celebrativa del regista fiorentino, si può tranquillamente dire che lo spettacolo ha avuto notevoli modifiche, tali da potere dire che di quella Carmen rimane ben poco. Drasticamente ridotto l’apparato scenico, così come il numero di figuranti. Allo stato attuale, se si è migliorati sul piano dell’ “horror vacui” zeffirelliano, si è persa quella “spettacolarità”, anche se talvolta discutibile, che era il marchio dello spettacolo. Ora si ha l’impressione di assistere a un allestimento un po’ rattoppato decisamente di “routine”. La direzione di Julian Kovatchev è complessivamente valida tanto negli accompagnamenti che nelle pagine strumentali. I colori abbastanza ben dosati. Sono semmai la scelta dei tempi a destare qualche perplessità. Kovatchev spesso è lento e compassato.
Anita Rachvelishvili dopo essere stata la Carmen del 7 dicembre scaligero è considerata la protagonista del momento dell’eroina di Bizet. E in effetti la Rachvelishvili non cade in vezzi “veristi”, sfoggia pienezza e morbidezza di suono e in basso come in alto canta con estrema facilità e correttezza. A ciò aggiungiamo che, pur senza essere una donna di particolare fascino, riesce a dare forza e credibilità scenica al personaggio. Speriamo di poterla sentire maturare (visto che si tratta di una cantante poco più che ventenne) e di poterla ascoltare in qualche altro ruolo.
Il nome di Marcelo Alvarez è sinonimo di una certo livello di prestazione. Dopo un inizio un po’ incerto, Alvarez prende quota e ci offre un Don Josè se non memorabile, almeno rispettoso di un certo stile e pieno di buone intenzioni: cerca di dare”colore” al suo personaggio, sforzandosi di canatre piano quando c’è da cantare piano e lanciandosi con un certo impeto quando c’è da lanciarsi, senza forzature . In compenso Silvia Della Benetta è una Micaela piuttosto anonima, con un timbro vocale né bello né brutto, poche modulazioni e una linea di canto appena decorosa. Mark S.Doss è un Escamillo sufficientemente vigoroso e gradasso, ma una cattiva fonazione rende la voce sistematicamente opaca. Sulle parti di fianco, le “signorine” Frasquita e Mercedes e i “signori” Dancairo e Remendado, complice un distratto Kovatchev, sono riusciti a maltrattare il bellissimo “quintetto” dell’ atto secondo.
Foto Ennevi e Gbopera