Gustavo Dudamel dirige “Carmen” a Los Angeles

Los Angeles, Hollywood Bowl
“CARMEN”
Opéra-comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée
Musica di Georges Bizet
Carmen NATASCHA PETRINSKY
Micaela ALEXIA VOULGARIDOU
Frasquita MARIANNA ORTIZ
Mercédès JENNIFER HOLLOWAY
Don José YONGHOON LEE
Escamillo KYLE KETELSEN
Zúñiga FRANCOIS LIS
Dancaïre JOSE’ ADAN PEREZ
Morales MATHIAS HAUSMANN
Remendado HAK SOO KIM
Los Angeles Master Chorale
Los Angeles Children’s Chorus,
Los Angeles Philharmonic Orchestra
Direttore, Gustavo Dudamel
Los Ángeles California USA
1 agosto 2010

Possiamo tranquillamente affermare che l’emozionante tavolozza di colori, ritmi e accenti che Bizet seppe creare in questo suo capolavoro  trovano una perfetta corrispondenza nel carattere e nel temperamento di Gustavo Dudamel.  Il giovane direttore venezuelano,  che ha già diretto Carmen lo scorso anno  nel suo Paese natale e, il prossimo novembre la tornerà a dirigere al Teatro alla Scala di Milano, ha scelto questo titolo per il suo debutto operistico negli USA con la Los Angeles Philharmonic Orchestra della quale è direttore musicale da crica un anno.
Il grande anfiteatro della Hollywood Bowl, sede di concerti estivi, ha dunque accolto questa Carmen in versione concertante, eseguita nella  classica  versione  Guirard , quella cioè  con i recitativi. Con la sua contagiosa energia e una ammirabile lucidità musicale,  Dudamel domina la partitura e sa trarre dall’orchestra   dettagli straordinari e anche un suono compatto e omogeneo.  La sua presenza sul podio è magnetica: come un regista gesticola, respira,  fraseggia e interpreta  in una costante simbiosi   con i cantanti.
Ha perfettamente aderito alla lettura di Dudamel, il mezzosoprano Natascha Petrinsky che ha creato una splendida Carmen: la sua  figura  e  i suoi movimenti sono naturalmente sensuali, ma eleganti. La voce è bella,  autenticamente mezzosopranile, ampia e  seducente con un’emissione tecnicamente impeccabile.
Degna di nota anche la Micaela del  soprano Alexia Voulgaridou, voce luminosa e duttile, con un bel registro acuto, facile e ben timbrato.  Il basso statunitense Kyle Ketelsen ha dato rilievo e la giusta aggressività al personaggio di Escamillo. Musicalissimo, Ketelsen può anche vantare uno strumento vocale è ampio e omogeno su tutti i registri.  Assai meno convincente la  prestazione del tenore coreano Yonghoon Legge come Don José.  Ha sì una voce ampia, sicura e svettante nel registro acuto, ma al contempo è  un interprete inespressivo e monotono.
Convincenti le prestazioni del basso François Lis, come Zúñiga, del baritono Mathias Hausmann come Mórales;  del soprano venezuelano Mariana Ortiz e  del mezzosoprano Jennifer Holloway rispettivamente,  Frasquita e Mercedes e  quella del promettente baritono messicano José Adán Pérez nel ruolo di  Dancaïro.  Ottimo l’apporto della Los Angeles Máster Chorale.