Charles Gounod (1818-1893):”Mireille”

Opera in cinque atti e quattro quadri su libretto di Michel Carré. Inva Mula (soprano), Charles Castronovo (tenore), Sébastien Droy (tenore), Sylvie Brunet (mezzosoprano), Franck Ferrari (baritono), Anne-Catherine Gillet (soprano), Alain Vernhais (basso). Orchestra e Coro dell’Opera National de Paris, Marc Minkowski (direzione), Nicolas Joel (regia), Ezio Frigerio (scene), Franca Squarciapino ( costumi), registrazione:settembre 2009, Palais Garnier, Parigi. 2 DVD Fra Musica. Sottotitoli in italiano. Interviste a Nicolas Joel, Marc Minkowski, Christophe Ghristi.
Mireille
è opera sfortunata, ora per nascita ora per permanenza nel grande repertorio. La genesi dell’opera è riconducibile all’interesse suscitato in Gounod dal poema, nella sua versione francese, di Frédéric Mistral Mirèio pubblicato nel 1859, tanto da indurre il compositore a trascorrere alcuni mesi in Provenza per poter saggiare de visu atmosfere, luoghi e popolazione; durante la permanenza a Saint-Rémy-de-Provence, ebbe anche modo di incontrare di persona il poeta. Non cedendo alle raccomandazioni di Marie Caroline Miolan-Carvalho, la quale propendeva per un soggetto “brillante”, Gounod creò un’opera in cinque atti e dal finale tragico. La prima rappresentazione si rivelò un fiasco, tanto da essere irrisa da pubblico e critica. Seguirono infruttuosi e temporanei rimaneggiamenti (i cinque atti divennero tre), con l’aggiunta della celebre e virtuosistica hirondelle cui, paradossalmente, sembra essere affidata la fama dell’opera. Discograficamente, segnaliamo l’incisione meritoriamente, a nostro avviso, più celebre dell’opera che vede la conduzione di Michel Plasson e protagonisti Mirella Freni e Alain Vanzo.
Recentemente, due sono state le riproposte di questa bellissima partitura: una a Orange che ha visto raffinata protagonista Nathalie Manfrino e sul podio Alain Altinoglu. L’altra al Palais Garnier di Parigi, resa ora disponibile sul mercato internazionale in DVD da FRA Musica, con Inva Mula nei panni di Mireille e direttore Marc Minkowski. Lo spettacolo, affidato alla regia a Nicolas Joël, si rivela di taglio tradizionale e sostanzialmente funzionale alla narrazione ma di squisita poetica, complici le bellissime scene di Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino: tutto sembra muoversi attraverso un acquerello, una pastosità di colori ovattati che ben si coniugano con la vicenda e la musica di Gounod. Due soli i momenti che vogliamo ricordare in queste note: il repentino dissolvimento di Ourrias col traghettatore tra le nebbie del Rodano e il commovente finale che vede, complici anche le efficacissime luci di Vinicio Cheli, Mireille arrancare sulle scalinate del santuario, consacrata novella martire.
Inva Mula palesa evidente depauperamento vocale: le mezze voci e, più in generale, i tentativi di smorzare, appaiono vetrose con brutti attacchi. L’interprete è però ottima nella profusione di accenti, soprattutto nella grande scena della Crau, dove è facile soccombere a effetti smaccati. Charles Castronovo e Franck Ferrari, rispettivamente Vincent e Ourrias, danno vita a bei personaggi; al primo si può imputare certo timbro artefatto, al secondo la mancanza di un legato convincente. La Taven di Sylvie Brunet è inconsistente: oltre ad essere alle prese con una parte eccessivamente contraltile per il suo attuale assetto vocale, la cantante francese non riesce ad evocare alcunché di misterico o materno. La direzione di Mark Minkowski è molto buona, prodiga di sonorità mai debordanti e colori. Ottime, per concludere, le riprese audio e video.