“Povera Butterfly!

Verona, Teatro Camploy, Rassegna L’Altro Teatro
“BUTTERFLY”

Balletto con la coreografia e regia di Laura Corradi
Musiche originali di Enrico Terragnoli, Fabio Basile e Giacomo Puccini
Testi di Laura Corradi e Carlotta Plebs
Assistente alla coreografia Midori Watanabe
Compagnia Ersilia Danza:
Carlotta Plebs, Midori Watanabe
Cristina Surace, Roberto Costa Augusto
Giuseppe La Regina

Verona, 4 febbraio 2011
Spiega Laura Corradi: “Mi interessa molto confrontarmi con una trasposizione contemporanea di Butterfly, attraverso un linguaggio forte ed energico ma anche leggero come può essere quello della danza”….“L‘intervento di due compositori che affiancano la propria opera alla meravigliosa musica di Puccini, sottolinea la collocazione attuale e la contemporaneità della tematica” chiarisce la Corradi, a cui preme soprattutto “dare forza a Butterfly, dare un senso maggiore alla sua attesa, più consapevolezza, circondandola di personaggi che condividono con lei una simile anche se diversa condizione di attesa”. Dell’eroina pucciniana, restano intatti i sentimenti viscerali, la sofferenza e quel senso indefinito dell’attesa che, ancora oggi, può privare il presente di ogni significato. “Tutto il suo aspettare brucia il presente e lo rende insignificante. Tutta l’attenzione e la tensione sono spostate in avanti, spasmodicamente concentrate – prosegue la Corradi – sull’evento che si attende, in un futuro impreciso”.
Al linguaggio della danza moderna s’intrecciano testi scritti dalla Corradi e da Carlotta Plebs, traendo ispirazione da Frammenti di un discorso amoroso dello scrittore strutturalista francese Roland Barthes. Così vengono tratteggiate vere e proprie immagini sul tema dell’amore, o più precisamente sull’essere innamorato: l’attesa viene definita come un “tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)”, giungendo alla conclusione che, chi è veramente innamorato, sa aspettare.
Abbiamo preso in prestito questa sicuramente una bella introduzione, costruita su ancor più belle intenzioni,  per arrivare  a quella che è stata la realtà visivia di questo spettacolo.  Questa  Butterfly rivisitata dalla Corradi  altro non è un insipido  viaggio che si trascina stancamente  appoggiandosi suesili  quanto mai frammentarie metafore  che non si sviluppano mai in autentiche emozioni  per rimanere degli sterili autocompiacimenti di pseduo intellettualismo. La musica di Puccini è relegata a ben poca cosa : solo tre brani per un’ora e mezza circa di spettacolo…e forse  ci viene da dire che è stato meglio così, visto il modo in cui è stata usata. In ogni caso Puccini è comunque “emozione sublime”, mentre  le altre musiche, per quanto originali,  fungono da  banale supporto a  un insulso assemblaggio di  sterili movimenti.  A ciò aggiungiamo  i testi che volendo scomodare  Roland Barthes  altro non sono che frasi pretestuose che vorrebbero ricavare una sorta di effetto introprespettivo ma che risultano invece grottesche. In conclusione se  questo è il “linguaggio forte ed energico” che la Corradi voleva esprimere, sicuramente al Teatro Camploy lo hanno colto in pochi  visto  il tiepido successo di pubblico, nonostante gli sforzi profusi dai supporter  per ravvivare il calore degli applausi. Non va nemmeno taciuto l’episodio che ha visto la regista e coreografa direttamente presa di mira da uno spettatore che, forse sgarbatamente, le ha direttamente chiesto spiegazioni sullo spettacolo. Alquanto fragile l’autodifesa della Corradi, salvata in corner dai sostenitori.