Il soprano ungherese Sylvia Sass è nata a Budapest, dove ha studiato, all’Accademia “Liszt” e, dopo aver conseguito il diploma nel 1972, è entrata a far parte della compagnia dell’Opera di Stato di Budapest, dove ha iniziato la sua carriera artistica. A partire dal 1975 si impone all’attenzione internazionale interpretatando Otello alla Scottish Opera e I Lombardi al Covent Garden (1976). Da allora è iniziata un’ascesa rapidissima che l’ha portata in poco tempo nei principali teatri europei e americani. La sua folgorante apparizione sulle scene internazionali l’ha subito imposta come una delle cantanti più interessanti a cavallo tra anni 70′ e 80′, anche se poi non tutte le promesse sono state mantenute e qualche preoccupante limite, dovuto forse al sovraffaticamento, ha incrinato la sua organizzazione vocale. Fra le frecce al suo arco va annoverato un raffinato pianissimo, usato con grande efficacia espressiva, oltre a un’indubitabile presenza drammatica, in ciò favorita da una notevole avvenenza.
Attualmente la Sass è impegnata in una intensa attività didattica. A tale proposito segnaliamo una serie di appuntamenti che, nel prossimo giugno, la vedranno protagonista a NantesIn questo 2011, Sylvia, per festeggiare i suoi 40 anni di attività artistica, pubblicherà un volume nel quale saranno raccolti molti ricordi, anche italiani, della sua straordinaria attività artistica.
Il tratto principale del tuo carattere?
La sincerità.
Il tuo principale difetto?
Non ho una gran pazienza.
Segno zodiacale?
Cancro.
Superstiziosa?
Quel tanto che basta…
Cosa volevi fare da grande?
Giocavo sempre sotto il nostro grande pianoforte di Bechstein,volendo essere musicista…o archeologo, trovando gli oggetti nascosti nella terra.
Letture preferite?
I romanzi di Fukazawa, Malamud…
Un libro che hai amato…
Saul Bellow: Herzog.
La tua famiglia ha influenzato le sue scelte ?
Ho sempre ascoltato i miei cari, ma ho anche cercato di seguire la mia strada, ascoltando i miei sogni.
La musica è stata una vocazione?
Si. Fin da bambina… anche i miei genitori erano musicisti, mia madre soprano di coloratura, mio padre era pianista, insegnante in un liceo dove aveva un suo coro ed anche un’orchestra…
Cosa ti manca di più nella sua vita di oggi?
Attualmente trovare un luogo dove mi possa sentire a casa.
La delusione più grande?
Scoprire che ci sono persone false, solo animate da interessi personali, ma che si presentavano come affettuose, disponibili e simpatiche.
I suoi ricordi più cari?
Quando ho sentito suonare mio padre l’organo nella Cattedrale di Pécs, in Ungheria. Lui improvvisava, ero ancora bambina e lo consideravo un mito.
Recentemente ho tenuto un concerto in quella chiesa e con quell’organo. Ho rivissuto quel ricordo e l’emozione è stata fortissima…
Che importanza dà al denaro?
Non sono mai stata “ingorda” del denaro. Mi basta vivere tranquillamente, senza preoccupazioni.
In cosa sei più spendacciona?
Non riesco a non essere circondata da fiori…Sono la gioia dei fioristi!
Collezioni qualche oggetto?
Mi piacciono statuette lignee e i paravani indiani.
Ci racconti un suo sogno ricorrente…
Non ricordo mai quello che sogno.
Di che cosa ha paura?
Sicuramente del dolore fisico, delle malattie.
Il momento di maggior orgoglio?
Aver dato e potere ancora donare gioia con il mio canto.
La tua più grande sfida?
Trovare sempre la risposta giusta per i miei sogni.
Chi o cosa la imbarazza?
La mancanza di rispetto verso gli altri.
La situazione più rilassante?
Ascoltare le onde del mare.
Materia scolastica preferita?
La letteratura.
Città preferita?
È una scelta difficile… ma non nascondo la mia grande passione per Roma.
Colore preferito?
Azzurro.
Fiore preferito?
Le orchidee. In casa mia non mancano mai.
La vacanza o il viaggio che vorresti fare?
Vedere Taj Mahal in India.
Giorno o notte?
Non potrei scegliere. Amo il mattino, il profumo del caffè, ma anche il silenzio della notte.
La tua giornata ideale?
Al mattino cantare , dipingere al pomeriggio, e scrivere la sera.
Il tuo rifugio?
Scrivere. Ho già pubblicato due libri e sto lavorando al terzo.
Il film più amato?
“Ivan il terribile” di Eisenstein. E’ un film straordinario, ancora mi impressiona la realizzazione. Sicuramente guardo anche cose più leggere e rilassanti. Un mio classico del genere è “Pretty woman”.
La stagione dell’anno?
Adoro il caldo , se potessi scegliere sarei sempre in un luogo dove ci sono 30 gradi …quindi l’ideale per me sarebbe una perenne estate.
Il posto dove si mangia peggio?
Molti…preferirisco non sbilanciarmi per non offendere nessuno.
Il suo rapporto con il cibo?
Amo mangiare in buoni ristoranti.
Piatto preferito?
Amo i frutti di mare.. in particolare i gamberetti.
Il tuo piatto forte in cucina?
Penso di saper far bene un dolce che si chiama “csúsztatott palacsinta”un tipo di pancake con molta frutta.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Cosa non manca mai nel suo frigo?
Yogurt alle fragole.
Il tuo debole in cucina?
Posso fare tutto, ma se la preparzione è troppo lunga …non ho pazienza…preferisco ricette veloci.
La tua colonna sonora preferita, ossia la musica che ascolti in genere?
Adoro ascoltare il “sitar”di Ravi Shankar.
Il cantante preferito?
La Callas e tra i cantanti attuali, Jonas Kaufmann.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa farebbe ascoltare?
La “Medea” diretta da Gardelli o l’incisione dei ”Vier letzte Lieder”di R.Strauss.
Come hai seguito l’evoluzione della sua voce?
Poichè ho iniziato la mia carriera sulla scena quando avevo solo 20 anni, la mia voce era più lirica, e solo dopo cinque – sei anni è diventata matura …e così son andata verso i ruoli come La Lady in Macbeth. Adesso interpreto generalmente musiche di R. Strauss o Wagner.
Se le fosse data l’opportunità di tornare indietro nel tempo, cosa rifaresti cosa cambieresti?
Penso che anche oggi rifarei le stesse scelte, non ho rimpianti o rimproveri da farmi. Forse avrei fatto delle scelte di vita diverse. Avrei voluto vivere tra Italia e Ungheria, ma forse posso realizzare adesso questo mio sogno.
Il primo disco acquistato?
Non mi ricordo esattamente…uno dei primi era sicuramente il recital pucciniano della Callas.
Il tuo rapporto con la televisione?
La guardo veramente poco.
Cosa facevi o cosa fai prima di affrontare il palcoscenico?
Mi concentro, quasi come una meditazione, ma anche sono come un cavallo da corsa prima della gara…scalpito!
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Solo una bottiglia di acqua naturale.
A cosa pensa quando si guarda allo specchio?
Mi guardo solo per prepararmi, è un sguardo superficiale, ma realizzo che in realtà quasi non mi guardo mai, piuttosto mi scruto con un occhio interno.
Come vorresti morire?
Dormendo…senza sofferenza.
Stato d’animo attuale?
Tranquilla. Guardo sempre fiduciosa verso il futuro.
Il tuo motto?
Potrebbe essere le frase di Adriana Lecouvreur: “Io son l’umile ancella del Genio creator, ei m’offre la favella, io la diffondo ai cor…”