Politeama Rossetti:”Chess – The Musical”

Trieste, Politeama Rossetti, Sala Assicurazioni Generali
“CHESS – THE MUSICAL”

libretto e liriche di Tim Rice
Musiche di Benny Andersson e Björn Ulvaeus
Scene e costumi:Cristopher Woods
Direttore musicale: Greg Arrowsmith
Regia e coreografie di Craig Revel Horwood
Sound design: Colin Pink
Batteria: Oliver Boorman
Luci di Ben Cracknell
Produzione:Michael Harrison
Interpreti: Daniel Koek, Shona White, James Fox, Poppy Tierney, David Erik, Steve Varnom, James Graeme,
Curtis Angus, Martin McCarthy, Charleen Qwaye, Verity Jones, Christian Gibson, Peter Dukes, Alexander Evans,
Bernd Windhoffer, Esther Biddle, Gregory Clarke, Sioned Saunders, Kate Feldschreiber, Joanna Hickman,
Michelle Long, Helen Power, Alex Tomkins, Jennifer Douglas, Kate Robson Stuart,
Matthew James Hinchliffe, Alison George.
Trieste, 13 aprile 2011
[fine-scheda]
Qualche canzoncina, due balletti e quattro risate? No, preparatevi: “Chess” è tutt’altro. E’ uno dei musical più raffinati che si possano vedere in giro e abbiamo avuto la fortuna di vedercelo recapitato qui, a Trieste, in esclusiva nazionale, grazie alla lungimirante direzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, diretto con mano sicura da Antonio Calenda.
Non c’è niente di cui ridere e infatti non si ride, si segue la vicenda solo stando molto attenti, non ci si diverte ma, dopo lo smarrimento iniziale, si capisce di essere di fronte ad un opera di altissimo livello, ad un’opera lirica, soprattutto nel senso delle liriche che sono di altissimo livello. Abbandonata l’idea di passare qualche ora in allegria e spensieratezza, si viene catapultati nelle dinamiche del potere politico che tutto crede di poter controllare e governare senonché, per fortuna, c’è ancora l’imprevedibile fattore umano: la passione. E’ per la passione del gioco degli scacchi che non avremo un vero happy ending, che i politici subiranno una sconfitta, che un cuore si spezzerà ma una famiglia si riunirà: ce ne fossero altri di musical come”Chess”!
La trama è particolarmente intricata: mette in gioco due campioni di scacchi, uno americano e l’altro russo, in lotta per il titolo mondiale, ai tempi della cortina di ferro. A complicare le vicende, si aggiungono una donna, prima innammorata dell’americano, che decide di aiutare il russo nel chiedere asilo politico e del quale poi si innamora; due politici, uno russo e uno americano, alla continua ricerca di trovare accomodamenti e compromessi affinché “tutti vincano”; l’ex moglie del russo che torna per riportarlo in patria, ecc. Ma è un piacere non limitarsi a intuire chi sono i buoni e quali sono i cattivi dello spettacolo…si è costretti a pensare, a farsi una propria opinione sulla politica e, visti i tempi, direi che lo spettacolo vale lo sforzo di uscire di casa per andare a vederlo, non fosse altro che per questa riflessione obbligata.
Bisogna aggiungere, però, che c’è un cast vocale da brivido, che i coristi/danzatori sono anche musicisti e suonano tutto lo spettacolo in scena, senza spartiti, mentre cantano e ballano!!! E ora restate pure a casa, a vedere “L’isola dei famosi” o “Amici” se avete coraggio…
James Fox (l’Americano), una vera e propria pop star, ci regala dei fiati lunghi e degli acuti da brivido! Bella presenza scenica e voce che nulla ha da invidiare al suo antagonista Daniel Koek (il Russo), ugualmente versatile e vocalmente generoso. La protagonista femminile Shona White (Florence Vassy, la donna prima dell’americano e poi del russo) ha grazia, forza e, soprattutto, l’anima strettamente collegata alle corde vocali. Notiamo ancora la bella Poppy Tierny, nel ruolo della moglie del Russo, David Erik, un arbitro sexy e perverso, James Grane e Steve Varnom nei ruoli dei politici. Il resto del cast è stupefacente per l’abilità mostrata, come già detto, nel cantare, ballare, suonare con una professionalità che il teatro musicale, e non solo, italiano dovrebbe prendere umilmente come modello.
Le liriche sono di Tim Rice, uno dei geni del Musical anglosassone, che a dovuto adattare i testi alle belle melodie composte dai due ex-Abba Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson, luci bellissime di Ben Cracknell che illuminano la scenografia fissa e i bei costumi, tendenti al fetish/sadomaso, di Christopher Woods. Ottimo il sound design di Colin Pink e brillante, fantasiosa, misteriosa, curatissima, cesellata, precisa, onirica e sgargiante la regia, e le coreografie, di Craig Revel Horwood!
Teatro non proprio pieno alla prima e tanti applausi che la Compagnia lascia morire in un’unica chiamata alla ribalta…