Trieste, Palatrieste:”Notre-Dame de Paris”

Trieste, Palatrieste
“NOTRE -DAME DE PARIS”

Opera popolare su libretto di Luc Plamondon da “Notre-Dame de Paris” di V.Hugo
Musica di Riccardo Cocciante
Quasimodo ANGELO DEL VECCHIO

Esmeralda ALESSANDRA FERRARI
Gringoire RICCARDO MACCAFERRI
Frollo MARCO MANCA
Clopin LORENZO CAMPANI
Febo OSCAR NINI
Fiordaliso FEDERICA CALLORI
Regia Gilles Maheu
Scene Christian Ratz
Costumi Fred Sathal

Coreografie Martino Muller
Assistente alle Coreografie e Preparatrice Corpo di Ballo Amy Mason
Preparatore Acrobati Pippo Lopez
Ballerini: Marianna Bombace, Nadia Buttignol, Luca Calzolaro, Marco Chiodo, Alessandra Cito, Vincenzo De Michele,

Fancesco Gammino, Giuliana Guttoriello, Sara Filippucci, Amy Mason, Danilo Monardi, Luca Peluso, Loredana Persichetti, Emanuele Pironti, Roberta Zegretti
Breakers: Daniel Ruiz Martinez
Acrobati: Renato Gambardella, Marco Gerace, Francesco Greco, Pippo Lopez, Gerald Zarcilla.
Trieste, 27 maggio 2011
Energia, ENERGIA allo stato puro. Questo è il primo commento che viene in mente dopo aver assistito alla replica del 27 Maggio, al Palatrieste, di “Notre Dame de Paris”, arcinoto musical scritto da Riccardo Cocciante. Molto si è già scritto e detto di questo spettacolo dai grandi numeri: ha riempito stadi e palazzetti, teatri e arene; ha un suo gruppo di fan che hanno assistito allo spettacolo più di 50 volte; festeggia quest’anno il decennale con un cast, completamente rinnovato e giovanissimo; è basato sulla nota vicenda di Esmeralda e del deforme Quasimodo che tratta dal romanzo di Victor Hugo, è stata la base per balletti, film e…cartoni animati!

Come dicevamo, in occasione del decennale si presenta con un cast completamente rinnovato che, come spesso succede, crea il rimpianto di alcuni degli interpreti del passato. L’interprete che meno ci ha convinto è l’Esmeralda di Alessandra Ferrari: poco gitana, poco temperamento nella sua voce, seppur bella e educata, ancora di più al ricordo di Lola Ponce. L’elemento di conferma è arrivato quando, nell’intervallo, a causa di un malore è stata sostituita da Federica Callori che aveva fino a quel punto interpretato il ruolo di Fiordaliso: è entrata in scena la zingara che ci aspettavamo, dalla voce imperiosa, dai giusti toni e con le attese agilità vocali. Gli altri interpreti piacciono e soddisfano in egual misura, anche se dal gruppo si stacca la vocalità generosa, sorprendentemente acuta e sicura del Frollo di Marco Manca.
La regia di Gilles Maheu è piuttosto iniqua: si limita a grandi camminate degli interpreti in lungo e in largo e a qualche gesto, alla mimica. Il coinvolgimento vero, l’energia pura di cui parlavamo all’inizio, la sottolineatura dell’azione è tutta affidata ai danzatori e agli acrobati, magistralmente diretti da Martino Muller che mostra un linguaggio coreografico estremamente personale, seppur pregno delle contaminazioni del contact, dell’hip-hop e della danza contemporanea che ha lungamente frequentato come danzatore di pregio in compagnie di alto lignaggio. Ugualmente la scenografia di Christian Ratz che sembra un’immobile, mastodontica parete di pietra, incombente come una cattedrale, prende vita da subito mostrando gallerie, appigli, luoghi misteriosi degni de “Il nome della rosa” del romanzo di Umberto Eco. Meno convincenti alcuni dettagli dei costumi (spesso scarpe orribili!) di Fred Sathal. Fantasmagoriche, degne di un concerto rock, capaci di sottolineare e evidenziare situazioni registiche, e tratti della scenografia, le luci di Alan Lortie.
Un altro degli aspetti sorprendenti è che, nonostante il decennio che ha alle spalle, “Notre Dame de Paris” resta una produzione di contemporanea modernità, ancora insuperata: evidentemente il pensiero artistico dei suoi creatori era piuttosto lungimirante… Inutile sottolineare il successo della musica di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon, supportati dalle pregnanti belle liriche di Pasquale Panella: il successo internazionale di questo spettacolo e le vendite dei cd parlano da sole!
Resteranno nel nostro cuore i fantastici acrobati che emozionano e stupiscono ad ogni passaggio; l’energia interminabile e generosa dei danzatori; alcuni terzetti canori dalle bellissime armonizzazioni; gli assoli dei danzatori, dietro il tulle a metà palco, che ci vengono regalati da una illuminazione “casuale” durante la canzone “Cuore in me”; la scena finale dove le replicanti di Esmeralda fluttuano sospese nell’aria, come anime in ascesa verso il paradiso…
E’ uno spettacolo fatto per piacere, per compiacere il grande pubblico e ci riesce perfettamente ma conquista anche chi è meno facilmente “corruttibile” per l’interminabile serie di effetti, per l’energia profusa, per la forza…. Pubblico in delirio in vari momenti e super coinvolto nel canto a cappella de “Il tempo delle cattedrali”, Palatrieste abbastanza pieno.