Macerata, Teatro Lauro Rossi: “Così fan tutte”

Macerata, Teatro Lauro Rossi, Macerata Opera Festival 2o11
“COSI’ FAN TUTTE,ossia la scuola delle amanti (K588)
Dramma gioco in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte

musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi CARMELA REMIGIO
Dorabella KETEVAN KEMOKLIDZE
Guglielmo ANDREAS WOLF
Ferrando JUAN FRANCISCO GATELL
Despina GIACINTA NICOTRA
Don Alfonso ANDREA CONCETTI
Coro Lirico Marchigiano “V.Bellini”
Orchestra Filarmonica Marchigiana.
Direttore d’orchestra Riccardo Frizza
Maestro del coro David Crescenzi
regia, scene, costumi Pier Luigi Pizzi

Luci di Vincenzo Raponi
Movimenti coreografici Roberto Maria Pizzuto
Nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro delle Muse di Ancona
Macerata, 24 luglio 2o11

Il Teatro Lauro Rossi di Macerata, realizzato nel XVIII secolo su disegno di Antonio Bibbiena è assolutamente un luogo ricco di fascino: con la sua elegante sala a tre ordini di palchi (riportata da un recente restauro alle originarie fattezze settecentesche), con i suoi ricchi stucchi, finti marmi policromi nei toni argento-azzurro, verde e oro è  la perfetta cornice del “Così fan tutte” di W.A Mozart, la terza opera in cartellone dello Sferisterio Opera Festival in cooproduzione con il Teatro delle Muse di Ancona. Il magnifico teatro maceratese ha regalato alla serata quel fascino diverso che mancava al Teatro delle Muse. Quell’intimità, quella poesia, quella fusione tra elementi scenografici e strutturali che hanno potenziato persino la qualità non solo della regia del Maestro Pizzi, ma anche la qualità del suono dei solisti e dell’orchestra.
L’impianto scenografico, seppur adattato a spazi più piccoli, è lo stesso di quello già descritto ad Ancona. Cambiano in questo allestimento le luci di Vincenzo Raponi, che nel finale si fanno di un azzurro quasi in tinta con i velluti delle poltroncine imbottite e delle tende del teatro. La concertazione di Riccardo Frizza alla guida dell’ Orchestra Regionale delle Marche  è stata gradevolissima; una lettura fresca, frizzante, intessuta dalle necessarie trasparenze in colloquio sempre arioso e narrativamente scorrevole con il palcoscenico. A questa si accostano gli interventi a fondo platea del Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, diretto da David Crescenzi, come sempre efficacissimo nonostante le difficoltà evidenti per la posizione.
Carmela Remigio era Fiordiligi. Rispetto alla sua interpretazione alle Muse, è decisamente più in forma e si tratteggia una  Fiordiligi di altissimo livello, per tenuta vocale, gestione del fiato, l’appoggio del suono e l’emissione. La sua aria  “Come scoglio immoto resta” è stata magistrale ed è stata giustamente salutata da una vera ovazione da parte del pubblico. Ketevan Kemoklidze era Dorabella. Ritroviamo in quest’artista le stesse qualità descritte in precedenza: una voce ampia, sonora, dai riflessi scuri e corposi ,ma anche capace di dolcissime filature, rapinose ascese in acuto, il tutto affrontato con perizia tecnica e gusto musicale.
Il basso-baritono Andreas Wolf era Guglielmo. Scenicamente è parso piuttosto spaesato e impacciato. Assai meglio la sua prestazione vocale, se pur con qualche limite espressivo. E’ dotato di uno strumento vocale ragguardevole con il quale potrà arrivare, con studio ed esperienza, a risultati ragguardevoli. Juan Francisco Gatell è stato  un grande Ferrando. Possiede un bel timbro tenorile, una tecnica sopraffina, il senso dello stile, la pertinenza del fraseggio e la scioltezza con cui scala le vette del pentagramma, con suoni acuti espugnati a regola d’arte in piena sicurezza. L’aria  “Un’aura amorosa” è stata cantata tutta sul fiato, con timbro purissimo e un’elegante “fioritura” alla cadenza. Che dire della Despina di Giacinta Nicotra? Ancora una volta una divertentissima interpretazione del soprano partenopeo, che ha accentuato in questa occasione il lato comico del personaggio attraverso un fraseggio assolutamente unico e personalissimo. La linea di canto è raffinata e precisa in ogni momento, una sicurezza d’emissione ed una notevole tenuta vocale. Applausi meritatissimi sul finale. Per ultimo, ma non per meriti, il Don Alfonso di Andrea Concetti. Possiede un grandissimo carisma scenico correlato da una perfetta e precisissima gestualità. A queste doti aggiungiamo una perfetta impostazione, dizione ed emissione vocale. E’ sempre un piacere ritrovare quest’artista calcare i palcoscenici della sua terra. Calorosi i consensi del pubblico sul finale per tutti.