Pisa, Teatro Verdi:”Cavalleria rusticana” e “Pagliacci”

Pisa, Teatro Verdi, Stagione lirica 2011-2012
“CAVALLERIA RUSTICANA”

Melodramma in un atto, libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni
Santuzza ELENA PANKRATOVA
Turiddu JAVIER PALACIOS
Alfio LEO AN
Mamma Lucia IRENE BOTTARO
Lola CHIARA MATTIOLI
Con la partecipazione dell’attrice ELENA CROCE
“PAGLIACCI”
Dramma in un prologo e due atti
Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo
Nedda ESTHER ANDALORO
CanioMICKAEL  SPADACCINI
Tonio LEO AN
Peppe GIULIO PELLIGRA
Silvio MARCELLO ROSIELLO
Contadini ANTONIO DELLA SANTA, NICOLA VOCATURA
Con la partecipazione dell’attrice ELENA CROCE
ORT- Orchestra della Toscana, Coro della Toscana, Coro di voci bianche Fondazione Teatro Goldoni di Livorno
Direttore Jonathan Webb
Maestro del coro Marco Bargagna, Maestro del coro di voci bianche Marisol Carballo
Regia Alessio Pizzech
Scene Michele Ricciarini
Costumi  Cristina Aceti
Disegno luci Valerio Alfieri
Videomaker Luca Dal Canto
Pisa, 30 ottobre 2011
Anche quest’anno il Teatro Verdi di Pisa propone la sua stagione lirica. Alle nuove produzioni si affiancano le co-produzioni  con il sistema dei Teatri di Tradizione toscani (oltre al Verdi, il Giglio di Lucca e il Goldoni di Livorno) per dare un solida risposta alle ristrettezze economiche. Per la prima volta curata dal baritono Marcello Lippi in veste di direttore artistico, l’offerta valorizza il repertorio tradizionale italiano senza trascurare opere meno conosciute e il pubblico più giovane per un totale di 11 titoli e 16 alzate di sipario.
Per l’inaugurazione la scelta verte sul dittico verista per definizione, un tradizionalissimo Cavalleria rusticanaPagliacci in un allestimento firmato dal Teatro Goldoni di Livorno e coprodotto dai teatri di Lucca, Pisa e dal Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena. Per entrambe le opere la regia è di Alessio Pizzech, le scene di Michele Ricciarini, i costumi di Cristina Aceti, le luci di Valerio Alfieri e le proiezioni video di Valentina Pardini. 

L’unica scena di Cavalleria rusticana ambienta l’azione in uno scorcio di una Sicilia povera dove la vita di un paesino  è stata sconvolta da un terremoto: edifici diroccati e puntellati sono testimoniano una popolazione sinistrata nell’anima così come sono le loro vetuste dimore. Costanti le proiezioni video che sottolineano i momenti festivi e drammatici della giornata. Pagliacci eccelle per una buona lettura del concetto di meta-teatro caratterizzante in maniera viscerale questo titolo: l’entrata degli artisti avviene in platea e da lì raggiungono il palco attraverso una rampa praticabile collegante platea e palco. La scenografia essenziale prevedo solo tre pedane sul proscenio avente anche funzione di panca, mentre la scena del teatrino è resa con delle corde che scendono dall’alto alle quali si legano gli attori mutandosi in vere e proprie maschere della Commedia dell’arte, tuttavia umane e brucianti del fuoco dell’amore e della gelosia. In entrambi gli allestimenti l’attrice Elena Croce impersona una figura sinistra portatrice di sventure; in particolare è lei che annuncia  che “Hanno ammazzato compare Turiddu”.
L’accompagnamento  è offerto dall’Orchestra della Toscana diretta da Jonathan Webb e dal Coro della Toscana preparato da Marco Bargagna: se il secondo ha garantito una buona prova, la prima la si è trovata in difficoltà in molti punti, praticamente disconnessa in Cavalleria Rusticana nel corso della quale non è purtroppo mancata neanche una palese stonatura del flauto. Molto bravi, invece, i bambini del Coro di voci bianche della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno sul quale ha ben lavorato Marisol Carballo.
Nelle  due opere abbiamo si sono prodotti  due cast.
In Cavalleria rusticana, Santuzza è un’Elena Pankratova che non delude le rosee aspettative dopo il felice debutto nel fiorentino Die frau ohne schatten del 2010. Buon timbro, molto misurato, ma peccato che la celebre invettiva “A te la mala Pasqua!” è stato espresso  con un falsetto non propriamente gradevole! Javer Palacios è un Turiddu ben immedesimato, ma altrettanto non si può dire della voce costantemente forzata e raramente limpida. Leo An è un Alfio cupo, severo, con un vibrato velato, potente nell’emissione e controllato nella recitazione. La Mamma Lucia di Irene Bottaro seppur non poco ingolata nell’emissione poteva vantare di una voce calda, sommessa; mentre Chiara Mattioli, in Lola, si presenta con una voce fragile e dal colore timbrico non entusiasmante.
Nell’opera di Leoncavallo, ritroviamo ancora Leo An, qui nelle vesti di Tonio: è sicuramente lui il migliore di tutto il cast di cui le doti sopra elencate sono ora  ulteriormente moltiplicate; bravo anche nella recitazione. Molto bravo anche Marcello Rosiello in Silvio: voce piena, intonata e ben tenuta anche nei momenti di maggior enfasi drammatica. Mickael Spadaccini è un Canio di stampo marcatamente “verista”. La sua interpretazione si evidenzia  in una visione del personaggio di Canio a “senso unico”,  privilengiando gli stati d’animo più esteriori e violenti. Buona anche la prestazione di Esther Andaloro (Nedda): la voce è ben contrallata e l’interprete efficace. Buono il Peppe di Marcello Rosiello.  I contadini interpretati di Antonio Della Santa e di Nicola Vocaturo hanno completato decorosamente  il cast.