Opéra de Toulon:”La Bohème”

Toulon, Opéra – Stagione lirica 2011 / 2012
“LA BOHÈME”
Scene liriche in quattro quadri su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal romanzo “Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger. Musica di Giacomo Puccini
Rodolfo ARNOLD RUTKOWSKI
Marcello  DEVID CECCONI
Schaunard  MASSIMILIANO GAGLIARDO
Colline ROBERTO TAGLIAVINI
Mimì NUCCIA FOCILE
Musetta ANNA KASYAN
Benoit / Alcindoro GUY FLETCHER
Orchestra e Coro dell’Opéra di Toulon
Choeur d’enfants spécialisé du CNRR
Direttore: Giuliano Carella
Regia e luci: Daniel Benoin
Scene e costumi: Jean-Pierre Laporte, Daniel Benoin
Allestimento dell’Opera di Nizza
Toulon,  23 dicembre 2011
E’ nella Parigi delle sommosse del 1968 che il regista Daniel Benoin   decide di ambientare questa Bohème in scena in questi giorni festivi all’Opera di Toulon. Una scelta che, diciamolo subito, appare infelice e forzata. Il capolavoro di Giacomo Puccini avrebbe fatto a meno di questa chiave di lettura. Questa partitura dai toni intimisti, dalle sfumature sottili non ha niente a che vedere con i clamori della contestazione giovanile di quegli anni. Questa è l’ennesima prova che, molto spesso gli uomini di teatro pensano  che si possa fare una qualsiasi regia senza fare i conti con la musica. Quest’ultima  ne è completamente stravolta. Si dovrebbe andare all’opera per vedere uno spettacolo nel quale la parte visiva si unisce alla musica.  Qui anche le scene e i costumi di  JeanPierre Laporte , oltre alla regia di Daniel Benoin, non hanno capito nulla dell’atmosfera creata da Puccini.
Il primo quadro si svolge in un appartamento  antico tappezzato di  posters e da quadri senza dubbio dipinti da Marcello. E’ alla vigilia di  Natale e per un effetto di realismo scende la neve nella stanza. Il  quartetto dei bohèmienne, Arnold Rutkowski (Rodolfo), Devid Cecconi (Marcello), Massimiliano Gagliardo (Schaunard) e Roberto Tagliavini (Colline) si mostrano ben coesi e funzionali. Questi quattro giovani cantanti hanno delle voci che si sposano bene tra loro e il loro dinamismo scenico riesce, almeno in parte, a far dimenticare la bruttezza dell’ambientazione. Giuliano Carella, direttore musicale dell’opera di Toulon, con la sua bacchetta nervosa e precisa,  prende all’inizio un tempo rapido che sembra quasi sorprendere l’orchestra, ma appare invece trascinante per  i cantanti. La voce del tenore Arnold Rutkowski sorprende. E’ chiara, il piglio è valoroso, anche se poco morbida nell’emissione e nella ricerca di colori. Ha però uno slancio che seduce l’ascoltatore. Al contrario di Mimì, affidata qui a una  Nuccia Focile piuttosto deludente sia nella recitazione che per la voce alquanto debole nella zona grave. Di certo non è aiutata da un costume che la imbruttisce e ingoffa. Di lei si fa  fatica ad innamorarsi.
Il quadro  secondo lascia alquanto perplessi. Una sala per feste con una sorta di teatrino interno.Vi regna un festoso disordine. La cuffietta rosa offerta da Rodolfo si trasforma in un berretto peruviano, mentre Anna Kazian, tutta di nero vestita, canta distesa su un piano e tratteggia una Musetta poco femminile. La voce è piacevole, buona la tecnica negli acuti, ma la visione registica del personaggio è purtroppo sconcertante. Il coro, come anche quello dei bambini, è buono, tecnicamente a posto e musicale, ma si fatica a seguire l’idea della regia, ognuno legge un giornale di protesta in un crescendo di caos che culmina in un finale di quadro con  uno spiegamento di bandiere rosse e  l’effige di Mao portata in trionfo da cinesi.
Il terzo quadro è più tranquillo, ma senza grande corenza. Siamo alle porte di Parigi  dove sfilano gli operai, senza dubbio hanno rimpiazzato i lattai. Mimì ammalata cerca Marcello. tutto avviene dietro una barriera metallica, alle spalle di una baraccopoli. Una ambientazione squallida e sordida. Anche in questo quadro il personaggio di Mimì appare poco credibile: la sua voce, come la recitazione, non commuovono. La voce calda di Marcello riscalda un pò questa atmosfera decadente ed esegue con Rodolfo un duetto commovente. Il quartetto che chiude il quadro si svolge sotto una pioggia di petali di fiori che, senza dubbio, vorranno evocare la  primavera.
Ritorno nell’appartamento nell’ultimo quadro. Tutto improvvisamente si è fatto  bianco, costumi e scena. E’ così strano per questa fine drammatica trovarsi in una situazione visiva che blocca ogni emozione. Nè Mimì che muore sopra una sedia, nè i singhiozzi di Rodolfo appeso su una scala suscitano reazioni emotive, talmente lo spettacolo è spaventoso. Questo finale che normalmente dà i brividi ci lascia di marmo… bianco. Rodolfo recita bene: la voce, anche se manca di maturità, è bella, gli acuti potenti. Devid Cecconi (Marcello), Massimiliano Gagliardo (Schaunard) e Roberto Tagliavini (Colline) formano con Arnold Rutkowski (Rodolfo) un quartetto vocale che ha salvato lo spettacolo, sostenuto dalla direzione energica del Maestro Giuliano Carella. Purtroppo a questa Bohème è mancata la  magia della scena. Peccato!… Applausi per tutti i cantanti. Abbondantemente contestato il regista.
Foto Fréderic Stéphan – Opèra di Toulon