Il baritono Carmelo Corrado Caruso, nato a Noto in provincia di Siracusa, ha iniziato lo studio del canto con il M° Renato Federighi diplomandosi poi al Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Ha proseguito gli studi con il M° Luciano Bettarini e con Bianca Maria Casoni, frequentando numerosissimi corsi di perfezionamento tra gli altri con A. Kraus, L. Gencer, P. Cappuccilli, M. Baker, D. Baldwin. Il suo repertorio teatrale, costruito nel corso degli anni seguendo la naturale evoluzione della voce è costituito da oltre 40 ruoli da protagonista e spazia da Monteverdi a Henze, comprendendo fra l’altro l’esecuzione di tutte le principali parti del repertorio baritonale di Mozart, Rossini Donizetti Verdi e Puccini.
Fra i suoi successi sono da ricordare la nomination per il Grammy Award per la partecipazione nel ruolo di Camoens all’incisione del Dom Sèbastien di Donizetti, incisione Live effettuata al RHO Covent Garden di Londra nel 2005 e la sua interpretazione come protagonista de “Il Prigioniero” di Dallapiccola al teatro Comunale di Firenze sotto la direzione di Bruno Bartoletti, spettacolo insignito con il Premio Abbiati quale miglior produzione operistica nel 2004. E’ regolarmente invitato nei principali teatri italiani ed europei ed alterna all’attività teatrale una regolare ed intensa attività concertistica nel repertorio cameristico italiano, tedesco e francese che perfeziona con il M° D. Baldwin. Da qualche anno quando gli impegni artistici lo consentono, di dedica con entusiasmo e passione all’attività didattica. Lo incontriamo di passaggio a Roma dove accetta molto simpaticamente di riceverci durante le prove in occasione della sua partecipazione all’esecuzione della Sinfonia n 9 di Beethoven presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica. Attualmente è impegnato nel Rigoletto conclusivo della stagione lirica 2011 del teatro Bellini di Catania.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
Amo essere molto diretto per non lasciare spazio a fraintendimenti; comunque in fondo ascoltiamo tutti quello che ci fa piacere sentirci dire.
E il tuo peggior difetto?
Vivere sempre come se fosse l’ ultimo giorno della vita, e quindi non do tregua né a me , né a chi mi sta accanto.
Segno zodiacale?
Toro, ascendente Acquario.
Sei superstizioso?
Amo il colore viola e quindi non posso esserlo, ma mi diverte far rimbalzare tre volte uno spartito caduto in terra!
Che rapporto hai con la spiritualità?
Sono un fervido credente, ma ho le mie modalità che poi cambiano di giorno in giorno! Sono sempre estasiato di fronte al miracolo del creato e al “buon senso” che di tanto in tanto si appropria di qualche esemplare della razza umana.
Hai mai sofferto d’invidia?
Certo, come tutti! Anche quelli che dicono di no. E’ un sentimento umano come tanti altri, che, vissuto in modo costruttivo, può aiutare a raggiungere vette insperate. (da studente di canto ho sempre invidiato molto chi aveva capito il grande mistero della corretta emissione!)
Cosa volevi fare da grande?
Da bambino la prima risposta era : Ingegnere Navale, ma immagino fosse una scelta legata al mare. I primi anni di liceo furono legati all’Architettura, facoltà a cui mi iscrissi. Il canto è arrivato lentamente, come un tarlo, quando iniziai a studiare a 16 anni non immaginavo che sarebbe diventato la ragione della mia esistenza.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Piuttosto hanno fatto di tutto per ostacolarle. Mi sono iscritto al Conservatorio di Roma all’insaputa della mia famiglia e dopo mi sono imposto due mesi di digiuno serale per convincere mia madre all’ acquisto di un pianoforte! Beh, la forma fisica ne giovava molto!!!
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
I momenti in cui mi accorgo di essere innamorato della vita: cammino ad un palmo da terra.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Essere stato invitato a cantare dalla signora Mirella Freni al concerto che festeggiava i suoi 50 anni di carriera. Una serata emozionalmente indimenticabile per tante ragioni.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Non c’è “la delusione”, perchè al momento vivo sempre l’ ultima come la più grande; di solito sono legate all’incomprensione o al senso di impotenza che ti annienta quando ti scontri con situazioni dove le decisioni vengono prese a priori.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Ho solo un grande vuoto e rimpianto: non ricordare mio padre e non essere padre a mia volta.
Di che cosa hai paura?
E’ un sentimento che conosco veramente poco, forse perchè di base sono un’incosciente.
Hai un sogno ricorrente?
Il mare, in tutte le forme e aspetti.
Che importanza dai al denaro?
Mi serve , ma non mi ha mai angosciato la sua mancanza, anche nei momenti veramente bui trascorsi in gioventù! Non ha mai determinato le mie scelte.
In cosa sei più spendaccione?
In ordine: scarpe , camice, piante (possibilmente da fiore o da frutto).
Collezioni qualche oggetto?
Non amo molto le collezioni in genere, hanno un eccesso di ordine intrinseco che non mi si confà.
Quali sono le tue letture preferite?
Poesia in genere: amo scoprire quale processo mentale può aver suscitato un’emozione sintetizzata in poche sillabe. Mi hanno colpito ultimamente i romanzi della Mazzantini.
Qual è il tuo profumo preferito?
Non ho un profumo preciso, ma mi suscitano sensazioni piacevoli le essenze di agrumi e di legni resinosi.
Città preferita?
Torino, ma vivo volentieri in un piccolo centro come Noto in Sicilia.
Colore preferito?
Blu cobalto.
Fiore preferito?
Mi piace tutto quello che fiorisce, come faccio a scegliere fra la fioritura dei mandorli, una genziana in montagna o un Amarillis in vaso?
Il cantante o i cantanti preferiti?
Ci sono due cantanti che riescono sempre, dopo ogni ascolto, a stupirmi: Maria Callas e Dietrich Fischer-Dieskau.
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
Le Polacche di Chopin suonate da Anton Rubinstein.
Qual è il film che hai amato di più?
Ludwig di Visconti.
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
Dipende a quale latitudine: ad esempio amo la fine dell’estate e l’ autunno siculo perchè il secco estivo improvvisamente si trasforma in una sorta di strana fioritura primaverile.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Aiuto, sono già in crisi per rispondere a questa intervista via computer… Semplicemente posso solo dire: non toglietemi il cellulare!
Che rapporto hai con la televisione?
Nostalgico: amo rivedere i vecchi sceneggiati e gli spezzoni di Canzonissima, ma se posso non perdo mai Sanremo. Mi piace anche molto il programma Linea Blu.
Che rapporto hai con la politica?
Vorrei che ci rappresentassero persone di cui andare fieri. Amo il mio Paese e la nostra cultura, e lavorando fuori dall’Italia spesso mi sono dovuto vergognare di come si tratta la “cultura” e l’arte in un paese che potrebbe vivere soltanto mantenendo quello che ci hanno lasciato dono i nostri antenati. Sarebbe meta di stimolo, studio e lavoro per tutti gli artisti del mondo e per tutti quelli che di arte si nutrono. In politica siamo ancora in attesa di persone che usino il potere a loro conferito non per profitti personali.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
L’ utilizzo razionale e sociale di tutte quelle” Scatole dei sogni” che sono i nostri Teatri.
Giorno o notte?
L’alba.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Bagnarmi al mare, possibilmente fuori stagione, e farmi una lunga e lenta nuotata.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Meglio non pensare ad una giornata ideale! Prendere quello che viene e trovare la ragione intrinseca di quello che ci succede. Questo è quello che muove le mie giornate.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Il mare.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
Premetto che non amo la musica come sottofondo. Io quando ascolto musica,di qualsiasi genere, non riesco e non possa pensare e dedicarmi ad altro.
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
La possibilità di scartabellare i miei spartiti, ascoltare i miei dischi. E poi mi prende l’ ansia che non si dia acqua sufficiente al mio giardino.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
India, Nepal o una traversata dell’Atlantico in barca a vela.
Chi o cosa ti imbarazza?
La mancanza di rispetto per gli uomini e per l’ambiente.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Felice e godereccio, ma a patto che la bilancia sia rotta.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Assolutamente e totalmente Mediterranea.
Qual è il tuo piatto preferito?
Se devo fare pace con il mondo, spaghetti aglio ed olio e due uova in tegame.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
Purtroppo sono riuscito a mangiar bene ovunque. Il segreto è mangiare quello che ti offre il posto che ti ospita e non chiedere spaghetti al dente a Cuba.
La musica è stata una vocazione?
Mi dicono in famiglia che già all’asilo restavo incollato alla suora che insegnava pianoforte ai più grandi.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?
L’altro ieri Mozart, ieri Lieder, oggi Verdi.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
Cerco di assecondarla, tutto è in continuo movimento, in costante evoluzione. Anche la voce segue il divenire di un essere umano, ed essendo, a mio avviso, l’essenza più intima della nostra persona, naturalmente muta al mutare delle ragioni della nostra esistenza. Bisogna semplicemente seguire , accettare e modellarsi adattandosi a quest’ evoluzione.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?
Oggi Rigoletto, domani Falstaff o Simone Boccanegra.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
I classici vocalizzi.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Spartito e acqua.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Beh Carmelo caro, stai facendo delle cose che non erano neanche nel tuo immaginario. Sei arrivato a questo con le tue forze e libero nello spirito! Ritieniti fortunato e ringrazia la Vita. Stato d’animo attuale?
Ho una gran voglia di comunicare a dei giovani quello che ho appreso in questi anni. Trovo che sia giusto donare quello che ti è stato dato, ma con onestà! Altrimenti è meglio restare a casa e riguardare le foto dei nostri spettacoli o riascoltare le nostre registrazioni.
Il tuo motto?
Da sempre: Vivi e lascia vivere.