Tomaso Albinoni (1671 – 1750):”Pimpinone”

Intermezzo in tre parti, libretto di Pietro Pariati. Orchestra barocca Giuseppe Nicolini, Michele Nitti (direzione), Luciano Miotto (Pimpinone), Oda Hochscheid (Vespetta). Registrazione effettuata dal vivo, Palazzina Liberty di Milano e Salone dei Concerti del Conservatorio di Piacenza, dicembre 2010. 1 CD Bongiovanni. GB 2455-2

Il veneziano Tomaso Albinoni,  figlio di un facoltoso mercante, ebbe una vita agiata e potè quindi dedicarsi alla musica senza affannarsi, come molti dei compositori a lui contemporanei,  alla ricerca di un impegno redditizzio e stabile. Albinoni, che si definiva lui stesso  «musico del violino, dilettante veneto», non ha lasciato molte tracce della sua vita e purtroppo molta della sua musica è andata perduta (molta era conservata a Dresda ed è andata pressochè distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale).
Noto soprattutto per la musica strumentale, Albinoni si dedicò anche alla musica vocale e teatrale, come ad esempio questo Pimpinone, un classico Intermezzo in tre parti su libretto di Pietro Pariati, che  presenta il classico incontro-scontro tra una giovane ed avvenente servetta e un facoltoso vecchio borghese. Il Pimpinone di questa incisione viene proposto intervallato da alcuni estratti tratti dalla Sinfonia in re maggiore e in fa maggiore. Gli Intermezzi, secondo la formula più classica, sono costruite secondo la forma di arie, recitativi e duetti che chiudono i singoli Intermezzi.
L’esecuzione in questione è affidata, alla direzione di Michele Nitti che concerta con eleganza e gusto. Un pizzico di pepe in più non avrebbe guastato. I due cantanti, Luciano Miotto e Oda Hochscheid interpretano con grande espressività le ampie sezioni di “recitativi” e non cadono mai nel caricaturale. In particolare Miotto che, indubbiamente non è un basso buffo, ma un baritono lirico e di conseguenza Pimpinone non gli è del tutto congeniale, tuttavia ha l’intelligenza di non gonfiare inutilmente i suoni con il rischio di renderli grotteschi o inutilmente enfatici.  Oda Hochscheid, dalla voce timbricamante gradevole, sembra anche lei non perfettamente a suo agio nel ruolo, alquanto centrale, di Vespetta. In ogni caso canta e vocalizza con scioltezza e fraseggia con la giusta comicità. In conclusione, pur con qualche limite, una pubblicazione interessante.