Berlino, Berliner Philharmonie
“LIEDERABENDS”
Tenore, Jonas Kaufmann
Pianoforte, Helmut Deutsch
Franz Liszt: Vergiftet sind meine Lieder, Im Rhein, im schönen Strome, Freudvoll und leidvoll, Der König von Thule, Ihr Glocken von Marling, Die drei Zigeuner.
Gustav Mahler: “Rückert Lieder”.
Henri Duparc: L’Invitation au voyage, Phidylé, Le Manoir de Rosemonde, Chanson triste, La Vie antérieure.
Richard Strauss: Schlechtes Wetter, Schön sind, doch kalt die Himmelsterne, Befreit, Junggesellenschwur, Wie sollten wir geheim sie halten.
Berlino, 17 febbraio 2012
In un momento come questo in cui, anche nella musica classica si creano dei “prodotti” di mercato, Jonas Kaufmann è indubbiamente un cantante che è entrato a far parte di questo mercato ma, fortunatamente rimanendone in un certo qual modo indenne. Sfuggendo dalle facili etichette di “nuovo Pavarotti “, Kaufmann si sta dimostrando un vero artista in grado di affrontare varie vocalità stili con appropriatezza e dovizia tecnica. Lo ha ampiamente e generosamente dimostrato a Berlino nella terza delle quattro “Liederabende” che, dopo Vienna (13 febbraio) si è conclusa a Parigi il 20 febbraio. E’ parso prima di tutto un uomo che ama cantare e lo fa con una grandissima passione e generosità. Kaufmann ci ha proposto un programma di prim’ordine con momenti di autentica magia. Si è quindi lanciato nell’esecuzione di ben otto bis davanti a un pubblico entusiasta che lo sommerso di fiori e, ultima moda anche in certi concerti classici, piccoli peluche ricordo!
Lo stesso concerto è stato una serata interessante, con un programma di lieder non sempre associati alla voce di tenore, in particolare i Rückertlieder di Mahler. Accompagnato dal suo collaboratore “storico”, Helmut Deutsch, Kaufmann si è prima cimentato in sei interessanti pagine di Liszt, alcune su testi di Heine, già musicati da Schumann. Vocalmente interessante, buon “antipasto” per il cantante, hanno invece fornito una splendida opportunità pianistica a Deutsch, che ha mostrato un virtuosismo perfettamente bilanciato alla voce. In Mahler, i cinque Rückert lieder solitamente vengono eseguiti da una voce femminile e con l’accompagnamento orchestrale. Per quanto molto diversi tra loro, questi brani hanno visto la voce tenorile Kaufmann affrontare e superare le difficoltà tecniche dei brani, delle loro richieste tecniche. La sua ampia tavolozza di colori e la padronanza assoluta della dinamica ha avuto il suo apice in “Ich bin der Welt abhanden gekommen”, in cui l’uso da parte di Kaufmann della “messa di voce” era carica di sfumature e di atmosfera perfettamente calibrata con le esigenze del suono. La vasta platea della Phliharmonie ne è stata letteralmente rapita. Il magnifico accompagnamento di Deutsch non ha fatto rimpiangere le sonorità orchestrali.
Kaufmann non è un ‘cantante di “lieder” nel senso classico, nel senso che la musica prende vita attraverso una sorta di recitazione del testo. Lui è un cantante estremamente musicale che utilizza dinamiche meravigliosamente classificate con una voce nobile, dal medium ricco e sicura e svettante nel registro acuto. Per qualche verso può ricordare Ramon Vinay, la vocalità di Kaufmann non prettamente italiana, ma è mediterranea la sua espressività, l’emotività del suo porgere la voce.
Nella seconda parte del concerto sono state eseguite liriche di Duparc. È interessante notare che in questo autore Kaufmann ha dato il meglio di se, fraseggiando con una splendida e timbrata voce brunita. Magica la sua escuzione di Chanson Triste, adatta alle sue dinamiche espressive. Il cantante passava sapientemente della “voce di testa” alla “messa-di-voce”, ai pianissimi. Notevolissima la sua capacità di passare dal “pianississimo” al “forte”. Un aspetto, questo, del quale forse ha un po’ abusato, ma che non è mai stato un artificio tecnico. Kaufman e Deutsch hanno dedicato la parte finale del concerto a sei lieder di Richard Strauss. Primo tra questi, Schlechtes Wetter, che ha affascinato il pubblico per come Kaufmann ha utilizzato un canto-parlato efficacissimo. Abbiamo quindi ascoltato dei lieder vocalmenti impegnativi, perchè originariamente scritti per voce di soprano. Kaufmann, benchè a fine serata, ha affrontato queste pagine con grande facilità sostenendo le tessisture costantemente acute. Befreit è stato bello e commovente, come dovrebbe essere, Morgen, tutto in pianissimo, anche se forse monocromatica, e Cäcilie in un luminoso slancio verso l’acuto.
Una lunga serata che avrebbe potuto già soddisfare anche il pubblico più esigente, ma forse non chi cantava e così Kaufmann non ha mostrato segni di voler smettere. Ha così offerto ben otto bis. Sei Lieder di Richard Strauss, tra i quali Zueignung e arie di Lehár, regalando al pubblico alcuni dei più grandi successi di Operetta, che da tempo non sentivamo cantare così bene. Il suo ultimo brano, Gern hab ‘ich die Frau’n geküsst lo ha cantato leggendo la musica al pianoforte, e senza dubbio si è fermato perché non c’era più musica da eseguire. E ‘stata una serata veramente generosa su più fronti!