Roma, Teatro dell’Opera:”Coppelia”

Roma, Teatro dell’Opera, Stagione Lirica 2011/2012
“COPPELIA”
Balletto pantomimico in due atti e tre scene su un libretto di Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon, dal racconto del Der Sandmann di E.T.A.Hoffmann.
Musica di  Léo Delibes
Coppelius  MARIO MAROZZI
Franz  ALESSIO REZZA
Swanilda GAIA STRACCAMORE
Solisti, Corpo di ballo e orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Koen Kessels
Coreografia Eric Vu-An da Arthur Saint-Léon e Albert Aveline
Luci Patrick Méeus
Allestimento dell’Opéra de Nice
7 Febbraio 2012
Eric Vu-An porta a Roma la sua Coppélia direttamente dall’Opéra de Nice, compagnia che dirige dal 2009. Il danzatore francese è una vecchia conoscenza per gli appassionati di balletto italiani; oggi quarantacinquenne, fu lanciato da Rudolf Nurejev a soli 19 anni e divenuto poi étoile dell’Opéra de Paris, lo ricordiamo protagonista, tra le altre cose, insieme a Giorgio Albertazzi nel ruolo di Antinoo nelle Memorie di Adriano che andarono in scena con molte repliche nella Villa Adriana di Tivoli. Partendo dalla ricostruzione di Pierre Lacotte per l’Opéra, Eric Vu-An con questa Coppélia vuole rispettare la tradizione ed avvicinarsi all’idea originale; costumi, scene, mimica, costruzione dei passi richiamano le atmosfere della danza francese di fine Ottocento.
Coppélia è un balletto fortunato, che dal giorno della sua prima rappresentazione nel lontano 1870 non è mai uscito dal repertorio dell’Opéra ed è sopravvissuto al tempo come pochi altri di quell”epoca, allestito poi nel teatri di tutto il mondo. Sarà per la trama dal carattere leggero senza più la presenza di personaggi inquietanti e sovrannaturali, sarà per la musica, considerata il capolavoro di Léo Delibes, e non ultimo per l’impianto coreografico di Arthur Saint-Léon, grande personaggio dell’epoca, danzatore, coreografo e teorico, che si caratterizza per l’amore degli elementi pittoreschi e la passione per le danze di carattere e uno stile di danza limpido, ricco di “épaulements”, sbalzo, che richiede destrezza e velocità.
Per venire allo spettacolo, dopo la prima del 3 febbraio, che vedeva come interpreti principali due Solisti dell’Opéra de Nice, Paula Acosta e Alessio Passaquindici con lo stesso Eric Vu-An nel ruolo di Coppelius (minata da un  pubblico scarso a causa del maltempo, che ha poi causato  la cancellazione di altre due repliche), la quarta replica ha visto nei ruoli principali i danzatori dell’Opera Gaia Straccamore, Alessio Rezza e Mario Marozzi.
Gaia Straccamore è  stata una Swanilda graziosa,  la sua pantomima è naturale, leggera e divertente, che racconta con chiarezza ma senza eccessi, mettendo in evidenza buone qualità interpretative. Sul piano tecnico però non sempre è parsa a  proprio agio, soprattutto nelle “pirouettes” e nelle “diagonali di giri” che terminava in modo impreciso e con evidente difficoltà senza riuscire così ad entusiasmare il pubblico. Decisamente meglio  invece nel secondo atto quando ha eseguito  le danze spagnola e scozzese nella casa di Coppelius.
Al contrario Alessio Rezza, molto apprezzato nel ruolo dell’Idolo d’Oro nella recente  Bayadere dell’Opera, è tecnicamente sicuro, con un buono sbalzo, belle “pirouettes”, tiene la scena con piglio sicuro guadagnando gli applausi del pubblico. Peccando forse di inesperienza in un ruolo tanto complesso, la sua gestualità nelle parti mimiche  è parsa  forzata, troppo attento alla forma più che all’intenzione, tanto da sembrare in alcuni momenti  non il futuro sposo di Swanilda ma un più giovane compagno di giochi. Mario Marozzi nel ruolo di Coppelius tiene la scena con sicurezza ed esperienza ma non entusiasma. Il corpo di ballo ha dato buona prova calandosi con convinzione nelle danze di carattere che regalano un clima gioioso e allegro nel primo atto e nei “divertissements” del finale. Brave le danzatrici che interpretavano le otto amiche di Swanilda che hanno dimostrato un buon lavoro d’insieme, presenza scenica e buona padronanza tecnica. Peccato che troppe volte le proporzioni fisiche ed il gioco di equilibri tra danzatori e danzatrici del corpo di ballo o tra danzatori solamente non vengano rispettate portando lo spettatore a notare più le divergenze che le omogeneità. Bella prova  anche per l’Orchestra del Teatro, diretta con passione da Koen Kessels. Di qualità, delicato e mai invadente il disegno luci di Patrick Méeus. Il pubblico numeroso ha decretato un convinto successo dello spettacolo. Foto archivio Teatro dell’Opera di Roma