Verona, Teatro Ristori:”Lalala Gershwin”

Verona, Teatro Ristori, Stagione Danza 2012
“LALALA  GERSHWIN”
Théâtre National de Chaillot
Compagnie Montalvo-Hervieu
Coreografia José Montalvo e Dominique Hervieu
Scenografia e concezione video José Montalvo
Musica di George Gershwin
Verona, 3 marzo 2o12
Appena riaperto il teatro Ristori propone una serie di   interessantissimi incontri con la danza internazionale. Il primo in programma, è stata  la compagnia Montalvo-Hervieu del Théatre Nazional de Chaillot con il suo “Lalala Gershwin”, video-dance-collage in  omaggio al celebre compositore americano.  La presenza costante di  video proiezione (l’autore è Jose Montalvo) ha sicuramente un ruolo fondamentale  nello spettacolo, elemento propulsore della danza stessa (le coreografie sono di Dominique Hervieu) che si esprime in tutte le sue forme: dal classico all’hip-hop e con delle tipologie fisiche di danzatori quanto mai diversi tra loro.
La irrefranabile fantasia visiva di Montalvo trasmette gioia nella sua visione di un universo surreale, quasi paradossale. In questo mondo, utopico, artificiale e multietnico domina  l’acqua. In questo elemento, come in un grande  acquario, galleggiano,  emergono, nuotano felici i danzatori che vediamo anche fisicamente sulla scena. E’ un susseguirsi continuo di immagini alle quali corripondono dei guizzi di  invenzioni coreografiche.  Inutile elencare gli abbinamenti più disparati che si vedono in scena e che hanno una costante trasfigurazione in immagini. Tra i numerosi brevi assolo e passi a due interpretati dai sette danzatori (tutti molto bravi nelle loro tipologie espressive) è stato particolarmente  brillante quello tra la danzatrice  classica e il ballerino di tip-tap. Forte il contrasto di immagine, stili e di carattere e nonostante ciò questi due opposti si  abbinavano nella danza perfettamente. Alla fine dello spettacolo la ballerina ha gettato la sua immagine “accedemica” e antiquata e si è lanciata in una danza fatta di scatti disarmonici, di pura energia.
Il mondo visivo di Montalvo, potente nella sua espressività, si fa anche storia e realtà quando ci porta immagini che precedono il secondo conflitto mondiale: un momento di dolore che culmina nel pianto desolato di un bambino e, di lì a poco l’esplosione della bomba atomica che cancella le immagini umane. In questo momento di dolore e rabbia, in una scatola ritroviamo gli essere umani.
Dopo questa catastrofe, un severo avvertimento all’umanità, gli autori però non ci lasciano la tristezza e, mentre sullo schermo rivediamo volti sorridenti, ai quali ha  risposto la danza, trasfigurazione fisica di sette personaggi sopravissuti.