Parigi, Opèra Comique, Salle Favart, Stagione Lirica 2011/2012
“LA MUETTE DE PORTICI”
Grand-Opéra in cinque atti su libretto di Eugène Scribe e German Delavigne
Musica di Daniel-François-Esprit Auber
Fenella ELENA BORGOGNI
Alphonse MAXIM MIRONOV
Elvire ÉGLISE GUTIERREZ
Masaniello MICHAEL SPYRES
Pietro LAURENT ALVARO
Borella TOMISLAV LAVOIE
Selva JEAN TEITGEN
Lorenzo MARTIAL DEFONTAINE
Orchestra e Coro del Théâtre Royal de la Monnaie
Direttore Patrick Davin
Regia Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Coreografie Sandro Maria Campagna
Luci Dominique Bruguière
Coproduzione Opéra Comique in collaborazione con il Théâtre Royal de la Monnaie
Parigi, 5 aprile 2012
Una rivolta contro le tasse spagnoli guidate da Masaniello a Napoli in1647 costituisce la base della storia de La Muette de Portici. Auber e Scribe danno a Masaniello una sorella, Fenella, personaggio muto, una particolarità piuttosto insolita per un’opera. Il fatto che vivono a Portici ai piedi del sempre minaccioso Vesuvio aggiunge un ulteriore elemento drammatico alla vicenda. Un pescatore e sua sorella muta (che è stata presumibilmente violentata dal nobile spagnolo Alfonso) erano simboli precostituiti per la repressione per la Francia della Restaurazione. La prima rappresentazione parigina del 1828 è successivamente in Belgio nel 1830, dove ha coinciso con il sommovimento politico da parte dei belgi contro la dominazione dai Paesi Bassi da parte degli Olandesi. Così, il famoso Coro dell’atto II, Amour sacré de la patrie è associato alla nascita della Repubblica belga. L’importanza di questo prototipo di grand opéra francese è indiscutibile. Anche se il palcoscenico dell’ Opéra Comique si è dimostrato piuttosto angusto per le numerose scene di massa, (tutto si è svolto sostanzialmente sul fondo della scena), la sala ha una acustica meravigliosa e l’orchestra e il coro del Theatre Royal de la Monnaie hanno sfoggiato un suono impeccabile. Il direttore musicale Patrick Davin ha offerto una lettura nitida. Emma Dante ha utilizzato una serie di porte per interni e scene in movimento veli per le scene all’aperto. Ha prestato molta attenzione ai numeri di gruppo, e meno ai suoi solisti che sono parsi spesso impilonati sulla scena. La Dante sembrava più attratta dalle implicazioni politiche dell’opera, più che ai caratteri dei cantanti. Il tenore Michael Spyres (Masaniello) ha cantato con un grande vigore, un vero “bête de scène”, apportando un’energia feroce al ruolo del rivoluzionario. Il suo duetto con il baritono Laurent Alvaro (Pietro), Amour sacré de la patrie, l’audace endenze nous et la fiereté è stato il momento più alto della serata. Ma nella sua lunga scena con la sorella, il suo canto a mezzavoce non è perso pienamente timbrato. Fenella è stata interpretata da Elena Borgogni con una impostazione eccessivamente isterica, che si attenua solo, ovviamente, nella scena in cui dorme. L’impostazione coregrafica è parsa uno strano incrocio tra Isadora Duncan e le danze dei dervisci. Il tenore Maxim Mironov (Alphonse) ha mostro finezza, eleganza e piacevolezza di timbro, ma in questo ruolo il suo canto è parso eccessivamente prudente ha fatto sì che talvolte fosse alquanto affettato. Il soprano Eglise Gutiérrez (Elvire) è stata impeccabile nella sua aria d’entrata. Ha fatto un bell’uso dell’emissione flautata, passando agevolmente a quella di petto, ma nel corso dell’opera ha mostrato un certo cedimento nella resa vocale. Alla fine della serata, la sala era divisa tra grida di “bravo” per Michael Spyres, direttore Patrick Davin e l’orchestra e il coro del Théâtre Royal de La Monnaie, e fischi di disapprovazione per Emma Dante. Foto Dr E. Carecchio – Opéra Comique