Parigi, Théâtre des Champs Elysées, Stagione Lirica 2011/2012
“LA DIDONE”
Opera in un prologo e tre atti, libretto di Gian Francesco Busenello
Musica di Francesco Cavalli
Didone ANNA BONITATIBUS
Enea KRESIMIR SPICER
Iarba XAVIER SABATA
Ecuba MARIA STEIJFFERT
Cassandra, Damigella I, Dama III KATHERINE WATSON
Creusa, Giunone, Damigella II, Dama II TEHILA NENI GOLDSTEIN
Fortuna, Anna, Dama I MARIANA REWERSKI
Venere, Iride, Damigella II CLAIRE DEBONO
Ascanio, Amore, Cacciatore DAMIEN GUILLON / TERRY WEY
Anchise, Un Vecchio NICOLAS REVENQ
Corebo, Eolo, Cacciatore VALERIO CONTALDO
Ilioneo, Mercurio MATHIAS VIDAL
Acate, Sicheo, Pirro Greco JOSEPH CORNWELL
Sinon Greco, Giove, Nettuno, Cacciatore FRANCISCO JAVIER BORDA
Orchesta “Les Arts Florissants”
Direttore William Christie
Regia Clément Hervieu-Léger
Collaboratore alla drammaturgia Pierre Judet de La Combe
Scene Eric Ruf
Costumi Caroline de Vivaise
Luci Bertrand Couderc
Coproduzione di Théâtre des Champs Elysées / Théâtre de Caen / Les Théâtres de la Ville de Luxembourg
Parigi, 21 aprile 2012
Ecco una produzione che arriva a Parigi che è il frutto di un brillante, raffinato ed eccezionale lavoro di squadra. Inizialmente eseguita al Théâtre de Caen pochi mesi fa con la stessa distribuzione, questa prima edizione veneziana de La Didone (1641) vede il direttore d’orchestra William Christie dirigere un’opera di Cavalli per la prima volta, il regista Clément Hervieu-Léger al suo debutto operistico e un intero cast (inclusi Anna Bonitatibus e Krešimir Špicer) che hanno cantato i rispettivi ruoli per la prima volta. Tutto ciò conferisce una particolare freschezza e coerenza alla performance. Su quattordici artisti di un cast molto versatile, dodici cantano più di un ruolo. Enea, Ecuba, Iarbas e Didone sono, infatti, i soli ruoli cantati da un solo cantante. Tutti gli altri membri del cast cantano due, tre, anche quattro ruoli. Un avvenimento fortuito ha aggiunto un’altra sfumatura al debutto parigino: poco prima dell’esibizione, è stato annunciato che il controtenore Terry Wey (Ascanio, Amore e un cacciatore) era indisposto. Avrebbe interpretato i suoi ruoli, ma sarebbe stato doppiato dalla fossa dalla bella voce di Damien Guillon il quale, con appena un giorno di avviso, non ha avuto modo di provare la messinscena.
L’orchestrazione che William Christie ha scelto per Les Arts Florissants, vicina all’intimità e raffinatezza dell’opera veneziana, permette alla musica di fluire senza intoppi, come fosse improvvisata, dal non misurato al misurato. Clément Hervieu-Léger, un giovane membro della Comédie Française dal 2005, procede con lo stesso tipo di quieta sicurezza del suo consumato direttore d’orchestra. Dal passo lento e dalla dettagliata precisione della tragedia epica nel primo atto, egli cambia completamente mood nel secondo atto, aggiungendo dello humor alla trama, mentre Iarbas corteggia Didone, solo per essere rifiutato e poi cercare il favore delle dame della corte. Eric Ruf ha creato un set multi-funzionale che riesce ad ospitare dei, fantasmi e uomini. Il primo atto, la fine di Troia, potrebbe essere un’opera tragica in sé. Le mura della città crollano nella nebbia, la carcassa in decomposizione di un cervo giace sul palco, i costumi di colore grigio ne rafforzano l’aspetto funereo.
Il tenore Krešimir Špicer (Enea) impressiona con una gamma vocale che va da una mezza voce ben proiettata ad un bel canto sanguigno. Il soprano Tehila Nini Goldstein (Creusa) canta con fraseggio e tenerezza espressivi. Dopo la morte di Creusa, il commovente dialogo fra Enea e il suo fantasma rappresenta il picco del primo atto. La vitalità del soprano Claire Debono (Iris,Venere), il portamento maestoso del basso-baritono Nicolas Rivenq (Anchise), la profonda risonanza del contralto Maria Steijffert (Ecuba), la desolazione del soprano Katherine Watson (Cassandra) lasciata a piangere sul giovane tenore Valerio Contaldo (Corebo), il versatile tenore Joseph Cornwell che ha cantato Acate e poi Pirro due scene dopo, il poderoso basso Francisco Javier Borda (Sinon il Greco) che gioisce del massacro dei Troiani, hanno tutti mostrato profondità psicologica e individualità. Didone non è presente nel primo atto. Ma dato che, nell’Eneide di Virgilio, lei è un’ascoltatrice di questa parte della storia, esiste una sottesa connessione.
Il secondo atto passa all’atmosfera più felice di Cartagine. Dalle mura crollate di Troia, si passa all’impalcatura di un nuovo mondo, ad un muro in costruzione con un portico attraverso il quale Enea fa il suo ingresso a Cartagine nella scena decima. I costumi dai colori brillanti hanno conferito un senso di rinnovata speranza. I sospiri amorosi d’apertura del controtenore Xavier Sabata (Iarbas) che desidera ardentemente Anna Bonitatibus (Didone) hanno un effetto corroborante dopo la tetraggine del primo atto. C’è quasi una scena umoristica shakespeariana nella sua seduzione delle tre dame della corte seguente all’iniziale rifiuto di Didone. Anna Bonitatibus ha fornito un’ottima prova: ogni singola parola è meditata. Il suo fraseggio è cesellato con intelligenza e il suo uso del vibrato dona ampiezza al ruolo. Mariana Rewerski (Anna, Fortuna e la prima Dama) interpreta una confidente ideale. La complicità femminile fra la Bonitatibus e la Rewerski è molto avvincente. Tehila Nini Goldstein risorge nel secondo atto nel ruolo di Giunone, dando sfoggio della sua versatilità con un timbro molto più brillante e interpreta anche altri due ruoli minori. Il tenore Valerio Contaldo ha un simile carico di lavoro, dato che canta Corebo, Eolo e un cacciatore. Il valido basso Francisco Javier Borda canta addirittura quattro ruoli.
Il terzo atto riguarda la confusione di Didone e il suo abbandono da parte di Enea. Tocca in primis all’affascinante tenore Mathias Vidal (Mercurio) convincere Enea a partire per Roma e poi convincere Iarbas che Didone lo ama sinceramente. Nelle loro battute finali, immensamente potenti, la Bonitatibus e Spicer raggiungono vette di intensità drammatica impressionanti. L’area con cui Enea si congeda (Regina, homai rasciuga quella pioggia d’argento), con l’arpa e il liuto nell’orchestra, rappresenta un momento toccante. Didone è devastata e giace sulla carcassa in decomposizione del cervo che ha infestato l’opera dal primo atto. Il fantasma del suo precedente marito, Sicheo, la esorta a vivere (A chi vive, nel mondo una morte sovrasta), e il librettista Busenello dà la svolta finale: Didone decide, invece di suicidarsi, di accettare la proposta di matrimonio di Iarbas. Anna Bonitatibus è notevole in questo ruolo davvero impegnativo. Passa dall’iniziale, deciso (ma comunque ispirato da buone intenzioni) rifiuto di Iarbas, alla fragilità del suo amore per Enea, al dolore e alla rabbia quando lui l’abbandona, fino all’“happy end” del suo matrimonio con Iarbas, rappresentando ogni emozione con uno stile vocale impeccabile e usando una gamma ben più ampia di quella normalmente utilizzata nell’opera barocca. Un DVD di questa eccezionale produzione de La Didone di Cavalli verrò pubblicato il prossimo autunno.FotoVincent Pontet/WikiSpectacle