Opera di Roma:”A Midsummer night’s dream”

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2011/2012
“A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM “
Opera  in tre atti, libretto di Benjamin Britten e Peter Pears.
Musica di Benjamin Britten
Oberon, Re delle Fate LAWRENCE ZAZZO
Tytania, Regina delle Fate CLAUDIA BOYLE
Puck
 MICHAEL BATTEN
Theseus, Duca di Atene PETER SAVIDGE
Hippolyta, Regina delle Amazzoni  NATASCHA PETRINSKY
Lysander, innamorato di Hermia
 SHAWN MATEY
Demetrius, innamorato di Hermia  PHILLIP ADDIS
Hermia, innamorata di Lysander TAMARA GURA
Helena,innamorata di Demetrius ELLIE DEHN
Nick Bottom, tessitore PETER ROSE
Peter Quince, falegname PETER STRUMMER
Francis Flute, acconciamantici ANTONY DEAN GRIFFEY
Snug, stipettaio  FILIPPO BETTOSCHI
Tom Snout, magnano SAVERIO FIORE
Robin Straveling, sarto GEORGE HUMPHREYS
Cobweb, folletto MARTA PACIFICI*
Peaseblossom, folletto BENEDETTA MALVAGNA*
Mustardseed, folletto MARIA ELENA PEPI*
Moth, folletto, CAMILLA MALPICCI*
*allievi del coro delle voci bianche con la partecipazione del coro delle voci bianche diretto da Josè Maria Sciutto
e degli Allievi della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera diretta da Laura Comi
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore James Conlon
Regia Paul Curran
Scene e costumi Kevin Knigth
Luci David Martin Jacques
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma
Roma, 21 giugno 2012

Seconda esecuzione romana per questa opera di Britten presentata in un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera. La regia di Paul Curran curatissima nei movimenti scenici, illustra la vicenda in modo lineare evidenziando molto bene i differenti mondi delle fate, degli amanti e degli artigiani  ed i vari passaggi da uno nell’altro così come sono descritti dalla musica, conferendo una buona unitarietà allo spettacolo. Bellissimi i costumi di Kevin Knigth per le scelte cromatiche e la capacità di definizione dei vari personaggi. Meno accattivanti da un punto di vista visivo le scene ma comunque funzionali all’articolato sviluppo della vicenda. James Colon ha diretto l’orchestra del Teatro dell’Opera con grande sensibilità, ironia e misura riuscendo a evocare le varie atmosfere della partitura in modo molto coinvolgente anche per un pubblico che verosimilmente in gran parte si trovava di fronte ad un primo ascolto. Assolutamente esemplari la resa della scena di Bottom trasformato in asino, della recita o del finale dove i ritmi e soprattutto i colori dell’orchestra hanno saputo dipingere le emozioni della musica di un che di ineffabile ma profondo.
Nell’insieme su un livello di altissima professionalità i numerosi interpreti, con una notevole capacità di essere dentro il proprio ruolo con verità e naturalezza. Su tutti, sia pure in una compagnia di canto molto omogenea e ben assortita per colori e pesi vocali, ha spiccato Peter Rose nella parte di Bottom per la sicurezza, il bellissimo timbro e la evidente assoluta padronanza della parte. Splendido vocalmente ed assai affascinante scenicamente l’Oberon di Lawrence Zazzo, anche lui specialista del ruolo, che sotto il profilo musicale ha offerto una interpretazione molto ricca di sfumature, di colori e di energia come si addice ad un vero re delle fate. Molto ben cantati  e recitati i ruoli dei due amanti maschili affidati rispettivamente a Shawn Matey, Lysander e a Phillip Addis, Demetrius. Tytania era interpretata con non comune bellezza sia scenica che vocale da Claudia Boyle. Brave le interpreti delle due amanti femminili Tamara Gura, Hermia, ed Ellie Dehn, Helena, che, credo però in maniera assolutamente involontaria, ricordava vagamente nell’aspetto ed in alcune mosse il nostro ex ministro Gelmini. Eccellente il gruppo degli artigiani nel quale spiccava il Flute di Antony Dean Griffey  e molto bravi Michael Batten nella parte di Puck, Peter Savidge, Theseus, e Natascha Petrinsky, Hippolyta. Preparato con evidente attenzione e con ottimi risultati il quartetto dei folletti e nell’insieme il coro delle voci bianche e degli allievi della Scuola di Ballo del Teatro. Sempre ben curata la realizzazione del programma di sala, utilissimo strumento di approfondimento specie per un’opera per Roma purtroppo così desueta. Alla fine il pubblico, sfortunatamente non troppo numeroso forse per il caldo e per una istintiva ma davvero ingiustificata prevenzione verso un titolo sostanzialmente nuovo ma, va ribadito, interessante e soprattutto godibilissimo, ha applaudito con entusiasmo.
Foto Silvia Lelli © Teatro dell’Opera di Roma