Aix-en-Provence, Théatre du Jeu de Paume, Festival Intenational d’Art Lyrique 2012
“L’ENFANT ET LES SORTILEGES”
Fantasie Lyrique in due parti su libretto di Colette
Musica di Maurice Ravel
Versione da camera di Didier Puntos
L’Enfant CHLOE BRIOT
Le Feu, le Rossignol MERCEDES ARCURI
La Princesse, la Chauve Souris, la Pastourelle CLEMENCE TILQUIN
La Chatte, l’Ecureuil, la Bergère MAJDOULINE ZERARI*
Maman, la Tasse Chinoise, la Libellule EVE-MAUD HUBEAUX
La Théière, le Petit Vieillard, la Rainette VALERIO CONTALDO
L’Horloge, le Chat GUILLAUME ANDRIEUX
Le Fauteuil, le Chêne JEAN GABRIEL SAINT MARTIN
Flauto Anne -Lise Tereuel*
Violoncello William Imbert
Pianoforte a quattro mani Michalis Boliakis*, Didier Puntos
Direttore Didier Puntos
Regia Arnaud Meunier*
Scene Damien Caille-Perret
Costumi Anne Autran
Luci Philippe Berthomé
*Ancien artiste de l’Académie européenne de musique
Nouva produzione del Festival d’Aix-en-Provence, Académie européenne de musique
e Théâtre du Jeu de Paume e Opéra de Dijon.
Aix-en-Provence, 22 luglio 2012
Al teatro Jeu de Poume di Aix-en-Provence abbiamo assistito ad una ammirevole rappresentazione de “L’enfant et le sortileges” di Maurice Ravel in una originale trasposizione cameristica curata dal pianista e compositore Didier Puntos che ha saputo brillantemente e validamente trasformare, senza sminuire la ricchezza armonica e coloristica della partitura. All’esito positivo dello spettacolo hanno contribuito in modo determimante anche le scene di Damien Caille-Perret, i costumi di Anne Autran e le luci di Philippe Berthomé. Un insieme originale e raffinato, ricco di dettagli, quasi una soffitta piena di cose e oggetti che servivano ai cantanti per trasformarsi via, via nei diversi personaggi. L’orologio, la rana, lo scoiattolo, il pipistrello, la tazza cinese e la teiera, tutti personaggi che trovano una collocazione adeguata anche dal lato psicologico come l’accenno all’adolescenza e alla scoperta della sessualità. Effetti scenici che ci offrono suggestioni oniriche, come il duetto dei gatti che intravvediamo come ombre cinesi, o il mondo di sogni in cui è trasportato il bambino, rappresentato da un giardino illuminato dalla luna, dove il brusio degli insetti e i rumori della notte, materializzano le sue paure. Proviamo emozione e la stessa ansia che assale il bambino quando gli animali lo vogliono assalire e, cosciente dei propri errori, invoca la mamma.
Il soprano Chloé Briot, è stata credibilissima nei panni del bambino. La sua figura ci evoca un fanciullo a metà tra l’infanzia e l’adolescenza. La recitazione non è mai manierata e la sua voce, sicura nel registo acuto, sfoggia i giusti colori per tratteggiare i continui cambi di umore del protagonista. Elenchiamo di seguito tutti gli altri protagonisti, tutti perfettamente adeguati, sia vocalmente che scenicamente, ai vari ruoli: il contralto Eve-Maud Huberaux, il mezzosoprano Madjouline Zerari, i soprani Clémence Tilquin, Mercedes Arcuri, i baritoni Jean Gabriel Saint Martin, Guillame Andrieux, il tenore Valerio Contaldo. La direzione musicale di Didier Puntos e l’orchestrazione intimista, ottimamente interpretata dai musicisti colocati sulla scena, ci hanno offerto un’esecuzione, raffinata e priva di effetti caricati. Una serata deliziosa e molto gradita dal pubblico. Foto Patrick Berger/ArtComArt