Bilbao: “Un giorno di regno”

Bilbao, Palacio Euskalduna, Stagione lirica 2012/2013
“UN GIORNO DI REGNO”
Melodramma giocoso in due atti su  libretto di Felice Romani, dalla farsa Le faux Stanislas di Alexandre-Vincent Pineaux-Duval.
Musica di Giuseppe Verdi
Il cavaliere di Belfiore DALIBOR JENIS
Il barone di Kelbar
PAOLO BORDOGNA
La marchesa del Poggio IRINA LUNGU
Giulietta SILVIA VÁZQUEZ
Edoardo di Sanval
ANTONINO SIRAGUSA
Il signor La Rocca DAVID SOAR
Il conte Ivrea EDUARDO ITUARTE
Delmonte
JUAN JOSÉ PUENTE
Orquesta Sinfónica de Navarra
Coro de Ópera de Bilbao
Direttore Alberto Zedda
Maestro del Coro Boris Dujin
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Allestimento del Teatro Regio di Parma
Bilbao, 27 ottobre 2012

Un giorno di regno é la seconda opera di  Giuseppe Verdi. Rappresentata al Teatro alla Scala di Milano nel 1840, dove ottenne un clamoroso insuccesso, fu cancellata solo dopo cinque recite e portò Verdi a una profonda crisi interiore superata solo con la composizione del Nabucco. Titolo subito dimenticato, Un giorno di regno, è stata duramente criticata per la banalità del libretto rivestito da una musica troppo legata a uno stile “buffo” similare a un Rossini o Donizetti. Certamente questo non è il Verdi che si è abituati ad ascoltare, ma non per questo siamo di fronte a una partitura senza valore. Possiamo sicuramente intravedere elementi del Verdi delle opere successive. Unica opera verdiana con la presenza di recitativi “secchi”, possiamo affermare che, musicalmente e nello sviluppo drammatico, Un giorno di regno, non ha meno valore di tanti titoli operistici che si rappresentavano a quel tempo. La produzione successiva, quella del Verdi politico e risorgimentale, ha sicuramente pesato sul giudizio pesantemente negativo che ha sempre gravato su questa partitura.
La riproposta di Un giorno di regno a Bilbao, ha mostrato la freschezza dell’opera, anche grazie a un allestimento forse un po’ datato (1997), ma che appare sempre elegante ed efficace.
Il cast vocale è complessivamente omogeneo e valido. Nei ruoli femminili troviamo il soprano  Irina Lungu (Marchesa del Poggio), al suo debutto a Bilbao, che ha mostrato un canto rotondo, unito a un colore vocale e un timbro di notevole qualitá e bellezza.  Aspetti pienamente evidenziati nella cavatina “Grave a core innamorato”. La Lungu ha inoltre recitato con molto charme e naturalezza. Come Giulietta, il soprano spagnolo Silvia Vázquez ha confermato una vocalità sicura e svettante unita a una recitazione altrettanto brillante. Insieme al tenore Antonino Siragusa hanno interpretato alcuni dei momenti piú coinvolgenti della serata ( il duetto “Giurai seguirlo in campo” nel secondo quadro dell’atto 2). Il tenore italiano si è dimostrato un solido professionista: tecnica sicura e un’ampia gamma di colori espressivi, come capita di rado sentire. La scrittura “belcantista” del ruolo si è dimostrata particolarmente adatta alla voce di Siragusa, sicura in tutti i registri, con acuti fermi e ben proiettati. I due baritoni, Dalibor Jenis (Belfiore) e Paolo Bordogna (Kelbar), hanno ben funzionato sulla in scena e sempre con musicalitá. La vocalitá, piú rotonda e scura quella di Jenis e  piú brillante e chiara quella di Bordogna, hanno ben differenziato i personaggi, con esito felice. Particolarmente apprezzata la vis comica di Paolo Bordogna. Il basso David Solar (Della Rocca) ha mostrato qualche limite di volume. Buona la prestazione del tenore Eduardo Ituarte (Conte di Ivrea).
L’Orchestra Sinfonica di Navarra sotto la magistrale concertazione di Alberto Zedda è parsa un po’ fredda, e con un suono poco flessibile. Il Coro dell’Opera di Bilbao ha cantato con la consueta professionalità. Non trattandosi di un titpo di repertorio, il coro e l’orchestra hanno mostrato un’iniziale senso di apparente prudenza, o disagio, superato nel corso della serata che, alla fine è stata salutata da un caloroso successo di pubblico. Foto E.Moreno Esquibel.