“Favolosa” Martha. L’incontro incantato della Argerich con Eduardo Hubert e i Solisti di Santa Cecilia

Roma, Auditorium Parco della Musica, Stagione da camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Pianoforte, Martha Argerich, Eduardo Hubert
Solisti di Santa Cecilia
Violini: Carlo Maria Parazzoli, David Romano; Viola: Simone Briatore; Violoncello: Gabriele Gemignani; Contrabbasso: Libero Lanzillotta; Flauto: Carlo Tamponi; Clarinetto: Stefano Novelli; Xilofono:Marco Bugarini; Glockenspiel: Andrea Santarsiere.
Maurice Ravel: “Ma  mere l’Oye”, cinque pezzi infantili per orchestra
Robert Schumann: Quintetto con pianoforte op.44
Camille Saint-Saëns: “Il carnevale degli animali”, per 2 pianoforti e piccola orchestra
Roma, 11 novembre 2012
Quando Martha Argerich è a Roma, il suo affezionato pubblico accorre per riempire la sala e far sentire tutto il suo caloroso abbraccio, senza temere né pioggia torrenziale, né la chiusura delle strade per il derby della città, né la folla della Festa del Cinema. La Argerich si fermerà nella Capitale per più di una settimana affrontando nel prossimo weekend, per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il concerto in La minore di Schumann.
E proprio Schumann sembra essere il filo conduttore che lega i due appuntamenti romani con Martha Argerich che ieri ha allietato una sala stracolma e, per una volta piena di giovani, con il Quintetto op. 44 assieme ai solisti dell’Orchestra di Santa Cecilia.
Un ensemble tutt’altro che improvvisato, i cui elementi hanno saputo sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda fin dalle prime battute. Ne è scaturito un suono morbido e curato in ogni particolare dall’irruente tema del primo movimento al fugato del Finale, passando per i sospiri funerei del primo violino (quasi degli hoquetus) del secondo movimento. Lo stile “adulto” di Schumann è incorniciato dalla lieve atmosfera fiabesca di Ma mère l’oye e dal Carnevale degli animali di Saint-Saëns, con l’intervento più nutrito dei solisti dell’Accademia. Entrambi vedono accanto alla Argerich la presenza del pianista e compositore argentino Eduardo Hubert, prima in un Ravel dall’interpretazione spensierata e naturale che non lascia intravedere le difficoltà di alcuni dei passaggi più articolati scritti per quattro mani, e poi in un divertente e fantasioso Saint-Saëns, in cui i musicisti sono coinvolti in simpatiche gag ispirate dalla zoologica tessitura di ogni brano, come il dialogo “ragliante” fra i due violini di Personaggi dalle orecchie lunghe. Non poteva mancare come bis un tributo argentino ad Astor Piazzolla con Tres minutos con la realidad nella trascrizione dello stesso Eduardo Hubert per due pianoforti e archi.