Daniil Trifonov in concerto all’I.U.C. di Roma

Roma, Aula Magna Università La Sapienza di Roma, Istituzione Universitaria dei Concerti 
Pianoforte Daniil Trifonov   
Aleksandr Skrjabin: Sonata per pianoforte n. 2 in sol diesis minore, op. 19
Daniil Trifonov:  Rachmaniana, suite per pianoforte
Igor Stravinskij :Suite da L’uccello di fuoco
Frydery Chopin: 24 Preludi, op. 28
Roma, 15 dicembre 2012

Con un ritardo di trenta minuti a causa del traffico, che lo ha bloccato,  il giovanissimo Daniil Trifonov è giunto come una furia sul palcoscenico, quasi lanciandosi sul pianoforte e dimostrando una disinvoltura alla tastiera da grande professionista. Vincitore nella sola stagione 2010/11 di tre fra i concorsi più prestigiosi al mondo (Terzo Premio allo “Chopin” di Varsavia, Primo Premio al “Rubinstein” di Tel Aviv e Primo Premio e Grand Prix al “Čajkovskij” di Mosca), il ventiduenne Daniil Trifonov è un astro nascente il cui percorso artistico sarà da seguire passo passo.
Fu lo stesso Skrjabin a confessare l’ispirazione naturalistica della Sonata n. 2, una rievocazione di un paesaggio marino che colpì il compositore durante una tournée di concerti in Italia; dalla serenità delle acque al vigore di un mare in tempesta, Daniil Trifonov ha estrapolato ogni singola sfumatura di colore della Sonata n. 2 districandosi poi fra i brani in programma dalla complessa tessitura, come la Suite da L’uccello di fuoco, e dalla struttura cristallina dei 24 Preludi op. 28 di Chopin. Il suo è uno stile che coniuga l’energia e l’istinto del tocco giovanile con la maturità di una mente vivace e brillante, capace di un’interpretazione ragionata circoscritta in un’aureola di creatività ed ardore quale la scintillante esecuzione dello Stravinskij nell’arrangiamento per pianoforte di Guido Agosti. La capacità analitica di Trifonov è radicata non solo nella sua natura di pianista dalla carriera promettente, ma soprattutto nella sua veste di compositore, la cui produzione vanta già diversi titoli di musica da camera e un concerto per pianoforte.
Ne abbiamo avuto un esempio ieri con la sua Rachmaniana n. 1, sintesi dello stile russo di fine Ottocento in una successione di brani senza indicazioni di tempo, fra eterei virtuosismi e accenni a languide melodie tonali. In risposta ai richiami entusiastici del pubblico, quattro bis: dalla personalissima versione di Rachmaninov della Partita BWV di Bach, ad uno dei Preludi di Skrjabin alla soffice Widmung (Schumann/Liszt).