Marsiglia, Théatre Municipal dell’Opéra, Stagione Concertistica 2012/2013
Orchestre Philharmonique de Marseille
Direttore Alain Guingal
Soprano Mariella Devia
Tenore Stanislas Barbeyrac
Gioachino Rossini:“L’Italiana in Algeri”- Sinfonia
Vincenzo Bellini: “I Capuleti e i Montecchi” – «Oh, quante volte» ; “Norma”- Sinfonia, «Casta diva».
Gaetano Donizetti: “Anna Bolena” – « Piangete voi », finale dell’opera.
Giuseppe Verdi: “Nabucco” – Sinfonia; “Il Corsaro” – « Non son le tetre immagini »; “I Lombardi alla prima crociata” – « Non fu sogno »; “I Lombardi alla prima crociata”, Preludio al finale dell’atto terzo. “La Traviata” – «È strano… Sempre libera ».
Marsiglia, 1 dicembre 2012
Ci sono concerti che lasciano per lungo tempo una forte impressione, questo è il caso per il recital dato il primo dicembre all’opera di Marsiglia con il grande soprano Mariella Devia di cui non possiamo parlarne che in termini superlativi. Un momento di grazia al quale ha contribuito il Maestro Alain Guingal alla direzione dell’orchestra filarmonica di Marsiglia e con la partecipazione del tenore Stanislas Barbeyrac. Perfezione, musicalità ed emozione erano lì quella sera: non una nota, una sfumatura, una pausa priva di senso per coronare il successo di un programma tutto di belcanto italiano. Mariella Devia ci appare di una grande sobrietà, scrigno nel quale la sua voce brilla come un diamante puro.
L’orchestra già avvezza alla direzione del maestro Guingal apre con l’ouverture de “L’italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini reagendo prontamente alla sua bacchetta. Segue il primo brano eseguito da Mariella Devia, l’orchestra introduce l’aria “Oh, quante volte” da “Capuleti e Montecchi” di Vincenzo Bellini, traendone le giuste sonorità e nel rispetto dello stile le perfette dinamiche. La voce del soprano inalterata per purezza e freschezza, conserva nella qualità del suo timbro la rotondità che come una carezza sfiora e s’introduce nelle sonorità profonde del corno. Gli acuti purissimi offrono la loro forza senza mai eccedere in asprezza e il pastoso registro medio completano uno stile di canto che le è proprio, stile che si distingue per la perfezione con cui esegue gli attacchi del suono sempre sul fiato.
Questa cantante viene a volte giudicata “fredda” poichè l’estrema attenzione alla tecnica vocale la priva di un certo calore espressivo, ma in quest’aria che ci trasporta in un’atmosfera celestiale, trae solo sensazioni di grande sensibilità emotiva. Per restare con Bellini, l’orchestra in grande forma interpreta con uno staccato sorprendente l’ouverture di “Norma” ed è dopo il bellissimo solo del flauto che Mariella Devia intona soavemente le prime note di “Casta diva”, a mio avviso una delle più belle interpretazioni. Il vibrato omogeneo fa risuonare ogni suono con raffinatezza e i misurati portamenti permettono di legare i suoni sullo stesso fiato. I vocalizzi di agilità eseguiti nel giusto ritmo non rallentano il tempo.
Con la scena finale di “Anna Bolena” di Gaetano Donizetti termina la prima parte del concerto. “Piangete voi”è introdotta da un’atmosfera creata dal corno inglese al quale rispondono i vocalizzi del soprano: magnifica nell’esecuzione dei trilli e dei pianissimi si avvale di fiati lunghissimi ottenuti da uno studio profondo della tecnica. Sembra quasi non respiri, e noi che ascoltiamo restiamo in estasi sospesi alla sua voce. La seconda parte è dedicata a Giuseppe Verdi.
Dopo l’ouverture da “Nabucco” che solleva sempre l’entusiasmo del pubblico, è con la romanza di Medora da “Il Corsaro” che Mariella Devia inizia la seconda parte del concerto. Anche se in un registro grave e pesante fa vibrare gli armonici della voce introducendo il brano con un ritmo preciso, gli staccati leggeri e i salti d’intervallo sono sempre legati nel fiato ed è grazie a ciò che ottiene una pregevole linea musicale e un fraseggio che non ha mai interruzioni. Magnifica per la purezza dello stile, incatena le arie senza apparente fatica e leggerezza naturale, interpreta Giselda da “I lombardi alla prima crociata” con voce limpida, acuti cristallini e intonazione perfetta. Quest’opera ci permette anche di apprezzare nel preludio orchestrale il bellissimo assolo del violino che si esprime con proprietà di stile e pulizia del suono.
Il programma di questo concerto si conclude con “Traviata”, la scena finale del primo atto “È Strano… Sempre Libera” che il soprano interpreta con sobrietà, ma anche con intensità. Ciò che ci fa vibrare è lo slancio della sua voce, con i crescendo eseguiti in morbidezza e l’intenzione nei cambi di atmosfera che risolve con finezza come in “follie, follie”, dove la luminosa voce del tenore Stanislas Barbeyrac le risponde dalle quinte. Lo splendido mi bemolle tenuto ha scatenato il pubblico. Dopo lunghi applausi saremo gratificati dall’ascolto de “Chi bel sogno” da “La rondine” di Puccini, seducente ed elegante negli acuti estremi. “Adieu notre petite table” da “Manon” di Massenet è stata contraddistinta dalla purezza commovente dell’esecuzione. Stupefacente la perfetta interpretazione dello stile francese unito alla corretta dizione. Soggiogata da tanta emozione, la sala rimarrà per un attimo come sospesa prima di reagire, per poi esplodere in un tonante applauso. Un concerto a cui fare riferimento per l’alto livello di perfezione questo tenuto dal soprano Mariella Devia, che nel ricevere i fiori quale omaggio alla sua arte, è stata ampiamente ricambiata da un pubblico in standing ovation.