Il Ballet du Capitole de Toulouse al Teatro Ristori di Verona

Verona, Teatro Ristori, Stagione Danza 2012/2013
Ballet du Capitole de  Toulose
“La Stravaganza”

Coreografia Angelin Preljocaj
Musiche di A. Vivaldi, E. Ficarra, S.Morandi, A.Parmerud
“Symphony of Psalms”
Coreografia di Jiří Kylyán
musica di Igor Stravinskij
Verona, 20 dicembre 2012
Dopo l’intervallo estivo, al Teatro Ristori di Verona è ripresa lo straordinario progetto di incontri con la danza internazionale. La stagione è stata aperta dalla compagnia del Ballet du Capitole de Toulouse con “La Stravaganza” di Angelin Preljocaj e “Symphony of Psalms” di Jiří Kylián. Due coreografi contemporanei di grande spicco, più diversi che accomunati, si sono perfettamente abbinati in questa serata. Angelin Preljocaj, di nazionalità albano-francese  viene considerato come un “coreografo-istigatore”, un perturbatore della quiete teatrale. Non è però il caso della sua “Stravaganza” che ci ha mostrato un Preljocaj per nulla… stravagante. Creato nel 1997 per New York State Theater, la “Stravaganza” è un balletto – collage. Il principio del contrasto, tanto preferito dal coreografo, qui è un elemento costruttivo che caratterizza tutta la struttura del balletto. Si parte dalla drammaturgia musicale, dove la divina musica di Antonio Vivaldi viene di continuo contrapposta alla sonorità elettronica. Il contrappunto è ovunque: nel concetto, nella drammaturgia coreografica, nella sua stilistica, nella scenografia, nei costumi e anche nello spazio. L’universo scenico creato da Preljocaj è spezzato in due. C’è il mondo dell’armonia, della bellezza, della natura e dell’amore. A questo mondo astratto, personificato sul palco da tre coppie, appartiene la musica di Vivaldi.  Per contrasto, si contrappongono altre tre coppie che si rintanano nello stretto spazio dell’angolo destro vicino al fondale. Questo angolo è il loro habitat, segnalato anche nella scena da un cielo grigio sul fondale rosso. I loro movimenti spezzati e spigolosi. Per umanizzare questa società i “vivaldiani” cercano di interagire con gli aborigeni e sembra che riescano a farlo. Alla fine il fondale nasconde gli aborigeni e davanti, come all’inizio, nel silenzio totale spunta un anello formato e messo in moto dai sei “vivaldiani”. È una bella cornice che mette in risalto il significato di tutti i contrasti compositivi.
Come secondo brano il Ballet du Capitole de Toulouse ci ha mostrato “Symphony of Psalms”, una delle prime opere del grande coreografo Jiří Kylián. Creato nel 1978 sulla grandiosa partitura omonima di Igor Stravinskij, “Symphony of Psalms” è stato considerato come un capolavoro assoluto di Kylián. Oggi quest’opera si trova nel repertorio di diverse compagnie, fra cui anche quella de Teatro Bolshoi di Mosca. La “Sinfonia” di Kylián come la partitura di Stravinskij non è letteralmente un'”opera religiosa”. Sono piuttosto riti collettivi di manifestazione di fede, non privi di timore e di perplessità.  È un bellissimo  “atto misterico” plastico,  avvolto di tonalità tragiche che si alternano con barlumi di speranza. Prevale il coro, la massa monolitica: otto uomini e otto donne non lasciano il palco per un attimo. Si susseguono brevi assoli, attimi di confessione riempiti di delusione, felicità, dolore e speranza. Alla fine il coro se ne va e lentamente immergendosi nel buio.
Il Ballet du Capitole de Toulouse ha dimostrato buon livello interpretativo. Nella “Stravaganza” si è notato oltretutto un buon livello di tecnica,  musicalità e fluidità nei movimenti.