Ensemble Alraune: Stefano Zanobini (viola), Andrea Landi (violoncello).
Zygmunt Schul (1916-1944): Zwei Chassidische Tänze; Erwin Schulhoff (1894-1942): Duo per violino e violoncello; Béla Bartók (1881-1945): Duetti per 2 violini (13, 23, 28, 35, 42); Paul Hindemith (1895-1963): Duetto (Schnelle Achtel); Witold Lutosławski (1913-1994): Bukoliki; Paul Dessau (1894-1979): Zwei Kleine Studien. Registrazione: Chiesa di Santa Lucia di Pievecchia, 17-19 giugno 2010. 1 CD Novantiqua
Dal 2005 il 27 gennaio è stato nominato dall’ONU Giorno della Memoria o International Holocaust Remembrance Day, per ricordare lo sterminio di ebrei, rom, omosessuali ed altri da parte del regime nazista. La data è ormai divenuta un appuntamento fisso anche nel calendario musicale, e con ottime ragioni. Oltre a prestarsi naturalmente ad eventi di commemorazione, quello della storia della musica infatti è un punto di vista estremamente significativo sull’Olocausto.
Considerando il completo disinteresse della società e della politica di oggi verso la cultura e la musica non pop, forse è difficile crederlo, ma negli anni ’30 e ’40 del Novecento la musica era ancora una cosa molto importante, specialmente per un popolo musicale come quello tedesco. A Goebbels, Göring & Company interessava molto l’arte. Non si limitarono a condannare e bandire l'”arte degenerata”, cioè qualsiasi cosa si allontanasse da quello che era percepito come “sano”, cioè il conservatorismo del grandioso neoclassicismo architettonico di uno Speer o dei grandiosi climax romantici di Sibelius (significativamente, l’unico compositore moderno veramente apprezzato dal regime, dato che perfino l’ultraconservatore Pfitzner, il neo-neanderthaliano Orff e il più celebre e grande compositore tedesco allora vivente Richard Strauss ebbero non poche grane coi nazisti). Come in ogni altra professione, fin dal 1933 i musicisti “di razza ebraica” furono ostracizzati dalla vita pubblica, con un conseguente tracollo delle orchestre e dei conservatori, dal momento che una buona metà dei musicisti attivi in Germania erano “di razza ebraica”. Il regime nazionalsocialista arrivò al punto di teorizzare (a partire da uno stupidissimo pamphlet wagneriano, dettato più da un risentimento personale verso Meyerbeer che da altro) la provata “ebraicità” della musica dei compositori ebrei, giungendo perfino a bandire la popolarissima musica di Felix Mendelssohn, che fu certamente il più tedesco dei compositori tedeschi, l’artefice della riscoperta di Bach e l’autore di oratori profondamente luterani quali l’Elias o il Paulus, nonché della Sinfonia “La riforma” .
L’Ensemble Alraune, duo formato da Stefano Zanobini, prima viola dell’Orchestra della Toscana, e dal violoncellista Andrea Landi, attivo nella Mahler Chamber Orchestra, nella Mozart, nonché nella Spira mirabilis, illustra questo periodo con un progetto interessantissimo chiamato “Musica e regime”, dedicato a compositori osteggiati dal regime nazista, per motivi razziali o estetici. Da tre anni il duo sta proponendo questo programma (sempre in espansione con nuove scoperte) in una serie di concerti in giro per l’Italia questo programma, ultimo dei quali quello del 13 gennaio 2013 a Castelnuovo Rangone (in provincia di Modena) per l’Associazione Amici della Musica di Modena. Nel 2010 è stato inciso anche un cd, edito per la piccola ma intraprendente casa discografica Novantiqua, il cui libretto è impreziosito dai dipinti di Michele Riccomini, ispirate a poesie scritte da alcuni bambini nella città-ghetto di Theresienstadt (Terezín). Maggiori informazioni si possono recuperare nel bel sito www.vocidalghetto.com dal quale è anche possibile acquistare il cd, scaricabile anche da iTunes.
Come spesso accade in questo genere di progetti, il tema “extramusicale” diventa l’occasione per riscoprire e “vendere” agli organizzatori alcune musiche eccezionali che si trovano al di fuori dal ristretto numero di autori considerati “grandi”. Così, accanto ad alcune elaborazioni di musica popolare di Bartók (che nel 1938 scrisse provocatoriamente al governo del Terzo Reich pregando di essere incluso nella rassegna di Düsseldorf di “musica degenerata”), originariamente per due violini e qui nella trascrizione del figlio Peter Bartók, e di un Duetto di Hindemith, si può ascoltare il ciclo di ispirazione popolare Bukoliki di Lutoslawski (antinazista in quanto polacco). Ma il nucleo più interessante del programma è composto da due autori meno conosciuti: il misterioso Zygmunt Schul, morto nella città lager di Theresienstadt (Terezín), del quale sono presentate due vivaci danze basate sul folklore ebraico mitteleuropeo, e il più noto Erwin Schulhoff, la cui Sonata per violino e violoncello del 1925 (qui eseguita con notevole virtuosismo con la viola, senza apprezzabili alterazioni rispetto alla partitura originali) è un vero e proprio capolavoro della musica da camera del Novecento, chiaramente ispirato alla Sonata per il medesimo organico di Ravel di tre anni prima, ma tuttavia ampiamente originale.
Purtroppo non è presente nell’incisione (perché riscoperto dai due artisti solo un anno fa) un altro brano di estremo interesse presentato a Castelnuovo Rangone, la rapsodica Kammermusik (Fantasie) di Günther Raphael, autore ebreo di grande interesse, che scampò allo sterminio grazie ad una salute precaria che lo costringeva a lunghi soggiorni in ospedale, dove potè essere nascosto da medici amici, ma che per lo stesso motivo non riuscì mai ad affermarsi come compositore.
In tutte le opere presentate i due musicisti toscani si fanno apprezzare per il calore del timbro e la perfezione strumentale, coniugate ad una intensa passionalità che non lascia spazio all’ascoltatore per poter pensare di trovarsi di fronte a musica “minore”. Un’incisione da ascoltare per conoscere alcuni angoli poco noti della musica del Novecento e per ricordare la storia, riflettendo magari sulle censure presenti (ultima delle quali quella contro la “propaganda gay” emanata dalla Russia di Putin).P.V.Montanari