C’è chi vuole diventare astronauta, chi poliziotto, chi Ministro dell’ ambiente o barista…e poi, ci sono loro, gli aspiranti cantanti. Chi lo sa, magari cresciuti in una famiglia di amatori o semplicemente ispirati dalla nuova pubblicità della pizza “Taldeitali” che recita in sottofondo le note del Duca di Mantova, o perché no, naturalmente avvezzi all’arte tutta italiana del melodramma ottocentesco. Insomma, come si diventa cantanti? Ce lo siamo mai chiesti? Che percorso didattico ci offre il nostro paese?
Stando alle stime, esisterebbero circa una sessantina di Conservatori , diverse Scuole civiche e numerose Accademie di perfezionamento dislocate sul territorio nazionale. Certo la scelta dipende da molti fattori, primo fra questi l’età in cui si vuole affrontare questo iter; sicuramente è d’obbligo aspettare la cosiddetta “muta della voce”, passaggio che determina l’affermarsi del timbro vocale da infantile ad adulto e che di solito avviene tra i 13 e i 18 anni. Altro fattore di uguale importanza e legato fortemente al primo è l’obbiettivo a cui si aspira e la reale dote artistica: se si ha una certa età e non si è proprio un usignolo un corso propedeutico potrebbe aiutare , senza troppe pretese, ad educare la voce e ad avere una maggior conoscenza e coscienza del proprio corpo.
In caso contrario, il percorso classico e con la percentuale di successo maggiore resta sempre quello del Conservatorio di Musica, che permette agli studenti (grazie alla Riforma degli Istituti Musicali di seguire parallelamente al corso principale anche una serie di discipline caratterizzanti e di avere quindi tutti i requisiti utili all’ottenimento di una vera e propria Laurea. Tale titolo di studio, classificato nella sfera Magistrale, permetterà ai neolaureati, in caso di mancata carriera o di aspirazioni differenti, di accedere ai concorsi per l’insegnamento di educazione musicale nelle scuole.
Chiaramente, dato il nuovo ordinamento, per entrare in Conservatorio è necessario un Diploma di Istituto superiore ed essere a conoscenza dei fondamentali concetti e criteri che permettono la lettura di uno spartito (Teoria e Solfeggio). Non solo, ovviamente è richiesta anche una certa cultura musicale e soprattutto è di fondamentale importanza la prova pratica, il canto in questo caso, più specificatamente tre brani d’opera e da camera di epoche diverse , scale e arpeggi che suppongono una minima padronanza della tecnica vocale. Qui nasce il primo problema: come si fa ad imparare a cantare prima di entrare nel posto in cui insegnano a cantare?? Semplice, per chi se lo può permettere: lezioni private. Da chi e come non è poi così difficile saperlo; basta parlare con un qualsiasi studente di canto di Conservatorio per farsi snocciolare una serie di nomi di insegnanti (presunti e non) che tengono lezioni private nelle loro abitazioni.
Se siete “fortunati” riuscirete anche a trovare gli stessi Maestri interni all’ Istituto disponibili a farvi lezioni preparatorie all’esame nei loro appartamenti…Quindi, cari amici aspiranti cantanti e genitori, assicuratevi perlomeno che siano all’altezza del compito e soprattutto del prezzo perché scelta una “strada” è poi difficile cambiarla. Il mio intento non è certo quello di scoraggiarvi, ma solo di mettervi al corrente delle piccole peripezie e degli ingranaggi che consentono di alzare la percentuale di successo di ammissione. L’eccezione esiste: il talento. Talento che ci invidia il mondo, che ha radici nella nostra cultura e nella nostra storia. A quello, lezioni private o no, si spalancheranno le porte di un proliferante percorso didattico ed artistico. E se propriopensate che già soltanto leggere queste righe vi abbia stancato psicologicamente e che forse l’idea di cantare sotto la doccia tutta la vita non sia poi così male… “Figlio, sicuro di non voler fare l’astronauta?”.