Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, Stagione di Musica Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia 2012-2013
“MATTHÄUS-PASSION” (Passione secondo Matteo)
Per soli, doppio coro e doppia orchestra BWV 244, testi dal Vangelo secondo Matteo di Christian Friedrich Henrici (Picander) e di altri autori.
Musica di Johann Sebastian Bach
Evangelista e arie di tenore CORNEL FREY
Gesù MATTHIAS GOERNE
Moglie di Pilato, Ancella I e arie di soprano SALLY MATTHEWS
Testimone I, Ancella II e arie di contralto ANN HALLENBERG
Sommo Sacerdote I e arie di basso PETER MATTEI
Pietro, Pilato, Sommo Sacerdote II, Giuda MIRCO PALAZZI
Testimone II CARLO PUTELLI
Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore Antonio Pappano
Maestro del Coro Ciro Visco
Roma, 26 marzo 2013
Sublime esecuzione del Maestro Antonio Pappano, alla guida dei complessi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della monumentale Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach.
Il Maestro ci ha offerto una strabiliante lettura di un caposaldo della musica sacra di tutti i tempi, una rappresentazione di un vero e proprio dramma barocco. Già nella solenne introduzione la sala è stata permeata di ampie, drammatiche sonorità in cui gli archi angosciati accompagnavano la seconda sezione del doppio coro iniziale “Kommt, ihr Töchter” (Venite, figlie), suscitando quindi sensazioni preromantiche nei passaggi successivi di ”O Lamm Gottes” (Agnello di Dio). Suggestivi i recitativi, caricati di un pathos intenso, soprattutto nei momenti più tragici come nelle tristissime, dolenti perorazioni o grida di Gesù, il “Du sagests” (Tu l’hai detto) o il poeticissimo accompagnamento di “Setzet euch hie” (sedete qui ) prima di ritirarsi nell’Orto degli Ulivi oppure ancora il profondissimo dolore evocato al “Meine Seele ist betrübt bis and en Tod” (La mia anima è triste fino alla morte) fino all’agghiacciante quasi sommesso “Eli, Eli, lama sabachtani ?” che chiude la parabola terrena del Salvatore. L’intensità del gesto del Maestro Pappano, il suo calore appassionato, hanno accompagnato quindi con grande espressività e potenza i principali momenti corali con vette di lirismo nel finale della prima parte nuovamente con l’intervento delle voci bianche, che donava una connotazione eterea a “O Mensch, bewein dein’Sünde gross” (Uomo, piangi i tuoi grandi peccati). Anche l’accompagnamento delle arie dei solisti è stato praticamente mirabile: dalla perfetta fusione con la voce del contralto nel famoso “Erbarme dich” (Abbi pietà di me) dove sonorità tristi e dolci venivano mescolate con un effetto di profonda malinconia creato dagli archi, vere sciabolate dell’anima; dalla bellissima introduzione virtuosistica del violino all’aria del basso “Gebt mir meinem Jesum wieder!” (Rendetemi il mio Gesù!), alla angosciante sonorità dei fiati sull’aria del soprano “Aus Liebe” (Per amore) o alla vibrante introduzione dei contrabbassi all’aria del basso “Komm, süsses Kreuz” (Vieni dolce Croce). Il finale, momento di serenità nella concezione luterana della Passione creata da Bach, è stato reso dal Maestro Pappano con una sensibilità così alta da commuovere profondamente gli spettatori che hanno applaudito dopo un breve ma intenso silenzio.
Perfetta la prestazione del Coro, guidato sapientemente dal Maestro Ciro Visco, dalla drammatica potenza dell’incipit già citato, agli attacchi in pianissimo, quasi sussurrati come in “Herzliebster Jesu” (O mio Gesù teneramente amato) o in “Erkenne mich, mein Hüter” (Riconoscimi, o mio guardiano) al fortissimo, a piena voce, di “Was mein Gott will” (Quel che vuole il mio Dio) con delle sfumate mezzevoci all’ “Er hilft aus Not” (Egli ci salva dalla pena). Molto incisivi anche gli interventi del Coro nel tessuto di duetti e recitativi, in particolare di drammaticissimo impatto il “Lasst ihn!” (Lasciatelo!) nel duetto soprano contralto “So ist mein Jesus nun gefagen” (Così il mio Gesù è prigioniero) o il violento “Sind blitze, sind Donner” (Lampi e tuoni) ma soprattutto i tremendi “Barrabam!” (Barabba!) o gli incalzanti e ripetuti “Lass ihn kreuzigen!” (Che egli sia crocifisso!) che hanno scolpito nella sala momenti di grande emozione. Forte espansione luminosa poi nel “Mir hat die Welt trüglich gericht” (Il mondo m’ha falsamente giudicato) come suggestioni tristissime ma potenti in “O Haupt voll Blut” (O capo pieno di sangue) fino al cullante finale “Ruhe sanfte, sanfte Ruh” (Riposa sereno, sereno riposa!) che ha chiuso la sacra rappresentazione. Il Coro delle Voci Bianche ha partecipato in maniera significativa alla ottima riuscita dei corali di inizio e fine della prima parte.
Tra i solisti, molto autorevole Matthias Goerne come Gesù, basso di timbro scuro, bronzeo, dotato di grandi capacità comunicative: drammaticissimi i suoi interventi , sempre nello schema del recitativo accompagnato con momenti di elevata nobiltà come in “Der Meister lässt dir sagen, meine Zeit ist hier” (Il Maestro ti fa dire, il mio tempo è giunto) o di profonda incisività come in “Ach! Wollt ihr nun schlafen und ruhen?” (Ahime! Volete ora dormire o riposare?) o con sfumature di diversa espressività nei vari “Du sagests” (Tu l’hai detto) fino all’angosciatissimo grido finale “Eli, Eli, lama sabachtani?” L’Evangelista, figura di spicco e determinante nella immensa partitura, con i suoi recitativi di commento alla storia e che deve affrontare anche le due arie tenorili, è stato interpretato da Cornelius Frey, giovane cantante svizzero, chiamato all’arduo compito di sostituire l’indisposto Lothar Odinius. Il tenore, pur dotato di un timbro gradevole, vagamente somigliante a quello di Ian Bostridge, ha contribuito in maniera significativa alla riuscita generale della serata, anche se ha presentato diverse difficoltà, soprattutto nel registro acuto, dove si è colta qualche incertezza con momenti di vero stridore in particolare nel primo recitativo di introduzione all’aria “Ich will bei meinem Jesu wachen” (Voglio vegliare accanto al mio Gesù) dove la salita nel pentagramma è stata accompagnata da evidenti suoni nasali nel recitativo e ad uno sforzato estremo nell’aria. Più espressivo e partecipe nel recitativo di introduzione alla seconda aria “Geduld, Geduld” (Pazienza, pazienza) ma con significative difficoltà ed una emissione quasi strangolata nel finale della stessa.
Efficace il soprano Sally Matthews nell’interpretazione delle sue arie solistiche, con una bella espansione lirica nel “Blute nur” (Sanguina pure), con un ottimo appoggio del fiato e dei preziosi virtuosismi in “Ich will dir mein Herze schenken” (Io voglio donarti il mo cuore). L’interpretazione dell’aria “Aus Liebe” (Per amore) è stata siglata da una vocalità suadente con una compartecipazione emotiva intensissima. Meravigliosa l’interpretazione del contralto Ann Hallenberg. Già dalla prima aria “Buss’ und Reu” (Pena e rimorso) la sua voce calda, appassionata, ha riempito la sala di grandi sensazioni emotive, come anche nella perfetta fusione con la voce del soprano, ha contribuito alla resa splendida del già citato duetto “So ist mein Jesus nun gefagen” (Così il mio Gesù è prigioniero). Successivamente in apertura della seconda parte la voce del contralto è apparsa misteriosissima in quel sussurrato “Ach!” iniziale poi evoluto in una rigogliosa espansione lirica. Ma il capolavoro di Ann Hallemberg è stato il momento probabilmente più noto della partitura, quell’”Erbarme dich” (Abbi pietà di me) dove la scansione della parola “Erbarme” così rallentata, così penetrante, ha suscitato nel pubblico, sempre attento a non interrompere l’esecuzione, un caloroso applauso all’artista, che ha poi cesellato anche con un fraseggio bellissimo e una stupenda emissione ricca di chiaroscuri le altre due arie “Können Tränen meiner Wangen” (Se le lacrime delle mie gote) e “Sehet, Jesus hat die Hand” (Vedete, Gesù ha teso la mano), quest’ultima preceduta dal dolorosissimo, intenso recitativo “Ach Golgatha”.
Grandissima anche l’interpretazione di Peter Mattei, che con il suo timbro chiaro, da bass baritone, ha offerto una splendida lezione di fraseggio nel recitativo “Der Heiland fällt” (Il Salvatore si prostra) seguito da una magnifica, sofferta esecuzione di “Gerne will mich bequemen” (Con gioia voglio rassegnarmi). Nella seconda parte il cantante svedese ha interpretato con ansia febbrile le agilità di stampo quasi haendeliano di “Gebt mir meinem Jesum wieder” (Rendetemi il mio Gesù), ha donato accenti di grande nobiltà all’aria “Komm, süsses Kreuz” (Vieni dolce Croce) dove alla stupenda emissione vocale si è aggiunto anche il virtuosismo finale. Memorabile poi la sua esecuzione della grande aria “Mache dich, mein Herze , rein” (Purificati, mio cuore) dove all’esordio sommesso del recitativo “Am Abend, da es kühle war” (Di sera, quando l’aria si fa fresca), in cui accenti patetici e nobili esprimevano un dolore angosciante, seguiva una virile ma dolente miniaturizzazione del triste ma ormai rassegnato commiato al corpo di Gesù. Completava il cast di interpreti il basso Mirco Palazzi, dotato di timbro profondo, grande spessore vocale , che ha conferito giusto rilievo ai personaggi di Pietro, Pilato, Giuda e il Secondo Sommo Sacerdote. Alla fine della serata dopo un breve silenzio, lunghissimi e calorosissimi applausi per tutti.