di Giovanni Villani
Scripta editore, pag.184, € 13,00
L’Arena di Verona festeggia i suoi cent’anni di vita: una data storica che simboleggia ed abbraccia un patrimonio musicale ineguagliabile, segno di una inimitabile vitalità culturale. L’Arena per le sue dimensioni e per la sua tradizione è il più grande teatro lirico al mondo: un palcoscenico che ha segnato fino ad oggi capitoli fondamentali nella storia del melodramma italiano e rappresentato un grande squarcio di vita teatrale del Novecento a cui guardano ancora grandi folle di appassionati. Quando, nel 1913, Giovanni Zenatello ed i suoi amici diedero inizio, con qualche esitazione e molto entusiasmo, alla stagione lirica dell’Arena, non avevano forse a mente quella celebre frase di Goethe che definiva il “cratere” dell’Arena un impareggiabile ed unico crogiuolo in cui fondere “in un unico spirito” le sensibilità, le emozioni, le aspirazioni di popoli diversi. Ma è certo che ebbero la stessa intuizione, di fronte al grande catino dell’anfiteatro romano, di ritenerlo come elemento catalizzatore della musica lirica, la musica popolare per eccellenza. Oggi il concetto di morte dell’opera lirica sembra rientrare in quello più generale di morte dell’arte. Il nostro amore per essa e per i suoi riti è però ancora immutabile e tale da indurci a scrivere queste cronache delle vicende areniane, cercando di offrire una lettura esauriente e piacevole dei suoi cent’anni di vita, raccontandone molte curiosità, titoli e nomi celebri, i ricordi memorabili passati alla storia. La storia della più avvincente avventura che ci è capitato di vivere e di farci sussultare di emozioni continue, come ebbe a scrivere un famoso giornalista tedesco degli anni Sessanta Willi Wohler: “A Verona si pone ancora il concetto della Grande Opera e si comprende più che altrove il potere che questo singolare genere di arte esercita sugli uomini”.