I più prestigiosi teatri del mondo discutono il presente e il futuro della lirica al 5° convegno internazionale del NCPA World Theatre Forum a Pechino. Dal 22 al 24 maggio a Pechino, si è svolto il 5° convegno internazionale annuale, tenuto dal NCPA-National Centre of Performing Arts. È stata un’occasione di grande rilievo per vari motivi, compresa la presenza di uno schieramento di ospiti provenienti dalle più alte cariche dei maggiori teatri lirici a livello internazionale, che si sono radunati per parlare di tematiche inerenti la formazione e la gestione delle attività dei teatri sia cinesi che occidentali. La tavola rotonda ha consentito un vivace e stimolante scambio di idee ed esperienze; la magnifica ubicazione negli spazi del futuristico complesso circondato da un lago e la squisita cortesia con la quale i padroni di casa cinesi si sono presi cura degli ospiti hanno reso l’evento particolarmente piacevole e memorabile.
Il convegno è stato programmato in coincidenza con l’evento culminante del Festival del Maggio Musicale del NCPA, ossia la prima di Nabucco di Giuseppe Verdi programmata per festeggiare il bicentenario dalla nascita del compositore e con Placido Domingo nei panni del protagonista: il successo è stato indiscusso e ben augurante. L’NCPA, appena al quinto anno di attività, sotto la guida del suo presidente Chen Ping, ha un obiettivo ambizioso che è ben avviato verso il suo scopo: produrre opera lirica allo stesso livello dei migliori teatri del mondo. Le premesse ci sono già: un teatro magnifico (solo uno dei quattro compresi nel grande complesso futuristico), ubicato in una posizione estremamente prestigiosa contigua a piazza Tian’anmen, fornito di tecnologie avanzatissime. Vanta già un’orchestra e un coro di giovani ben preparati, che dimostrano entusiasmo e impegno. L’NPCA, d’altro canto, si impegna nell’innalzare il profilo e la popolarità delle arti sceniche rappresentate dall’opera in Cina, ed è un’istituzione che pone molta importanza sulla cooperazione fra Cina e altre nazioni tramite la comunicazione interculturale.
Le quattro passate edizioni del NCPA World Theatre Forum hanno attirato 59 celebri teatri d’opera dalla Cina e dall’estero, che hanno sottoscritto una dichiarazione d’intenti per la cooperazione. I paesi coinvolti hanno effettuato degli scambi con risultati incoraggianti. Quest’edizione si è incentrata su alcune tematiche quali la Formazione di Giovani Artisti, La Lirica in Cina e Le Iniziative Celebrative nel Bicentenario di Verdi e Wagner. Gli interventi programmati sono stati esposti da relatori provenienti dai massimi livelli gestionali ed artistici: Kasper Holten, in rappresentanza del ROH Covent Garden, Christina Scheppelmann, direttore generale del ROH Muscat Oman, Henning Ruhe, direttore delle relazioni internazionali dell’Opera di Stato di Monaco di Baviera, Jonathan Dean, direttore dei programmi pubblici e media della Seattle Opera, Rosanna Purchia, sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, Jari Hamalainen, direttore artistico del Festival di Savonlinna in Finlandia, Csaba Kael, direttore generale del Palazzo delle Arti di Budapest, e Danuta Grochowska, direttore artistico per l’Opera Baltycka di Danzica. Tra queste voci si sono inserite le voci di due celebri registi, Gilbert Deflo e Hugo de Ana. Una novità è stata anche la presenza di GBopera, rappresentato da Jill Comerford, prima giornalista ad essere invitata ad intervenire ad una conferenza del NCPA. Tutti i lavori e gli interventi sono stati coordinati con grande professionalità dal consulente per la lirica italiana del NCPA, Giuseppe Cuccia.
Le controparti dei teatri cinesi hanno parlato con ugual passione e convinzione, enfatizzando l’importanza e i benefici reciproci nel sostenere l’opera cinese moderna accanto all’opera lirica occidentale. La promozione dell’opera è stato un punto chiave delle discussioni. L’esigenza di sostegno non solo in forma economica ma anche per mezzo dei media e i modi per attirare un pubblico più ampio sia in Cina che nei paesi di tradizioni operistiche consolidate sono stati temi sempre presenti. Il forum è stato anche un’occasione per i paesi partecipanti per organizzare programmi di scambio, corsi di formazione e co-produzioni, in un clima di reciproco vantaggio per lo sviluppo e la prosperità della cultura nel mondo. Altre questioni affrontate hanno compreso problemi legati alle prestazioni, alla gestione e alla parte operativa, la promozione dei marchi, e la possibilità di sviluppo di mercati insieme con altri teatri. È stato presentato anche il progetto per un’imponente struttura, che sarebbe l’invidia di qualsiasi teatro del mondo e che sarà costruita in una zona decentralizzata di Pechino: comprenderà un enorme spazio per le sale prove e un’area per le scenografie, completo di alloggi e servizi. La politica del NCPA di chiamare illustri direttori d’orchestra, maestri sostituti, costumisti, scenografi, registi e cantanti dall’occidente, tanto per il loro valore intrinseco quanto per la loro influenza sulla formazione degli artisti locali, viene intelligentemente coniugata con la politica dell’alternanza di due cast per ogni produzione, uno locale e uno proveniente dall’estero.
Liu Guangyu, presidente del Teatro di Chongquin, nel suo intervento, ha espresso questo concetto perfettamente: “Non vogliamo l’etichetta ‘made in China’ (cioè fatto in Cina), ma ‘originated in China’ (originato in Cina)”. Un convegno di questo tipo offre la possibilità, ai massimi livelli, di esaminare lo status quo e di dare testimonianze su una vasta gamma di esperienze e sfide che i teatri, ognuno con le proprie caratteristiche, devono affrontare; la condivisione di queste esperienze può essere utile in altri contesti. Il presidente Chen Ping, i suoi collaboratori e i rappresentanti di altri teatri e istituzioni cinesi, hanno raggiunto e stanno tuttora raggiungendo risultati ragguardevoli su questo percorso considerando, per di più, la vita breve di questa forma di arte in Cina e le enorme differenze interculturali che intercorrono fra la Cina e i paesi di tradizioni operistiche consolidate (basti pensare solo ai problemi di lingua e storia sulle quali sono basate le trame, senza considerare le convenzioni musicali ed estetiche!). Sono consapevoli delle sfide ma anche consapevoli delle enormi possibilità di allargare il bacino di utenza per la lirica in Cina. Con pazienza orientale e grande energia stanno interessando e coinvolgendo i migliori talenti del mondo nel perseguire questo progetto. Questo convegno, oltre a evidenziare l’importanza del confronto diretto, ha altresì messo in luce che le istituzioni musicali occidentali, che vivono una realtà fatta di non poche problematiche economico-culturali, possono ricevere un nuovo significativo impulso da questa nuova realtà cinese, di proporzioni impensabili per la nostra vita musicale.