Concerto del pianista Ingolf Wunder

Verona, Teatro Filarmonico, XXII edizione del Settembre dell’Accademia 2013
Pianoforte, Ingolf Wunder
Ludwig van Beethoven:Sonata quasi una Fantasia in Do Diesis Minore op. 27 nr.. 2 “Al Chiaro di Luna”
Fryederyk Chopin: Notturno in Si Maggiore op. 9 nr. 3; Ballate nr. 1 in Sol Minore op. 23;  nr. 3 in La Bemolle Maggiore op.47
Franz Schubert:Improvviso in Fa Minore op. 142 nr 4 (D. 935); “Städchen”(arr.Liszt, S. 560/7)
Franz Liszt: Sonata in Si Minore (S. 178)
Verona, 11 settembre 2013
Protagonista del consueto appuntamento pianistico della stagione del “Settembre dell’Accademia” è l’austriaco Ingolf Wunder, impostosi nel panorama musicale internazionale dopo essersi aggiudicato il secondo premio (nonché due premi speciali) al Concorso Pianistico Internazionale Chopin di Varsavia nel 2010. Il giovane pianista si presenta sul palco del Teatro Filarmonico con un programma monumentale, affrontato con la sicurezza di assiduo frequentatore di concorsi internazionali.
L’inizio del concerto è affidato alla celebre Sonata quasi una Fantasia in Do diesis minore “Al chiaro di luna” in cui, nella cornice di una sala tanto piena quanto rumorosa, sono parse subito chiare la raffinatezza dell’approccio interpretativo e l’attento rispetto della parte ma altrettanto una ricerca di sonorità talvolta troppo esili e non sempre adatte al repertorio beethoveniano. Nel “Presto agitato” risulta più evidente tale mancanza di peso, seppur non compromettendo un risultato finale assolutamente godibile e musicalmente coeso.
Apprezzabile in particolare per la chiarezza del fraseggio e il perfetto controllo delle delicate sonorità di piano e pianissimo, il pianismo di Wunder si dimostra invece particolarmente congeniale alla musica di Chopin. Il Notturno Op. 9 n. 3 – in apertura del complesso chopiniano in programma – è fraseggiato con quella giovanile freschezza che è cifra distintiva dell’indole creativa del genio polacco, il suono è sempre morbido e rifinito in ogni sfumatura, perfettamente asservito alle esigenze espressive di un’ottima sensibilità musicale. Nelle successive Ballate, n. 1 in Sol minore e n. 3 in La bemolle maggiore, il riferimento di Wunder alle storiche interpretazioni di Krystian Zimerman è evidente nella ricerca (ancora in minima parte perfettibile) di quell’assoluta perfezione esecutiva legata alla maniacale cura del dettaglio. In particolare la n. 3 colpisce per la chiarezza nell’esposizione della linea melodica dei due temi, sapientemente intarsiati da Chopin nella sua usuale attitudine di principiare la riesposizione a partire dal secondo tema, per poi giungere attraverso un ulteriore sviluppo nuovamente al primo, trionfalmente scandito dal giovane interprete per suggellare un’interpretazione matura e convincente, salutata dal grande entusiasmo del pubblico.
Le stesse caratteristiche di leggerezza ed eleganza di suono che hanno reso pregevoli le precedenti pagine chopiniane ben si addicono anche all’Improvviso in Fa minore Op. 142 di Schubert: Wunder è abile nell’approccio a quel virtuosismo che è “non-virtuosismo”, velato della malinconia che contraddistingue le composizioni dell’anno della morte del maestro. Segue la perla Städchen, lied (dal Schwanengesang) anch’esso appartenente alle composizioni del 1828 e arrangiato da Liszt per pianoforte solo, che l’artista austriaco cesella magistralmente sottolineando le sfumature della linea del canto con un perfetto controllo di suono, rifinendo infine i ricami lisztiani con consueta raffinatezza.
Chiude il programma la Sonata di in Si minore di Liszt, il mastodontico “masterpiece” è forse meno nelle corde di Wunder rispetto ai precedenti ma il risultato finale mantiene immutata l’eleganza interpretativa che ha caratterizzato tutto il concerto non venendo meno al carattere goethiano che in molti hanno visto e vedono nella composizione. Ancora una volta l’esposizione dei vari frammenti tematici è cristallina, facendo risultare al meglio i diversi caratteri presenti all’intero del brano, che si potrebbero dunque attribuire ai personaggi di Faust, Mefistofele e Margherita.
Il grande entusiasmo del pubblico è premiato con tre fuori programma –Impromptu Op. 66 di Chopin, Ètincelles Op. 36 n. 6 di Moszkowski e Claire de lune di Debussy– in cui Ingolf Wunder dà il meglio di sé ricevendo molti e prolungati applausi.